
Partire dai banchi di scuola con un'idea, condividerla con il proprio compagno di banco, farla diventare realtà e poi trasformarla anche nel proprio lavoro. Questo quello che è accaduto a Tommaso Salaroli, il cofondatore e direttore di Scomodo, la redazione Under 25 più grande d'Europa che negli ultimi anni è stata capace di coinvolgere oltre 170.000 persone e di distribuire più di 350.000 copie cartacee di quella che è tutti gli effetti una rivista d'approfondimento in controtendenza rispetto alla velocità e alla superficialità a cui i social ci hanno abituato. Tommaso nella nuova puntata del podcast di Skuola.net, #FuoriClasse, ci ha spiegato cosa vuol dire fare informazione in Italia puntando sulla qualità e l'approfondimento. Se ti piacciono storie come questa, segui la nostra playlist su Spotify.
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La scomodità dei banchi liceali
Come ci tiene subito a sottolineare Tommaso, "ho cambiato tre licei diversi e ho studiato poco. Quello che ho studiato però l'ho studiato con grande interesse e passione. Diciamo che faccio parte di quella categoria di persone che sono state mandate via per fare un piacere a tutti". "Durante gli anni del liceo" - continua Tommaso - "ho frequentato molto delle realtà che si occupavano di cultura e politica. Da qui la mia voglia partecipare soprattutto a dei progetti che costruissero delle cose reali nel mondo per le persone. Così, al quinto anno di liceo, con Edoardo Bucci ho fondato Scomodo".Scomodo, tra giornalismo e comunità
"In un mondo sempre più complesso, dove la solitudine e la depressione sono diventate cose all'ordine del giorno, abbiamo creato Scomodo per mettere insieme ragazzi e ragazze, soprattutto giovanissimi, per ideare contenuti di qualità". "Scomodo" - sottolinea Tommaso - "ha quattro posti in Italia che sono aperti sempre, tutto il giorno. Spazi che, letteralmente, sono sempre pieni di persone. Nella società in cui viviamo è molto comodo stare a casa sul divano, giocare alla play tutto il giorno. È un po' più scomodo impegnarsi in progetti reali che comportano responsabilità reali". "La nostra poi è una sfida doppia visto che, oltre all'attività sui social, usciamo mensilmente con un cartaceo: fin dall'inizio abbiamo pensato che la produzione frenetica di contenuti clickbait stesse abbassando la qualità dell'informazione e anche la nostra capacità di concentrazione e approfondimento. Da qui l'idea, in controtendenza, di lanciare una rivista di carta che adesso è oggi distribuita in 73 città d'Italia".Paolo Di Falco