
Il voto è spesso al centro del dibattito sull’istruzione, tanto scolastica quanto universitaria. Ma quanto conta davvero? Tendenzialmente i voti sono numeri, che poco influiscono sulla vita di tutti giorni e sulle possibilità di costruirci un futuro. Ma in alcuni casi, a onor del vero, non è proprio così che stanno le cose.
Esistono delle eventualità in cui i voti hanno un loro peso oggettivo. A dimostrarlo c’è anche un post su reddit di uno studente che si chiede preoccupato: “Il voto alla triennale è una condanna?”. Sembra proprio che quel 94 con cui si è laureato sia una brutta ombra da trascinarsi dietro.
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Il post dello studente: “È possibile rimediare a un voto di laurea troppo basso?”
Ecco il post integrale che lo studente ha pubblicato su Reddit:
“Buongiorno a tutti! Mi sono laureato ormai un paio d'anni fa e mi piacerebbe tornare a studiare iscrivendomi ad un corso di laurea magistrale”. E fin qui tutto bene. “Ciò che mi sconforta però sono i requisiti di voto minimi per accedere alle magistrali: mi sono laureato con 94/110 e le facoltà che mi interessano richiedono una certa media ponderata o soglia minima per essere presi in considerazione (almeno 95.. *sigh*)”.
Ed ecco che si va al punto della questione: “Ora, per fortuna dovrei riuscire comunque ad entrare da qualche parte, ma non posso far altro che chiedermi: come può uno studente che, per svariati motivi, non è riuscito ad ottenere un buon voto in triennale ad entrare nelle magistrali che gli interessano?”.
“Personalmente”, continua a spiegare lo studente, “ho avuto un brutto momento tra depressione e altri fatti personali durante il secondo anno che mi hanno abbassato parecchio la media, e mi chiedo cosa potrebbe fare uno nella mia situazione per "rimediare" ad un voto di laurea "troppo basso".
Ci si deve "ri-laureare" con una media più alta? Bisogna fare un'altra laurea triennale? Si è spacciati per sempre?”.
Commenti al post: “Il voto di laurea conta come il liscio a briscola”
Il post ha colto nel segno. Sono molti quelli che hanno fornito una risposta, o comunque un punto di vista. La maggior parte degli utenti ha cercato di tranquillizzare lo studente spiegandogli che se il suo voto di triennale non raggiunge la soglia minima di un solo punto, di solito, non crea alcun problema per l’ammissione. Si tende infatti a chiudere un occhio: “Secondo me scrivendo alla segreteria o al presidente del corso una bella mail dove spieghi la tua voglia di iscriverti al corso, per un punto o due in meno non dovrebbero fare storie, forse ti faranno un mini colloquio prima ma niente di complicato”, scrive qualcuno. Sono tanti quelli che ripetono con altre parole la stessa cosa: “Di solito se è solo un punto o due sotto, non ti fanno nessun tipo di problemi, basta chiedere al coordinatore, Se sei tipo 5_6 punti sotto o più allora o ti fanno un colloquio o ti danno una o due materie extra da "recuperare" alla magistrale ma proprio in casi limite”.
Ma c’è anche chi si è trovato nella stessa situazione e comprende a pieno le preoccupazioni: “Ho avuto lo stesso problema, in molte magistrali non sono stato preso a causa di quel numero. È una condanna, sì, ti chiude molte porte però è comunque fattibile fare una magistrale se cerchi bene”.
Altri sono d’accordo su un punto: “La buona notizia è che una volta che sei un laureato magistrale, il voto della triennale non conta più nulla”. O ancora più radicale: “Del voto non frega niente a nessuno, né della triennale né della magistrale”. E poi c’è chi si concentra su un altro dettaglio del post: “Mi dispiace sentire del tuo secondo anno, è stato praticamente lo stesso per me e la media si é un po' abbassata”. Ma anche in questo caso il pensiero va nella stessa direzione: “Comunque penso tu abbia solo avuto sfortuna, il voto di laurea puoi star tranquillo che conta come il liscio a briscola”.
E infine c’è chi è un po’ più severo e si limita a esporre la sua opinione: “La tanto bistrattata triennale, nelle materie stem rappresenta la base su cui costruire tutto il resto. È molto importante e come giustamente hai fatto notare rappresenta un discriminante non da poco per gli studi futuri”.