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Ritorno lezioni in presenza all'Università dopo Pasqua e in base al colore delle zone

La neo ministra dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, ha dichiarato urgente, e anzi indispensabile, il ritorno delle lezioni in presenza negli atenei italiani, nonostante consideri però la didattica a distanza uno strumento interessante e dalle molteplici applicazioni.
La Ministra ha sottolineato infatti non solo l’importanza che la didattica a distanza ha rappresentato per consentire una continuità didattica in tempi di pandemia, ma ha anche rilevato come essa possa rappresentare un’opportunità importante per il futuro della ricerca in un’ottica di istruzione globalizzata.

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Quando riprenderanno le lezioni in presenza all’Università?

Nonostante la somministrazione delle prime dosi del vaccino, l’emergenza sanitaria non sembra volersi arrestare e anzi, per ora continua a peggiorare in molte zone di Italia.
Per questo, mentre il Governo discute con il Cts per valutare quali misure restrittive prendere per migliorare la situazione della diffusione dei contagi, il ritorno della didattica in presenza continua a slittare ulteriormente rispetto al previsto.
È senza dubbio importante consentire un ritorno in aula agli studenti, non solo da un punto di vista didattico ma anche psicologico, come ribadisce a Rainews anche la stessa Ministra Messa: “I ragazzi hanno bisogno di tornare. La fascia di età 19-22 anni è delicata per scelte e percorsi. In tanti mi scrivono che ancora non hanno potuto vedere un'aula universitaria e sono affranti”.
Probabilmente infatti, le lezioni in presenza negli atenei, come conferma anche la Ministra, riprenderanno dopo Pasqua, ovvero dopo la prima settimana di aprile, ma non in maniera generalizzata. Il ritorno o meno negli atenei dipenderà infatti dal colore della specifica zona e quindi dalla gravità del contagio valutata in maniera locale.

La didattica a distanza come lo strumento indispensabile per un’istruzione globalizzata

La didattica realizzata attraverso strumenti digitali, sebbene non possa soppiantare del tutto quella tradizionale in presenza, ha tuttavia un potenziale ritenuto fondamentale per annullare le distanze della ricerca e per renderla costantemente in contatto con altre realtà educative nel mondo.
È la stessa Ministra Messa che, come si legge su Rainews, sostiene l’importanza della didattica a distanza e si mostra molto fiduciosa per le sue applicazioni future di scambio universitario, rese più facili e veloci attraverso la digitalizzazione di una parte della ricerca: Per il futuro la useremo in maniera complementare alla presenza. Se vogliamo rendere più internazionale la nostra università potremo condividere con quelle straniere i percorsi. Ora abbiamo le strutture per farlo”.

Guarda il video su come è cambiata la vita degli studenti universitari a causa del Covid-19: