
Le scuole superiori hanno iniziato lentamente a riapriare nei primi mesi di quest'anno, mentre gli studenti universitari sono stati quelli più a lungo sottoposti alla didattica a distanza in questa situazione di pandemia, tuttavia potrebbe cambiare qualcosa proprio per questi ultimi a partire dal mese di marzo 2021.
Scopriamo insieme le novità relative all’università zona per zona contenute nel nuovo DPCM che entrerà in vigore il 6 marzo 2021.
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Zona gialla e arancione: cosa cambia per la scuola?
"Le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado adottano forme flessibili nell'organizzazione dell'attività didattica, in modo che almeno al 50 per cento e fino a un massimo del 75 per cento della popolazione studentesca delle predette istituzioni sia garantita l'attività didattica in presenza. La restante parte della popolazione studentesca si avvale della didattica a distanza. Resta sempre garantita la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l'uso di laboratori o per mantenere una relazione educativa che realizzi l'effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali". Dunque per le zone gialle e arancioni, in riferimento agli istituti superiori non ci sono cambiamenti o modifiche. Inoltre, il DPCM specifica come: "L'attività didattica ed educativa per i servizi educativi per l'infanzia, per la scuola dell'infanzia e per il primo ciclo di istruzione continua a svolgersi integralmente in presenza". Quindi scuola elementare, dell'infanzia e scuola media svolgeranno soltanto lezioni in presenza. Inoltre, una delle novità di questo nuovo DPCM è quella di introdurre la possibilità per i Presidenti delle regioni o province autonome di poter disporre la chiusura delle scuole "in tutte le aree regionali o provinciali nelle quali l’incidenza cumulativa settimanale dei contagi sia superiore a 250 casi ogni 100.000 abitanti oppure in caso di motivata ed eccezionale situazione di peggioramento del quadro epidemiologico".
Zona rossa: scuole chiuse?
Le lezioni in presenza nelle scuole di qualsiasi ordine e grado, invece, in zona rossa sono sospese, come stabilisce il nuovo DPCM: "Sono sospese le attività dei servizi educativi dell’infanzia, e le attività scolastiche e didattiche delle scuole di ogni ordine e grado si svolgono esclusivamente con modalità a distanza. Resta salva la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l'uso di laboratori o in ragione di mantenere una relazione educativa che realizzi l'effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali".
Università: cosa cambia in zona gialla e arancione?
“Le università, sentito il Comitato universitario regionale di riferimento, predispongono, in base all'andamento del quadro epidemiologico, piani di organizzazione della didattica e delle attività curriculari, da svolgersi a distanza o in presenza, che tengono conto delle esigenze formative e dell'evoluzione del quadro pandemico territoriale e delle corrispondenti esigenze di sicurezza sanitaria nel rispetto delle linee guida del Ministero dell'università e della ricerca”. Questo quanto scritto nel DPCM che a breve entrerà in vigore, in riferimento alle zone gialle, valido anche per tutte le zone arancioni. Dunque le Università potranno scegliere se e come far riprendere le lezioni in presenza ai propri studenti, sempre tenendo conto dell’evoluzione del quadro pandemico territoriale.
Università: aperte in zona rossa?
Passando invece alle zone rosse, il nuovo DPCM sancisce che: “È sospesa la frequenza delle attività formative e curriculari delle università e delle istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica, fermo in ogni caso il proseguimento di tali attività a distanza.” Tuttavia è presente anche una specifica in questa situazione che riguarda una fetta particolare di studenti universitari: “I corsi per i medici in formazione specialistica, i corsi di formazione specifica in medicina generale, nonché le attività dei tirocinanti delle professioni sanitarie e le altre attività, didattiche o curriculari, eventualmente individuate dalle università, sentito il Comitato universitario regionale di riferimento, possono proseguire, laddove necessario, anche in modalità in presenza.” Quindi le categorie sopra elencate saranno le uniche che, se necessario, potranno continuare a svolgere le loro didattica anche in presenza.
Dopo aver capito come cambierà la situazione di scuole e università nei prossimi giorni, guarda anche le cose che fai sempre invece di studiare!