
È da fine febbraio che scuole e Università hanno chiuso i battenti a causa del Covid-19, lasciando così a casa migliaia di studenti che hanno portato a termine lezioni, esami e in alcuni casi le discussioni di laurea, a distanza. Da qualche settimana però alcuni atenei italiani hanno deciso di riaprire. Tuttavia non si tratta di una vera e propria ripresa dell’attività didattica, così come era prima dell’epidemia. Per quella, probabilmente, bisognerà attendere l'inizio del 2021. Scopriamo insieme i motivi di questa scelta.
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Le università riaprono ma le lezioni continuano online
Dal 4 maggio 2020 è iniziata la cosiddetta Fase 2 anche per le Università, che durerà fino al 31 luglio, almeno questo è quanto stabilito dal ministero dell’Università e della Ricerca. In questa fase gli atenei possono riaprire le proprie porte, ma senza poter svolgere le lezioni frontali. A poter essere aperte, ma solo su prenotazione, saranno esclusivamente le biblioteche e i laboratori. Per i corsi, invece, tutto rimarrà invariato: continueranno a distanza, così come gli esami e le sedute di laurea, almeno fino a settembre. Le eccezioni al momento sono poche. E' il caso, ad esempio, de La Sapienza di Roma che, sfruttando l'autonomia universitaria, ha deciso di provare a svolgere lezioni ed esami, anche se in piccoli gruppi, già da metà giugno. Gli altri atenei, invece, stanno continuando come fatto dalla fine di febbraio: didattica, esami e lauree rigorosamente a distanza. La domanda ora è: cosa succederà nella Fase 3 (che grosso modo coinciderà con l'inizio del prossimo anno accademico)?
Università: da ottobre tutti in aula? Non proprio
Negli scorsi giorni i rettori delle università italiane si sono riuniti in modalità telematica per pianificare insieme il futuro della vita accademica del Paese. Arrivando a una conclusione che pare definitiva: per gli atenei, la Fase 3 partirà a settembre 2020 e si concluderà non prima del 31 gennaio 2021. Ma, più che un ritorno alla normalità, sembra quasi una prosecuzione della Fase2. E' vero che si tratta solo di indicazioni, niente di definitivo: “Non ci stancheremo mai di sottolineare che l’università è una comunità fatta di menti, di persone e di relazioni”, ha sottolineato Ferruccio Resta, presidente della Crui (la Conferenza dei rettori) e rettore del Politecnico di Milano , lasciando intendere che si potrà cambiare idea in qualsiasi momento riattivando la didattica in sede. Ma sembra chiaro dalle parole della maggior parte dei professori universitari che, almeno fino al 31 gennaio, sarà quasi impossibile un vero e proprio ritorno alla normalità. Nel frattempo, gli atenei si stanno preparando ad affrontare un’altra sfida: la didattica mista o «blended» come la definiscono nei documenti ufficiali, che prevede il ritorno in aula, in piccoli gruppi, senza però abbandonare le attività a distanza.