
Sono molti a chiedersi quanto conti oggi possedere un titolo di laurea, considerandola spesso un titolo di studio che nel corso del tempo ha subito una progressiva svalutazione e declassamento nel mondo del lavoro.
Se questa convinzione è purtroppo fondata in molti settori professionali, una ricerca condotta dal consorzio interuniversitario di Almalaurea ha dimostrato invece come la formazione accademica rappresenti un fattore determinante nel campo dell’imprenditorialità.
“Lavoro e imprenditorialità”: lo studio di Almalaurea
Almalaurea, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze aziendali dell’Università di Bologna e Unioncamere, ha fornito dati interessanti sull’andamento e la longevità del mondo dell’imprenditoria oggi, analizzando le carriere di un campione di 2.891.980 laureati in Italia.I dati raccolti, considerati in un periodo compreso dal 2004 al 2018, hanno provato l’importanza decisiva del possesso del titolo di laurea per tutti gli studenti che hanno deciso di fare impresa: il 3,9% delle imprese in tutta Italia, pari dunque a oltre 236mila del loro totale sul territorio, risultano infatti fondate da imprenditori e imprenditrici laureati.
Anche se i risultati ottenuti nel nostro Paese sono considerati un incentivo allo studio universitario, se si analizza l’incidenza della laurea nel campo lavorativo, tuttavia la percentuale italiana di imprenditori laureati (25%) risulta più bassa rispetto a quella del resto d’Europa (57%).
A sottolineare l’importanza di aver compiuto studi universitari propedeutici al settore professionale dell’imprenditorialità, le parole di Giuseppe Tripoli, segretario generale di Unioncamere, chiariscono ogni dubbio in merito: “Per fondare un’azienda serve certamente un’idea brillante e innovativa, ma servono anche le conoscenze per la realizzazione del business plan e le competenze di carattere manageriale sugli aspetti finanziari del fare impresa”.
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I settori maggioritari delle imprese
Dallo studio condotto è emerso che il 53,9% dei fondatori di imprese sono uomini mentre le donne si attestano al 46,1%.La maggior parte delle imprese create (79%) si occupano dei servizi (commercio, attività finanziarie, ristorazione, alloggi, informazione e comunicazione). L’11,6% degli imprenditori preferisce invece il settore agricolo e il 9,4% quello industriale.
La maggioranza costituita dal 60,2% delle imprese ha carattere individuale, il 24,8% rappresenta società di capitale e solo il 15% società di persone.
Infine, il 20,2% di tutte le start-up innovative italiane sono state fondate da laureati e il 24,3% di queste è impegnata nel settore professionale, scientifico e delle attività tecniche.
Influenza della famiglia
I dati della ricerca hanno evidenziato anche l’incisività della famiglia di appartenenza, in particolare del contesto socio-economico di origine, evidenziando la stretta relazione tra gli imprenditori laureati e i ruoli professionali dei genitori che, nella maggior parte dei casi, svolgono un lavoro di alto livello dirigenziale.L’11,5% dei laureati infatti sceglie la strada dell’imprenditoria per continuare l’attività di famiglia, mentre solo il 21% ha un genitore impiegato e il 13,2% un genitore operaio.
Longevità delle imprese grazie alla laurea
Un dato interessante emerso dall’indagine chiarisce che il 37,1% dei laureati hanno fondato la propria impresa prima del conseguimento della laurea, il 27,0% entro il terzo anno accademico e infine il 35,9% dopo il terzo anno di laurea.In generale, ciò che però sancisce l’incidenza della laurea in questo campo professionale sono sicuramente le percentuali del tasso di crescita e di longevità maggioritario nelle aziende fondate da laureati rispetto alle altre. Questo è ovviamente un dato fondamentale poiché dimostra come la laurea non rappresenti solo un pezzo di carta da incorniciare, ma una reale opportunità di costruirsi una brillante e duratura carriera grazie alla formazione che offre il percorso di studi accademico.
A conferma di questa importante tendenza rivelata dai dati, Marina Timoteo, Direttrice di Almalaurea, tirando le somme dello studio effettuato, constata che "le imprese create dai laureati sono più vitali: hanno, infatti, un tasso di crescita e di sopravvivenza più alto assumono forme giuridiche più complesse e contribuiscono a creare opportunità di lavoro anche nelle aree del territorio italiano che vivono maggiori difficoltà economiche. L’indagine conferma, quindi, il dato, già da tempo acquisito dalle indagini di AlmaLaurea: laurearsi conviene. Chi si laurea ha più chances di fare impresa e di far durare l’impresa che ha creato”.