
Le ultime Indagini AlmaDiploma e AlmaLaurea permettono di fotografare le performance formative e professionali delle donne, dalla scuola superiore all'università fino al mercato del lavoro. Che siano mamme o single laureate la situazione non cambia. Le donne continuano ad essere meno pagate degli uomini e la parità salariale è molto lontana. Il Rapporto 2018 sul profilo dei diplomati, realizzato dal consorzio, ha evidenziato come tra i laureati magistrali biennali, a cinque anni dal conseguimento della laurea, le differenze di genere siano davvero consistenti: se il tasso di occupazione per gli uomini è pari al 91,0%, nel caso delle donne si ferma all’84,6%.
Meno soldi per le donne
Differenze significative ci sono, inoltre, anche dal punto di vista dei salari. Tra i laureati magistralibiennali che hanno iniziato l’attuale attività dopo la laurea e lavorano a tempo pieno, il differenziale medio - a cinque anni - è pari al 18,3% a favore dei maschi: 1.675 euro netti mensili rispetto ai 1.416 euro delle donne. con gli uomini che, a parità di mansioni, guadagnano in media 155 euro netti mensili in più delle donne. Questo nonostante queste ultime si laureino con voti più alti: il voto medio di laurea è di 103,5 su 110 (101,6 per gli uomini).
La maternità "penalizza" le ragazze
A penalizzare le ragazze nel proseguimento della loro carriera professionale c'è soprattutto la maternità. Per gli uomini con figli il tasso di occupazione è del 90,2% rispetto al 65,7% per le donne. E nel confronto interno tra laureate la differenza è ancora più marcata: l'84,1% delle donne senza prole è occupato, nel caso delle donne che scelgono di avere figli il dato si ferma al 65.7%. Il differenziale maschi-femmine tra chi ha figli è ancora più evidente in termini salariali: i primi percepiscono percepiscono in media 1.734 euro, contro i 1.350 delle seconde.
Stessa laurea, prospettive differenti
La situazione non cambia se si prendono in considerazione i singoli percorsi di specializzazione: per le lauree in ingegneria gli uomini guadagnano in media 1.808 euro mensili (1.654 per le donne). Stesso discorso per le professioni sanitarie dove i contratti a tempo indeterminato riguardano il 75.4% degli occupati e il 69.5% delle occupate, con una retribuzione di 1.617 euro per gli uomini contro i 1.464 euro delle donne.E nei percorsi umanistici o storico-letterari, solitamente i più scelti dal mondo femminile? Anche qui le donne risultano ugualmente svantaggiate: a cinque anni dal completamento della laurea guadagnano in media 1.231 euro mensili netti (i colleghi maschi percepiscono attorno ai 1.388 euro). Anche nelle aree letterarie il divario salariale è evidente: 1.480 euro per gli uomini rispetto a 1.395 euro per le donne.
Donne poco soddisfatte del proprio lavoro
In generale, infine, le donne risultano leggermente meno soddisfatte del proprio lavoro; in particolare, a cinque anni dalla laurea sono meno gratificate dalle opportunità di contatti con l’estero, dalle prospettive di guadagno e di carriera e dalla stabilità e sicurezza del lavoro. Fanno eccezione, con una maggiore soddisfazione nella componente femminile, l’utilità sociale del lavoro e il tempo libero a disposizione.