
Le università sono state tra le prime strutture a chiudere e sono davvero pochi gli studenti che nell'ultimo anno hanno potuto far rientro nelle proprie aule. Tuttavia un ritorno alla normalità potrebbe non essere troppo lontano come si evince dalle parole espresse dala ministra dell'Università e della Ricerca Cristina Messa. Scopriamo cos’ha dichiarato.
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Riaprire le università: le parole della ministra Messa
La ministra Messa, che ha rilasciato un’intervista a LaStampa, ha richiesto al governo di vaccinare velocemente tutti i docenti universitari in modo da poter riaprire gli atenei: “Includere anche i professori universitari fra gli insegnanti vuol dire dare la stessa importanza all'istruzione di chi è più piccolo e di chi è più grande”. “Vanno vaccinati il più in fretta possibile. Una parte lo sono già, il resto lo farà presto permettendoci di aprire con tranquillità gli atenei". E ha quindi sottolineato "Io sono favorevole a una vaccinazione delle categorie che hanno contatti con il pubblico dagli addetti ai supermercati agli insegnanti”.
Vaccini per gli insegnanti università: dopo si riaprono gli atenei?
Dunque, se si vaccinassero tutti gli insegnanti universitari si andrebbe a una riapertura di tutti gli atenei? “Dipenderà dai decreti che il governo sta approvando. Si segue il principio di una giusta prudenza ma faremo di tutto per riaprire. Parliamo di ventenni che hanno delle esigenze di socialità e di matricole di questo e dello scorso anno che delle università conoscono poco. - Ha continuato a rispondere la ministra Messa - È una perdita enorme in termini di competenze e di vita accademica. Le università – aggiunge inoltre - si stanno attrezzando anche attraverso la Crui, la conferenza dei rettori. Come ministero daremo il nostro sostegno con un aumento delle risorse per le attività tutoriali. Credo che il lavoro dei tutor vada rafforzato pensando non solo a un'attività per riportare gli studenti allo stesso livello di conoscenze ma anche per intervenire da un punto di vista psicologico e sociale”. Subito dopo, nel corso dell’intervista la titolare del dicastero dell’Università e della Ricerca ricorda anche che: “Nel Recovery plan c'è un capitolo sostanzioso dedicato a istruzione e ricerca con 14 miliardi di investimento. È l'occasione per migliorare la ricerca italiana e eliminare i gap che la affliggono mettendo in campo maggiori risorse e riforme in modo da portare un profondo cambiamento nel sistema - e continua - sono necessarie anche riforme per rendere il sistema più flessibile e per permettere ai soggetti del pubblico e del privato di lavorare insieme. Occorre, quindi, una semplificazione normativa molto importante nell'ambito della ricerca e poi una riforma sulla formazione che viene data agli studenti, deve essere più flessibile, deve permettere alle università di aprire in modo più semplice corsi e dottorati innovativi”. Conclude il suo intervento parlando anche del: “Cnr va rilanciato e non sepolto sotto problematiche che poco hanno di concreto. L'ente funziona, c'è un vicepresidente e sto attendendo la cinquina dei nomi per l'elezione del presidente”.
Guarda il video su come è cambiata la vita degli studenti universitari a causa del Covid-19: