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Manfredi: da febbraio ripresa delle lezioni in presenza al 50% e le altre novità in arrivo
Fonte: Gaetano Manfredi via Fb

Il Ministro dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi, nel corso di una videoconferenza dell’Alma Mater di Bologna, ha annunciato alcune interessanti novità in arrivo per la ripresa delle attività didattiche in presenza negli atenei a partire dal mese di febbraio 2021.


Nonostante il difficile anno, i dati raccolti nel 2020 sui nuovi iscritti, sugli esami sostenuti dagli studenti, sui relativi crediti e infine sui laureati sono incoraggianti: ricalcano infatti quelli del 2019, senza evidenziare un declino dell’andamento accademico complessivo ma questo quadro positivo della situazione, non può comunque sostituire la ripresa delle attività ordinarie in presenza che risulta assolutamente essenziale e urgente.
Dopo il termine della sessione invernale di esami, nelle università si assisterà quindi ad una ripartenza graduale che dovrà necessariamente considerare le misure di sicurezza vigenti per contrastare la diffusione del Covid-19.

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Da febbraio ripresa delle attività didattiche nelle università con la didattica mista

Il Ministro ha infatti precisato che da febbraio nelle Università sarà di nuovo avviata una forma di didattica mista al fine di evitare un flusso troppo consistente di studenti negli ambienti accademici. Le lezioni in presenza infatti ospiteranno il 50% della popolazione accademica mentre il restante 50% potrà seguire in modalità sincrona attraverso gli strumenti digitali. Si tratta di una soluzione già sperimentata a settembre all’inizio del nuovo anno accademico che, prima della seconda ondata epidemiologica, aveva consentito una ripresa prudente delle attività accademiche.
Sebbene queste siano le premesse, Manfredi ha comunque sottolineato, che le possibilità e le modalità di una concreta ripartenza dovranno essere valutate e discusse con i “Comitati regionali perché l’Università impatta molto sul sistema dei trasporti”, come riportato da Il Fatto Quotidiano. Questa chiarimento non stupisce affatto se si pensa che negli ultimi mesi il problema dei trasporti è divenuto un nodo imprescindibile nella coordinazione delle azioni nel settore dell’istruzione scolastica e accademica.

Proroga dell’anno accademico? Tra le proposte in fase di discussione

Tra le novità messe in campo per assicurare il ritorno degli universitari alla vita accademica, Manfredi ha annunciato anche la proposta, ancora in fase di discussione, di un possibile prolungamento dell’anno accademico per consentire ai docenti un recupero e un potenziamento delle lezioni e delle attività didattiche svolte interamente in modalità digitale.
Per ora, le parole di Manfredi non lasciano trasparire pronostici sull’attuazione della proposta, limitandosi a garantire però l’apertura del Ministero al suo accoglimento se i Rettori ne riterranno necessaria l’esecuzione: “Il Ministero - riporta Il Fatto Quotidiano - è disponibile: se ci sarà una richiesta da parte della conferenza dei Rettori di operare una proroga, questo sicuramente sarà in attenzione del ministero e provvederemo di conseguenza. Credo che sarà una decisione dei prossimi giorni”.

Il Ministero dell'Università è al lavoro anche per la ripresa del programma Erasmus

Tra i vari progetti universitari che a causa della pandemia hanno subito un repentino arresto, il più importante è stato forse l’Erasmus, il programma di scambio che ogni anno interessa migliaia di studenti in tutto il mondo. Il Ministro ha sottolineato infatti l’importanza formativa dell’esperienza dell’Erasmus che non si risolve in una semplice “mobilità fisica” ma si traduce piuttosto nella possibilità di “vivere l’esperienza di un altro Paese, di un’altra città, di un’altra comunità studentesca”.
Per questo motivo, il Ministero dell’Università è al lavoro per assicurare la ripresa anche di questo importante progetto di scambio culturale e formativo. In realtà però, Manfredi ha dichiarato la volontà del Ministero di creare qualcosa di più significativo dell’Erasmus così come lo conosciamo oggi, non più inteso solo come “uno spazio europeo della ricerca”, ma anche e soprattutto come “uno spazio europeo della formazione che significa la possibilità di poter frequentare l’università muovendosi presso varie università europee”.