
Il Ministro dell’Università, Gaetano Manfredi, durante un’intervista rilasciata nelle ultime ore all’HuffPost, ha spiegato le sue intenzioni per quanto riguarda l’Università e il Covid: le prossime mosse che farà il suo Ministero e la situazione all’interno degli atenei.
Scopriamo insieme quali sono state le sue parole.
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Le parole del Ministro Manfredi su contagi e restrizioni in Università
Il Ministro Manfredi è stato intervistato poche ore fa da HuffPost, rispondendo a vari dubbi in merito al da farsi all’interno degli Atenei per contenere questa nuova impennata dei contagi.Ha quindi inizialmente ribadito che: “Nell’ultimo Dpcm abbiamo stabilito che le misure vengano sempre concordate all’interno del comitato universitario regionale, anche per modularle in relazione a quelle che sono le specificità dei diversi territori. - E ha sottolineato come - A livello regionale, infatti, le problematiche relative alle diverse università sono molto differenti l’una dall’altra anche come utilizzo del sistema dei trasporti, tipologia di affluenza e mobilità. È possibile che ci siano delle restrizioni ulteriori, ma queste verranno fatte territorio per territorio.” Dunque la linea del Ministero è quella di modulare le regole all’interno degli atenei territorio per territorio, senza scelte nazionali, e ha poi aggiunto: “Anche perché per le università abbiamo scelto un sistema misto proprio per fare così, per permettere la trasmissione di tutte le lezioni a distanza e poi una presenza in aula selezionata o per tipologia di corsi o per numero di studenti, con un sistema di prenotazioni. Alla fine i flussi sono tutti controllati e regolati, quindi se si vuole restringere in un luogo lo si può fare in maniera modulare e in tempo reale, perché il sistema si adatta nell’immediato. Il modello sta funzionando bene in tutta Italia.”
Manfredi ha previsto nuove chiusure per le Università?
Ma in che modo il sistema nelle università si adatta in tempo reale? Anche a questa domanda ha risposto Manfredi, portando i dati dalle università lombarde ed emiliane: “all’aumentare del livello di preoccupazione da parte della popolazione è diminuito il numero di studenti che si è prenotato per andare in aula. Il sistema, come dicevo, tende ad adattarsi.” Dunque sarebbero gli stessi studenti che decidono di optare per la didattica a distanza e dunque per la prudenza, senza, per ora, necessità di una regolamentazione nazionale, e infatti Manfredi ha aggiunto: “Se ci sono studenti che devono prendere molti mezzi di trasporto e si preoccupano, alla fine scelgono la didattica a distanza. Noi sapevamo che avremmo attraversato un inverno complesso e quindi per questo motivo abbiamo scelto da subito la strategia che ho appena illustrato.”