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zona rossa

L’emergenza Covid-19 continua, l’indice RT rimane stabile sopra 1 e il governo non allenterà la misura almeno fino a Pasqua. Con l’ultimo monitoraggio settimanale, la Sardegna passa da zona bianca a zona arancione, mentre il Molise da zona rossa passa ad arancione.

Per il resto nessun cambiamento rispetto alla settimana passata.

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Le disposizioni governative, in tal senso, sono chiare. Dal 15 marzo al 6 aprile nelle regioni gialle saranno in vigore le restrizioni stabilite per le zone arancioni (divieto di spostamento dal comune di residenza, bar e ristoranti chiusi) e le misure della zona rossa (negozi, bar, ristoranti e scuole chiuse) si applicano automaticamente non solo nelle regioni con Rt sopra 1,25 ma anche in quelle dove l'incidenza cumulativa settimanale dei contagi è superiore a 250 casi ogni 100.000 abitanti. Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Piemonte, Marche, Lombardia, Campania, Trentino, Puglia e Veneto non cambieranno colore (e resteranno rosse) fino a Pasqua. In base a quanto previsto dalla normativa, infatti, non solo è obbligatorio rimanere nella fascia di maggior rischio (rosso o arancione) per almeno due settimane ma, per venire riclassificati, è obbligatoria la “permanenza per quattordici giorni in un livello di rischio o scenario inferiore a quello che ha determinato le misure restrittive”. In zona arancione restano Abruzzo, Calabria, Liguria, Sicilia, Umbria, Valle D’Aosta, Basilicata, Alto Adige e Toscana, oltre ai nuovi ingressi di Sardegna e Molise.

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Nella zona rossa sono sospesi i servizi educativi per l’infanzia. Inoltre, le attività scolastiche e didattiche delle scuole di ogni ordine e grado (materne, elementari, medie, superiori, istituti tecnici etc.) si svolgono esclusivamente con modalità a distanza. Resta garantita la possibilità di svolgere attività in presenza per gli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali. Così come in presenza sono garantite le attività di laboratorio.
Nella zona arancione, lo ricordiamo, l’attività dei servizi educativi per l’infanzia (asili nido), delle scuole dell’infanzia (ex scuola materna) e per il primo ciclo di istruzione (ex scuole elementari e medie) continua a svolgersi integralmente in presenza. Le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado (licei e istituti professionali) adottano forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica, in modo che almeno al 50 per cento e fino a un massimo del 75 per cento degli studenti sia garantita l’attività didattica in presenza. La restante parte degli studenti partecipa alla didattica a distanza. Resta sempre garantita la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o per mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali, garantendo comunque il collegamento on line con gli alunni della classe che sono in didattica digitale integrata. I Presidenti delle Regioni potranno disporre la sospensione dell’attività scolastica e degli asili nido: nelle aree in cui abbiano adottato misure più stringenti per via della gravità delle varianti; nelle zone in cui vi siano più di 250 contagi ogni 100mila abitanti nell’arco di 7 giorni; nel caso di una eccezionale situazione di peggioramento del quadro epidemiologico. Resta l’obbligo della mascherina dai sei anni in su (così come nella zona rossa).