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Lezioni

Le lezioni in presenza saranno possibili solo per gli studenti con disabilità e con bisogni educativi speciali. Niente didattica in presenza per i figli di chi lavora nei servizi essenziali. Così il Ministero dell'Istruzione chiarisce dopo i dubbi circolati nelle scorse ore in merito alla didattica in classe dopo l'entrata in vigore dell'ultimo DPCM.

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La circolare ministeriale del 4 marzo, esplicativa, per quanto riguarda la scuola, del DPCM del 2 marzo, faceva riferimento alla possibilità di frequentare in presenza per i figli di lavoratori di categorie ritenute essenziali.
L'equivoco era nato proprio perché, in assenza di un elenco che identificasse le categorie ritenute essenziali, si era preso come riferimento l'unico documento che identificava attraverso i codici Ateco quelle categorie di lavoratori che già nel marzo dell'anno scorso, durante il lockdown, erano ritenute professioni essenziali, nell’ambito di specifiche, espresse e motivate richieste e anche in ragione dell’età anagrafica. Si trattava però di un elenco con oltre 90 professioni. Le Regioni hanno chiesto uffiicialmente delucidazioni che sono arrivate domenica con una nota del capo di Gabinetto, Luigi Fiorentino. Il DPCM prevede la possibilità di frequenze in presenza solo per gli studenti disabili e per le attività di laboratorio. Non è contemplata tale possibilità per i figli dei lavoratori di servizi essenziali, richiamati dalla circolare del 4 marzo.

Didattica in presenza, i medici non ci stanno: "Siamo sconcertati"

Non sono inseriti, nella possibilità di andare a scuola, nemmeno i figli degli operatori sanitari, che in un primo momento sembravano avere il diritto a frequentare in presenza. La nota 343 del 4 marzo scorso a firma del Capo Dipartimento Max Bruschi, infatti, dice che va garantita anche “la frequenza scolastica in presenza… degli alunni e studenti figli di personale sanitario o di altre categorie di lavoratori, le cui prestazioni siano ritenute indispensabili per la garanzia dei bisogni essenziali della popolazione, secondo quanto indicato dalla nota 1990/2020, nell’ambito di specifiche, espresse e motivate richieste e … anche in ragione dell’età anagrafica”. Ma la citata nota del 7 marzo del Capo Gabinetto Fiorentino non parla di questa categoria, ribadendo di fatto che possono fare lezione in presenza solo gli alunni con disabilità, DSA e BES.

"Siamo sconcertati per il susseguirsi di decisioni contrastanti sulla possibilità per i figli dei medici, degli odontoiatri e dei sanitari in genere di poter frequentare la scuola in presenza”, afferma la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo), che chiede il ripristino della deroga: "Avevamo chiesto un cambio di passo nelle organizzazioni sociali, che consentisse alle professioniste e ai professionisti di conciliare la vita lavorativa con quella familiare. Invece i nostri figli trovano chiuse, in molte regioni, e senza preavviso, le porte dei loro istituti scolastici". Sull'argomento interviene l'ANP, l'associazione nazionale dei presidi: "In Italia non esiste una legge che stabilisca quali sono le categorie dei lavoratori essenziali, anche se conveniamo tutti che i medici lo siano. Tuttavia se dovessimo mettere a frequenza i figli di tutti i lavoratori essenziali significherebbe un numero consistente di ragazzi in presenza a scuola; va quindi trovato un punto di equilibrio", ha detto Antonello Giannelli, intervenuto a Coffee Break in onda su La7. "L'unica norma può riguardare gli studenti con disabilità o quelli che frequentano attività laboratoriali essenziali per conseguire il diploma di studio", ha aggiunto.

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