paolodifalco01
di paolodifalco01
Autore
9 min lettura
Chiara SgrecciaDa studentessa, come le dicevano già le maestre delle elementari, aveva il talento di "saper creare immagini nella testa di chi legge". Lei però cercava un modo per provare ad aggiustare le storture della società e, quando ha capito che la scrittura poteva esserle d'aiuto, ha scelto di fare la giornalista.

Stiamo parlando di Chiara Sgreccia, giornalista che ha collaborato con diverse testate come Panorama, Il Sole 24 Ore e che adesso scrive per l'Espresso. Qui si occupa quasi quotidianamente di giovani e delle loro richieste al mondo della politica.

Chiara nella nuova puntata del podcast di Skuola.net, #FuoriClasse, ci ha parlato della volontà delle nuove generazioni di scendere in piazza per portare avanti le loro richieste e di come, molte volte, la risposta delle istituzioni sia insufficiente.

La voglia di cambiare il mondo

Come sottolinea subito Chiara, "ero una studentessa diligente che studiava molto. La scuola è sempre stata una parte della mia vita che però non ha mai occupato tutto lo spazio. Quindi ogni volta che ho pensato fosse importante dedicarmi ad altro, l'ho fatto: dall'uscita con gli amici all'evento a cui volevo andare...Per esempio, in quinta superiore mi sono innamorata di un ragazzo che viveva in Australia e così sono andata a vivere lì saltando quasi un mese di scuola".

"Tra l'altro" - continua Chiara - "al rientro in Italia ci siamo lasciati ma è stata un'esperienza di vita che farei altre milioni di volte. Un esperienza che ho fatto preparandomi: ho cercato di fare prima tutte le interrogazioni e ho lavorato per pagare il prezzo del biglietto".

"Sono stata quindi una studentessa diligente che però sa cosa vuol dire trovarsi impreparata di fronte alle interrogazioni e prendere delle insufficienze. Sa cosa vuol dire essere richiamata dai professori, visto che ho fatto la rappresentante di classe e d'istituto. Pensavo veramente che con l'impegno sarei riuscita a cambiare le cose e, di conseguenza, a volte non sopportavo il potere precostituito dell'autorità".

L'amore per la scrittura e i viaggi in giro per il mondo

La passione per il giornalismo invece "è nata dalla vita nel senso che ho sempre scritto. Le maestre delle elementari mi dicevano che sapevo creare immagini nella testa di chi legge. All'università poi ho fatto parte di un gruppo di studenti che si autoproducevano una rivista indipendente. Nonostante questo, non avevo ancora capito che scrivere sarebbe potuto diventare il mio lavoro".

"Dopo l'università, effettivamente, ho iniziato a lavorare scrivendo: mi occupavo dell'ufficio stampa di uno studio di architettura. Lì scrivevo tutti i giorni, scrivevo tantissimo ma era un lavoro molto settoriale. Mi mancava la sensazione di dare il mio piccolo contributo alla costruzione di una collettività più bella. Da lì ho capito che volevo scrivere nel senso che volevo proprio fare la giornalista, non scrivere e basta".

"In quel periodo stavo a Firenze e convivevo con quello che era il mio compagno. Faceva e fa tuttora il fotoreporter e abbiamo pensato, 'ma perché non ci proviamo insieme?' Così sono arrivati i primi viaggi con il sogno di realizzare reportage in parti del mondo un po' più insolite, un po' meno considerate. Alla fine, con tanta fatica, ci siamo riusciti: i giornali compravano i nostri lavori. Poi ho deciso di intraprendere il percorso canonico per diventare una giornalista professionista e adesso, eccoci qui".

Le nuove generazioni e le loro richieste al mondo della politica

Per l'Espresso Chiara si occupa soprattuto di nuove generazioni. Difatti, come evidenzia, "oggi il problema più grande è che a parlare di giovani non sono i giovani così si costruisce una narrazione che non è congruente con la realtà. Un giornalista per capire cosa pensa un giovane, cosa pensa un ventenne, lo deve chiedere a un ventenne".

"Diverse poi sono le rivendicazioni che le nuove generazioni portano avanti: dall'attenzione alla tutela della salute mentale alla riappropriazione dello spazio sia fisico che quello teorico nel dibattito. C'è la volontà di garantire il diritto allo studio, il rispetto del mondo in cui viviamo e la ricerca di un posto nel mondo del lavoro."

"Direi" - conclude Chiara - "che la generazione di oggi cerca di affermare se stessa con i propri bisogni, le sue caratteristiche, le sue priorità. Una generazione che non sta sul divano a guardare la tv ma che riporta la politica in piazza dopo anni di silenzio e dopo il covid-19".

Le risposte delle istituzioni

Se le rivendicazioni non mancano, forse a mancare sono le risposte da parte del mondo della politica. "Le istituzioni cercano di rispondere ai giovani ma è evidente che le richieste che loro portano in piazza non sono la priorità del Paese. Potremmo sintetizzare dicendo che ci sono solamente dei tentativi di risposta perché da un lato è come se mancasse una reale comprensione da parte della classe politica delle richieste effettive dei giovani, dall'altro lato c'è il fatto che i giovani non sono la priorità dell'Italia".

"Qui ci si dimentica che se non si punta sui giovani si punta a sopravvivere ma non a costruire un futuro, non ad immaginare come sarà il Paese tra un po' di tempo. Un problema di ampio raggio visto che il nostro Paese cerca di dare delle risposte a breve termine a dei problemi che molto spesso sono fatti stringenti soprattutto per l'incuria, una visione diversa o per mancanza di visione degli anni precedenti. Mi sembra che, da un po' di tempo, cerchiamo di mettere delle toppe per provare ad andare avanti".

In questo clima non sorprende che, come rivela un sondaggio dell'Espresso, le nuove generazioni "non si sentono rappresentate dai partiti politici, non si fidano dei loro programmi e per questo non vanno a votare. Una cosa pericolosissima per una democrazia che, per quanto imperfetta, resta la migliore forme di governo che abbiamo".

"Questo però non vuol dire che ai giovani la politica non interessi ma, anzi, le piazze piene dicono tutt'altro. Forse siamo in una fase di transizione e bisognerebbe dare ai giovani posti di responsabilità nelle organizzazioni, nei partiti perché appunto la società cambia e si devono evolvere anche le istituzioni", conclude Chiara.

Paolo Di Falco

Data pubblicazione 29 Settembre 2023, Ore 16:23
Skuola | TV
E ADESSO? La verità su cosa fare dopo la maturità

Rivedi lo speciale di Skuola.net e Gi Group dedicato a tutti i maturandi che vogliono prendere una decisione consapevole sul proprio futuro grazie ai consigli di esperti del settore.

Segui la diretta