
Stiamo parlando di Bianca Arrighini che a 25 anni è la cofondatrice di Factanza, uno spazio che quotidianamente riesce a raggiungere più di un milione di persone e che si pone come obiettivo quello di fare un'informazione di qualità.
Bianca nella nuova puntata del podcast di Skuola.net, #FuoriClasse, ci ha parlato del perché i giovani non si fidano più dei media tradizionali e del perché è importante che le nuove generazioni siano informate per una società futura migliore.
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La voglia di provare a capire anche le materie che non le piacevano
Bianca precisa subito che lei era quella tipica studentessa a cui veniva ripetuta la classica frase 'è brava ma non si applica':"Sono sempre stata una studentessa nella media e mi piaceva studiare solamente le materie che, a parer mio, erano più interessanti. Per questo facevo molto fatica a studiare quelle che non apprezzavo particolarmente ma, nonostante questo, me la sono sempre cavata. Ho avuto un debito in matematica al primo anno e poi alla fine sono uscita con un buon voto alla Maturità".A darle una grande mano è stata la sua curiosità:"Al liceo mi sentivo molto ignorante sopratutto in quelle materie che non mi piacevano come geografia. Avvertivo una certa mancanza è ho sempre cercato qualcuno che mi potesse dare delle piccole spiegazioni. All'università poi ho capito che sapere tante cose è bellissimo, bisogna solamente trovare il modo di spiegarle in modo giusto".
La sfiducia della Gen Z nei confronti dei media tradizionali e delle vecchie generazioni
Uno degli aspetti più critici dei nostri tempi è che "la nostra generazione non si fida per niente delle notizie che provengono dai media tradizionali. Secondo l'ultimo rapporto di Reuters il 70% degli italiani non si fida di quello che legge. Una percentuale altissima dovuta anche al fatto, per esempio, che i più giovani sono cresciuti vedendo i titoli clickbait, con informazioni falsate..."A questo si aggiunge anche la scarsa considerazione da parte delle vecchie generazioni per i giovani:"L'Italia è uno dei paesi con la popolazione più anziana del mondo. Di conseguenza un politico non farà programmi per i giovani ma cercherà di accattivarsi la fascia della popolazione più ampia. Da qui si arriva ai giornali che, nella maggior parte dei casi, descrivono le nuove generazioni come nullafacenti e sfaticati".
La nascita di Factanza
E' in questo contesto che si colloca la nascita di Factanza avvenuta nel 2019 "quando Instagram era ancora un social molto fighetto e veniva utilizzato per caricare foto di viaggi, vacanze e cibo. Io stavo facendo l'Erasmus e insieme a Livia pensavo a tutto il tempo che passavamo su questo social dove, con contenuti interessanti, si poteva anche imparare qualcosa. Tra l'altro, io ho sempre avuto una propensione per la grafica e la comunicazione, Livia per il giornalismo e così abbiamo aperto la pagina senza pensare minimamente che questo potesse diventare un lavoro"."Siamo partite in due e adesso siamo in quindici, abbiamo una community che conta più di un milione di followers, degli uffici fisici a Milano, abbiamo vinto anche diversi premi giornalistici... Siamo diventati a tutti gli effetti una realtà grande e strutturata in circa due anni. Come si spiega la nostra crescita? Le persone si affidano a noi quando non capiscono i grandi fenomeni della nostra società come nel caso della pandemia o dello scoppio della guerra in Ucraina. Fenomeni che noi cerchiamo di spiegare in maniera semplice attraverso contenuti di qualità. Inoltre, i contenuti che vanno meglio sono quelli di carattere psicologico perché difficilmente i media parlano di salute mentale".
L'informazione alla base della società
Alla base di Factanza, sottolinea Bianca c'è "la convinzione che l'informazione sia alla base di tutto: un Paese senza persone che si informano non può funzionare. La nostra generazione, in questo senso, ha una grande responsabilità visti sopratutto tutti i problemi che abbiamo ereditato dalle vecchie generazioni. Da qui l'importanza di essere consapevoli per cercare di migliorare tutto quello che non va".Rispetto alla società del passato bisogna anche sottolineare come sia cambiato del tutto il contesto socioeconomico:"I nostri genitori quando uscivano dall'università avevano otto offerte di lavoro, noi invece non veniamo considerati da nessuno. Allo stesso modo, un tempo iniziando a lavorare era vero che con l'impegno avresti potuto ottenere quel successo lavorativo che aveva anche un riscontro economico, adesso la situazione è più complessa. I media tradizionali però, più di un contesto completamente diverso, preferiscono parlare del classico luogo comune dei ragazzi che non vogliono lavorare".
Paolo Di Falco