Cicerone97
Sapiens
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Concetti Chiave

  • L'episodio si concentra sul duello tra Ettore e Achille, culminando con la morte eroica di Ettore durante uno scontro valoroso.
  • Ettore, spaventato dalla presenza di Achille, tenta di fuggire, ma viene inseguito senza tregua dal guerriero greco.
  • Il duello tra i due eroi è osservato dalle divinità, con Zeus che esprime compassione per Ettore, mentre Atena interviene a favore di Achille.
  • La corsa tra Ettore e Achille si svolge attorno alle mura di Troia, simile a una corsa di cavalli, con Achille che impedisce a Ettore di rifugiarsi tra i suoi.
  • Ettore è destinato a soccombere senza l'aiuto di Apollo, mentre Achille cerca di assicurarsi la gloria personale nel confronto.

Indice

  1. La morte di Ettore
  2. Il duello tra Achille ed Ettore
  3. La corsa disperata di Ettore
  4. La decisione degli dei
  5. L'inseguimento finale

La morte di Ettore

In questo appunto è presente la parafrasi del testo La morte di Ettore che è stato tratto dal libro 22 dell’Iliade, poema epico dell’autore greco Omero. Si riporta soprattutto tutta la parafrasi del testo dell’Iliade che vede l’episodio in cui durante il duello con Achille, Ettore perde la vita combattendo coraggiosamente e con grande valore.

parafrasi dei versi 1-120 del terzo libro dell'Iliade

Il duello tra Achille ed Ettore

In questo modo rifletteva attendendo, e Achille gli fu accanto, come il guerriero Apollo, scuotitore dell’elmo, alto muovendo sulla spalla la lancia di Achille, temibile: il bronzo gli splendeva attorno, come la luce di un fuoco rovente o del sole che spunta.

La corsa disperata di Ettore

Appena lo vide, Ettore si spaventò, e, non riuscendo ad aspettarlo fermo, fuggì lasciandosi alle spalle le porte Scee: Achille lo inseguì, aiutato dai piedi veloci; come il nibbio nel cielo, che è il più veloce degli uccelli, insegue senza sforzo una colomba tremolante, che gli fugge sotto, ma il nibbio gridandole addosso, vola veloce, convinto dal cuore a colpirla, così Achille correva furente: Ettore rabbrividì sotto le mura dei Troiani e agitava celermente le gambe. Andarono oltre la torre difensiva e il fico selvatico ventoso, lungo la strada dei cocchi, distanziandosi di continuo dal muro, poi giunsero a due belle fonti; dove sgorgano le sorgenti dell’agitato fiume Scamandro, una emette acqua calda e attorno ad essa sale fumo di vapore, come se ci fosse un incendio; l’altra anche d’estate ha una temperatura uguale al ghiaccio, alla grandine o alla freddissima neve. Nei pressi ci sono lavatoi pieni d’acqua, splendidi, fatti di pietra, dove i colorati vestiti erano lavati dalle mogli dei Troiani e dalle loro figlie, una volta, quando c’era la pace, prima che attaccassero gli Achei. I due eroi correvano lì, uno fuggiva, l’altro inseguiva; un vigoroso fuggiva davanti e uno ancora più potente lo pedinava da dietro, velocissimo: perché non c’era disputa per il corpo o la pelle di una preda – sono questi spesso i trionfi ai piedi degli uomini, ma correvano per la vita di Ettore, addestratore di cavalli.

La decisione degli dei

Come verso l’arrivo i cavalli galoppano con zoccoli veloci, abituati a vincere, cavalcano fulminei, perché il premio in palio è importante, tripode o donna, per il valore di un guerriero defunto; così essi attorniarono la rocca di Priamo per tre volte, velocemente: li osservavano tutte le divinità, e cominciò a parlare Zeus: “Ahimè, colui che vedo inseguito dietro le mura è un uomo fedele, e sono triste per Ettore, che mi ha offerto moltissime cosce di buoi nel più alto punto della città; adesso Achille potente lo insegue rapidissimo attorno alla rocca di Priamo. Pensate, o dei, se possiamo salvarlo dalla morte, oppure se ormai lo spingiamo contro il Pelide, sebbene sia forte”. Gli rispose Pallade Atena: “O padre, bianca saetta, nube bruna, che hai detto? Come vorresti salvare dalla morte, funesto pianto, un uomo mortale, soggetto sempre al fato? Fai ciò che vuoi, ma noi non ti stimeremo”. Ribatté Zeus, che controlla i cieli: “Dai, mia terzogenita, non parlo seriamente: voglio essere benevolo con te. Scendi sulla terra e fa ciò che devi fare”. Così detto, liberò la desiderosa Atena che scese dall'Olimpo immediatamente.

L'inseguimento finale

Achille inseguiva Ettore senza tregua, come un cane in montagna che insegue un cucciolo di cervo per pianure e per burroni, dopo averlo stanato: e se quello si nasconde dietro un cespuglio, il cane corre lo stesso seguendo le tracce finché lo scopre; così Ettore non sfuggiva al veloce Achille. Ogni volta che pensava di entrare nelle porte dei Troiani, in modo che l’avessero potuto aiutare, Achille gli si interponeva, costringendolo a girarsi verso la piana: lui volava sempre alla fortezza. Come non si può fuggire ai sogni, Ettore non può scampare, Achille non può arrivarci, così l’uno correndo non poteva prenderlo, l’altro non poteva salvarsi. E come avrebbe potuto Ettore sfuggire al destino di morte, senza il sostegno di Apollo che lo incitava a correre? Il Pelide proibiva ai soldati di agire, perché non voleva che le loro frecce gli rubassero la gloria di aver ucciso Ettore.

per ulteriori approfondimenti sulla morte di Ettore vedi anche qua

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'episodio centrale descritto nel testo?
  2. L'episodio centrale è la morte di Ettore durante il duello con Achille, tratto dal libro 22 dell'Iliade di Omero.

  3. Come viene descritto il duello tra Achille ed Ettore?
  4. Il duello è descritto con grande intensità, mostrando Achille come un guerriero temibile e Ettore che, spaventato, tenta di fuggire.

  5. Qual è il ruolo degli dei nella decisione del destino di Ettore?
  6. Gli dei, osservando il duello, discutono se salvare Ettore dalla morte, ma alla fine Zeus permette ad Atena di intervenire a favore di Achille.

  7. Come viene rappresentata la corsa disperata di Ettore?
  8. Ettore è descritto mentre fugge disperatamente da Achille, paragonato a un nibbio che insegue una colomba, correndo attorno alla rocca di Priamo.

  9. Qual è l'atteggiamento di Achille durante l'inseguimento finale?
  10. Achille insegue Ettore senza tregua, determinato a non permettere che altri soldati interferiscano, volendo la gloria di uccidere Ettore per sé.

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