
All'Esame di Maturità 2022 rimarranno le due prove scritte: è quanto deciso e ribadito in queste ore dal Ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi. Nessun ripensamento, nemmeno alla luce delle diverse proteste da parte degli studenti o dei dubbi esposti dal CSPI e dalle Consulte studentesche regionali.
Bianchi va per la sua strada e conferma che l'Esame sarà ragionato in base anche alle difficoltà incontrate dai ragazzi in questi ultimi due anni.
L'unica novità che potrebbe essere accolta dal Ministro è quella che riguarda la rimodulazione dei crediti scolastici. Nella riunione con i rappresentanti dell’ufficio di coordinamento nazionale delle Consulte ieri l'inquilino di Viale Trastevere ha lasciato aperta l'opportunità di una diversa valutazione finale.
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Maturità 2022: Bianchi conferma le prove scritte ma potrebbero cambiare i crediti
Le due ore di riunione che hanno visto impegnati il Ministro dell'Istruzione e i rappresentanti regionali delle Consulte studentesche non hanno portato i frutti sperati dagli studenti. Nonostante la reintroduzione delle prove scritte alla Maturità 2022 sia una scelta reputata troppo "accelerata" per tanti, Bianchi si è detto forte della decisione presa. Nessun cambio di rotta da Viale Trastevere: l'Esame consisterà in due prove scritte e nella prova orale.L'unico risultato che è emerso dalla riunione è quello che riguarda i crediti scolastici: le Consulte studentesche hanno strappato a Bianchi una promessa circa la possibilità di aumentare i crediti formativi dell'ultimo anno. Fino a questo momento i criteri di valutazione assegnano a ogni studente un massimo di 40 punti complessivi, ottenuti nel corso del triennio, e 20 punti assegnati per ogni prova scritta, per un totale di 60 complessivi. La proposta posta sul tavolo dalle Consulte è quella di aumentare a 70 i punti assegnati al percorso del triennio e 30 alle prove scritte.
Un'idea che pare a Bianchi non sia dispiaciuta: "Abbiamo chiesto al ministro – spiega Marco Scognamillo, portavoce delle Consulte – di invertire la valutazione ovvero di dare fino a un massimo di 70 punti per il percorso svolto negli anni di studio e 30 per le prove e il colloquio. Bianchi è rimasto sorpreso della nostra proposta. Non si è sbilanciato ma ci ha promesso che ci penserà e che porrà la questione a chi di dovere".
Ospite di Radio24, il ministro stesso ha confermato di voler riflettere su questa proposta, magari opportunamente rielaborata: "L'ipotesi di dare più peso al percorso del triennio che all'esame in sé? Gli studenti hanno fatto questa richiesta in maniera molto ponderata e in maniera altrettanto ponderata ci sto ragionando su", ha detto il ministro dell'Istruzione".