
La Maturità 2020 si sta avvicinando, infatti la fatidica data di inizio è fissata per il 17 giugno 2020. Ma non sono pochi gli studenti, i docenti e i membri del personale ATA che durante questo periodo si stanno scoprendo contrari alle modalità scelte per questo esame al tempo del Coronavirus. Infatti il Ministero dell’Istruzione ha insistito molto affinché gli esami di Maturità 2020, nonostante l’emergenza sanitaria ancora in atto, potessero svolgersi in presenza: scopriamo quindi le motivazioni di chi ancora oggi è scettico sul buon funzionamento del rientro in classe di studenti e professori in occasioni degli esami di Stato 2020.
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No alla Maturità 2020 in presenza: ecco le motivazioni
Il fronte del ‘no Maturità 2020’ ha aggiunto nuove frecce al suo arco: infatti la posizione di molti, contrari all’esame in questa forma, si è un po’ ammorbidita. Infatti ben venga lo svolgimento dell’esame, è la modalità in cui dovrebbe essere svolto a far sorgere questioni. L’esame di Maturità 2020, per chi ancora non lo sapesse, sarà composto da un’unica prova orale che per imposizione del Ministero dell’Istruzione dovrà svolgersi in presenza, quindi con studenti e docenti fisicamente in aula. Dalla decisione del Ministero sono nate parecchie polemiche, una su tutte formatasi, come spesso succede, online, sotto forma di gruppo su Facebook, dal nome eloquente: “Gruppo maturità 2020 online”. Il gruppo è nato da sole 2 settimane e al suo interno conta già oltre 5700 docenti iscritti ed è pronto per schierarsi contro il ritorno in classe per svolgere l’esame di Stato 2020. “L’esame di maturità in classe proposto dal ministro all’istruzione, Lucia Azzolina, va sostenuto solo se viene garantito il contagio nullo, altrimenti, meglio andare all’interrogazione online” si legge all’interno della descrizione del gruppo Facebook. Ma le proteste non si fermano di certo qui.
Petizione per svolgere l’esame di Maturità 2020 online
Il gruppo facebook “Maturità 2020 on line” ha organizzato una vera e propria raccolta firme su moduli Google da inviare direttamente, regione per regione, agli organi competenti per territorio, come Presidenze di regione, Consigli comunali, prefetture. Il testo allegato alla raccolta firme dice: “Noi docenti, genitori, studenti e personale ATA delle comunità scolastiche della Regione …………, esprimiamo la nostra preoccupazione per il fatto che, a meno di un mese dall’inizio dell’Esame di Stato, la ministra Azzolina abbia definitivamente deciso di sostenere gli esami di stato in presenza, nonostante l’epidemia di Coronavirus.La nostra preoccupazione riguarda il fatto che non sarà in alcun modo possibile essere in condizioni di sicurezza, anche in considerazione che il protocollo di sicurezza prevede una mascherina chirurgica (non per i candidati peraltro), distanza di 2 mt, che sappiamo non essere sufficiente in un’aula in cui si permane per ore. Non vengono nemmeno presi in considerazione gli asintomatici. Non sono previsti test sierologici e si parla di un rischio calcolato, che a nostro avviso non è affatto calcolato.
Le aule scolastiche più grandi sono di circa 25 mq e ogni esame dura circa un’ora, il ché significa una permanenza in aule poco arieggiate con altri 6 commissari per almeno 7 ore al giorno. In aggiunta ci saranno un candidato (senza mascherina) e il testimone per un’ora di esame a rotazione (l’esame prevede 5 candidati al giorno).
I bagni della scuola sono comuni e con un piano di sicurezza così beffardamente studiato, considerato anche che non ci vengono forniti né guanti né altri DPI, saremmo comunque tutti in condizione di rischio, senza poter usufruire del bagno, senza aria condizionata, senza ventilatori. Anche molti genitori dei ragazzi sono preoccupati, molti abitano in provincia e i ragazzi dovrebbero prendere treni, pullman e mezzi pubblici. La decisione degli esami in presenza suscita perplessità anche tra gli studenti e molti dirigenti, che non vogliono giustamente assumersi la responsabilità penale di un eventuale contagio. Cosa accadrebbe poi se un presidente, un commissario, un alunno, un addetto ATA dovessero ammalarsi? Si bloccherebbe tutto l’esame e finirebbero tutti in quarantena? E fino a quando? Come farebbero i ragazzi che devono iscriversi all’università? In un periodo in cui anche le Università fanno esami e tesi di laurea online, mi sembra dannoso, anacronistico e poco utile perseguire ostinatamente questa modalità di esame”.
Chissà se avrà effetto sulla modalità di svolgimento della prova di Maturità 2020?