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Habilis
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In questo appunto si descrive l'integrazione che è un concetto fondamentale dell'analisi matematica che ha origine da due problemi apparentemente diversi l'uno dall'altro ma che, sono intimamente collegati tra di loro. Il primo problema riguarda le funzioni: se conosciamo la derivata di una funzione

[math]f[/math]

, come possiamo trovare l'equazione di

[math]f[/math]

? Il secondo problema è legato alla determinazione dell'area di una figura piana il cui contorno è delimitato da una funzione e dall'asse delle ascisse oppure da più funzioni.

Se conosciamo le equazioni delle varie funzioni come possiamo trovare il valore dell'area da esse racchiusa? Perché i due problemi sono strettamente collegati? Perché per risolvere il secondo problema con un integrale definito, sarà necessario passare attraverso la risoluzione del primo, calcolando un integrale indefinito. Rivediamo in questo punto di analisi il concetto di primitiva, di integrale indefinito e di integrale definito.

Primitive e integrale indefinito articolo

Indice

  1. Definizione di primitiva e di integrale indefinito
  2. Caratterizzazione delle primitive, dimostrazione
  3. Significato geometrico dell’integrale indefinito
  4. Proprietà dell'integrale indefinito e metodi di calcolo
  5. Integrazione operazione inversa della derivazione
  6. Integrale definito, cenni
  7. Integrali impropri

Definizione di primitiva e di integrale indefinito

L’operazione di derivazione, quando è possibile, associa a una funzione un’altra funzione, la sua derivata, che è unica. Vogliamo ora affrontare il problema inverso della derivazione: data una funzione, esiste una funzione la cui derivata sia uguale alla funzione data?
Per esempio, data la funzione

[math]f(x)=2x[/math]

, ci chiediamo se esiste una funzione

[math]F(x)[/math]

la cui derivata sia proprio

[math]2x[/math]

. Una funzione di questo tipo viene detta primitiva di f(x). Se abbiamo studiato le derivate, riconosciamo che la funzione

[math]F(x)=x^2[/math]

ha come derivata

[math]2x[/math]

, quindi, possiamo affermare che

[math]x^2[/math]

è una primitiva di

[math]2x[/math]

.
Diamo ora una definizione rigorosa:
Sia

[math]f[/math]

una generica funzione reale definita in un intervallo

[math][a,b][/math]

, si definisce primitiva di

[math]f[/math]

nell’intervallo

[math][a,b][/math]

la funzione

[math]F[/math]

derivabile in

[math][a,b][/math]

, tale che:

[math]F’(x)=f(x) \forall x \in [a,b][/math]

La primitiva di una funzione non è unica. Ecco altre funzioni che hanno come derivata

[math]2x[/math]

:

  • [math]f(x)=x^2+1 \to f’(x)=2x[/math]
  • [math]f(x)=x^2-\pi \to f’(x)=2x[/math]
  • [math]f(x)=x^2+\sqrt{2} \to f’(x)=2x[/math]

Tutte queste funzioni differiscono per il termine noto, possiamo dire che la scrittura:

[math]f(x)=x^2+c \wedge c \in \Re[/math]

le rappresenta tutte.
Come avevamo intuito, le primitive di una funzione in un dato intervallo sono infinite e coincidono a meno di una costante.
Si dice integrale indefinito della funzione

[math]f[/math]

l’insieme delle sue primitive e si indica come segue:

[math]\int f(x)dx=F(x)+c \text{con} c \in \Re[/math]

Caratterizzazione delle primitive, dimostrazione

Sia

[math]f[/math]

una generica funzione reale definita in un intervallo

[math][a,b][/math]

e

[math]F[/math]

una sua primitiva. Allora, tutte e solo le primitive della funzione

[math]f[/math]

saranno della forma

[math]F(x)+c[/math]

, con

[math]c \in \Re[/math]

.
Dimostrazione
Si prendono in considerazione due generiche primitive

[math]F[/math]

e

[math]G[/math]

della funzione

[math]f[/math]

e si definisce una nuova funzione

[math]H[/math]

costruita come differenza di

[math]F[/math]

e

[math]G[/math]

:

[math]H(x)=G(x)–F(x)[/math]

La derivata della funzione

[math]H[/math]

è la differenza delle derivate delle funzioni componenti:

[math]H’(x)=G’(x)–F’(x)=f(x)+c-f(x)-c=0[/math]

Applicando alla funzione

[math]H[/math]

il teorema di Lagrange rispetto all’intervallo

[math][a,b][/math]

e ponendo

[math]x \in (a, b][/math]

, dovrà esistere un punto

[math]x_0 \in [a,b][/math]

tale che:

[math]H’(x_0)=\frac{H(x)–H(a)}{x-a}[/math]

Cioè:

[math]H(x) – H(a) = H’(x_0) \cdot (x-a) = 0 \cdot (x-a) = 0[/math]

Da ciò risulta che

[math]H(x)=H(a)[/math]

per ogni

[math]x \in (a, b][/math]

.

Ponendo ora

[math]H(a) = c[/math]

(in quanto costante) risulta che anche

[math]H(x)[/math]

è costante per ogni

[math]x \in [a,b][/math]

, e del resto la derivata

[math]H’(x)[/math]

, nulla, indicava lo stesso.
Si potrà quindi affermare che:

[math]G(x) – F(x) = H(x) = c \rightarrow G(x) = F(x) + c[/math]

Abbiamo provato che da una primitiva

[math]F(x)[/math]

se ne possono ottenere infinite altre aggiungendo ad essa costanti c diverse.
Poiché tutte le primitive di una funzione

[math]f(x)[/math]

sono funzioni del tipo

[math]F(x)+c[/math]

, geometricamente sono rappresentate da infinite curve piane ottenute dal grafico di F(x) mediante una traslazione verticale di vettore

[math] \overrightarrow{v}(0; c)[/math]

; a ogni valore di c corrisponde una curva.
La primitiva

[math]F(x)[/math]

che si ottiene per

[math]c=0[/math]

si chiama primitiva fondamentale.

Significato geometrico dell’integrale indefinito

Visto che l'integrale indefinito di una funzione è costituito da un insieme di funzioni i cui grafici si ottengono l'uno dall'altro mediante traslazioni lungo l'asse y, i grafici, nei punti di uguale ascissa, hanno le tangenti parallele.
Tra il grafico di una funzione e il segno della derivata prima sappiamo che esiste il seguente legame:

  • dove la derivata prima è positiva la funzione è crescente
  • dove la derivata prima è negativa la funzione è decrescente

Questo legame si rivela utile per indagare sui grafici delle corrispondenti primitive

[math]F(x)[/math]

:

  • negli intervalli in cui la funzione è positiva le primitive sono crescenti
  • negli intervalli in cui la funzione è negativa le primitive sono decrescenti
  • in corrispondenza degli zeri della funzione le primitive hanno tangente orizzontale.

Proprietà dell'integrale indefinito e metodi di calcolo

L'operazione di ricerca delle primitive di una funzione

[math]f(x)[/math]

si chiama integrazione indefinita, la funzione

[math]f(x)[/math]

si chiama funzione integranda e la variabile x è la variabile d’integrazione. Se k è un numero reale e se le funzioni integrande sono continue, valgono le seguenti proprietà di linearità:

  • Proprietà di omogeneità: l'integrale del prodotto di una costante per una funzione è uguale al prodotto della costante per l’integrale
  • Proprietà additiva: l'integrale della somma di più funzioni è uguale alla somma degli integrali delle singole funzioni;

Queste due proprietà sono applicate in modo ricorrente nel calcolo degli integrali indefiniti.
Non esistono proprietà riguardanti l’integrale di un prodotto o di un quoziente di funzioni; quindi, è necessario studiare per tali casi altri metodi risolutivi.
Gli integrali indefiniti di tipo immediato sono gli integrali indefiniti delle funzioni elementari. In tutti i libri di analisi matematica è possibile reperire una tabella degli integrali indefiniti da consultare per lo svolgimento degli esercizi, in maniera del tutto analoga alla tabella delle derivate fondamentali.

Vediamo quali sono i metodi di integrazione

Per approfondimenti sugli integrali indefiniti vedi anche qua

Integrazione operazione inversa della derivazione

Dalle regole di derivazione delle funzioni elementari ricaviamo gli integrali indefiniti fondamentali.
L’integrale indefinito di

[math]cos x[/math]

è l’insieme delle primitive di

[math]cos x[/math]

, cioè

[math]sin x+c[/math]

. Scriviamo:

[math]\int \sin(x) dx=-\cos(x)+c[/math]

Riportiamo altri esempi:

[math]\int \cos(x) dx = \sin(x) + c[/math]

[math]\int \tan(x) dx = - \ln(|\cos(x)|) + c[/math]

[math]\int \cot(x) dx = \ln(|\sin(x)|) + c[/math]

Una funzione che ammette una primitiva (e quindi infinite primitive) si dice integrabile.
Quali sono le funzioni integrabili?
Si può dimostrare che è valido il seguente teorema.

Condizione sufficiente di integrabilità
Se una funzione è continua in un intervallo chiuso e limitato

[math][a; b][/math]
, allora ammette primitive nello stesso intervallo. Non sempre una funzione continua è derivabile. Per esempio, ci sono funzioni continue con punti angolosi, e in tali punti non sono derivabili

Integrale definito, cenni

Nelle applicazioni di carattere scientifico e tecnico si presentano spesso situazioni in cui la misura dell’area di una superficie delimitata dal grafico di una funzione è dall’asse delle ascisse, in un dato intervallo, assume un rilevante significato fisico. Perciò è importante imparare a calcolare la misura dell’area di una tale superficie. L’integrale definito è lo strumento matematico che consente di calcolare queste aree.
L’integrale definito ha un significato geometrico, a differenza dell’integrale indefinito che è un insieme di funzioni, questo è un numero che esprime il valore dell’area sottesa dal grafico della funzione integranda sull’intervallo di integrazione

[math][a; b][/math]
. Sia allora

[math]f(x)[/math]

una funzione continua nell’intervallo

[math][a; b][/math]

, applicando la regola di calcolo, dal Teorema di Torricelli-Barrow, l’integrale definito si indica come segue:

[math]\int_{a}^{b}f(x)dx=[\phi(b)-\phi(a)][/math]

Primitive e integrale indefinito articolo

Per calcolare l’integrale definito, si effettua prima l’integrazione indefinita, risalendo all’insieme delle primitive

[math]\phi(x)+c[/math]

, tra queste si sceglie quella fondamentale, ponendo c=0, e si calcolano i valori da essa assunti rispettivamente nel punto b e nel punto a.
L’integrale cercato è la differenza

[math]\phi(b)-\phi(a)][/math]

che si esprime anche con la scrittura compatta:

[math][\phi(x)]_a^b[/math]

Integrali impropri

Ci sono dei casi particolari che si presentano quando la funzione integranda è definita in intervalli illimitati oppure aperti in uno degli estremi. Gli integrali sono detti impropri.
Se gli intervalli sono illimitati, si hanno integrali impropri del primo tipo. Gli estremi di integrazione rientrano in uno dei seguenti casi:

  • [math][a; +\infty)[/math]
  • [math](-\infty; a][/math]
  • [math](-\infty; +\infty)[/math]

Se l’intervallo d’integrazione è limitato ma aperto in un estremo o in entrambi, si hanno integrali impropri del secondo tipo definiti. Gli estremi di integrazione rientrano in uno dei seguenti casi:

  • [math][a; b)[/math]
  • [math](a; b][/math]
  • [math](a; b)[/math]

Alcuni integrai impropri sono definiti integrali notevoli, ne riportiamo alcuni di seguito:

[math]\int_{-\infty}^{+\infty} e^{-x^2} dx = \sqrt{\pi}[/math]

(integrale di Gauss)

[math]\int_{-\infty}^{+\infty} e^{-\frac{x^2}{2}} dx = \sqrt{2 \pi}[/math]

(integrale di Eulero)

[math]\int_0^{+\infty} \frac{x}{e^x - 1} dx = \frac{\pi^2}{6}[/math]

[math]\int_{-\infty}^{+\infty} \frac{\sin(x)}{x} dx = \pi[/math]

[math]\int_{-\infty}^{+\infty} (\frac{\sin(x)}{x})^3 dx = \frac{3}{4} \pi[/math]

[math]\int_{-\infty}^{+\infty} \cos(x^2) dx = \int_{-\infty}^{+\infty} \sin(x^2) dx = \sqrt{\frac{\pi}{2}}[/math]

(integrale di Fresnel)

Vedi anche qui per approfondimenti sugli integrali impropri

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