Concetti Chiave
- I Promessi Sposi capovolgono i ruoli tradizionali, facendo degli umili i protagonisti principali, con Lucia e Renzo come figure centrali che rappresentano la sofferenza e la resistenza popolare.
- La Provvidenza divina è una tema cruciale nel romanzo, rappresentando una guida spirituale per affrontare le avversità e sottolineando la fede degli umili.
- Leonardo Sciascia offre una lettura alternativa del romanzo, vedendo don Abbondio come un simbolo di grettezza e individualismo, e considerando il romanzo un ritratto disperato dell'Italia seicentesca.
- L'ironia di Manzoni è uno strumento letterario che commenta le vicende senza alterare la narrazione, con una forma più leggera e una più pungente che critica i meccanismi sociali.
- Attraverso l'ironia, Manzoni riesce a coinvolgere il lettore e trasmettere emozioni, utilizzando tecniche come gestualità, metafore, autoironia, e ridicolizzazione dei personaggi.
Indice
- Il Sugo della Storia
- Protagonisti Umili e Contesto Storico
- Personaggi di Prestigio e Provvidenza
- Interpretazioni di Sciascia e Ironia
- Tecniche di Ironia Manzoniana
Il Sugo della Storia
In questo appunto di italiano si descrive il cosiddetto "sugo della storia" tratto dai Promessi Sposi dello scrittore Alessandro Manzoni, con grande attenzione dedicata al concetto di provvidenza e all'"ironia" manzoniana.
Protagonisti Umili e Contesto Storico
La novità dei Promessi Sposi sta nel capovolgimento dei protagonisti della storia ovvero gli umili: Lucia è una contadina, riservata e molto fedele, e Renzo, un uomo del popolo giusto, ingenuo ma anche lui religioso.
I due interagiscono, inoltre, con persone semplici come contadini o artigiani.
La loro posizione sociale, però, non deve essere intesa come gruppo ma come singoli individui autonomamente pensanti. Manzoni, quindi, descrive la storia di un’epoca, vicende storiche che riverbera la sofferenza popolare e le loro aspre condizioni di vita dovute alla carestia, la siccità, le continue guerre e il dominio spagnolo che sopraffà la popolazione. Nella sventura, però, gli umili sono solidali tra di loro come viene specificato nel primo capitolo: “La forza legale non proteggeva in alcun modo l’uomo tranquillo, inoffensivo e che non avesse altri mezzi di far paura altrui. L’impunità era organizzata e aveva radici che le grida non toccavano o non potevano smuovere”.

Personaggi di Prestigio e Provvidenza
In verità sono presenti anche personaggi di grande prestigio che sono inseriti in funzione di aiutanti dei deboli (Federigo Borromeo, Fra Cristoforo, l’Innominato dopo la conversione) o che, contrariamente, li ostacolano (Don Rodrigo, l’Azzeccagarbugli, il conte Attilio). In questo contesto, però, è presente la concezione religiosa e rivoluzionaria manzoniana. Un ruolo importante è quello svolto dalla Provvidenza divina che consiste nell’affidarsi alla fede per affrontare le avversità della vita. Essa ha sempre il punto di vista degli umili perché si manifesta più visibilmente nelle loro fatiche come segno di una presenza paterna sia amorevole che severa, una mano di Dio che interviene al momento opportuno nelle vicende, segni celesti che incoraggiano o fanno intuire la strada da prendere ai personaggi, pur tenendo in considerazione il loro libero arbitrio.
Il senso più profondo di questo concetto lo si trova espresso nelle parole di Fra Cristoforo rivolte a Renzo e Lucia: “Ringraziate il cielo che v’ha condotto in questo stato non per mezzo dell’allegrezze turbolente e passeggere ma co’ travagli tra le miserie per disporvi ad un’allegrezza raccolta e tranquilla”. Ciò significa che le avversità cercate da Renzo e subite da Lucia devono essere abbracciate affinché Dio, di cui si ha fiducia nel momento dell’accettazione del proprio male, lenisce le ferite e prepara l’animo ad una vita migliore.
Interpretazioni di Sciascia e Ironia
Un’interpretazione in cui il valore della Provvidenza è più smorzato è stata formulata originariamente da Leonardo Sciascia. Egli crede che il romanzo sia primariamente “un disperato ritratto dell’Italia” seicentesca così come quella dell’età moderna. Il vero protagonista di conseguenza sarebbe don Abbondio, portatore di grettezza, individualismo, disinteresse verso il prossimo nonché interprete dell’italiano più infimo di tutti. Anche di fronte alle maggiori ingiustizie occorre essere omertosi per permettere una serena convivenza.
Secondo Sciascia, inoltre, proprio don Abbondio sarebbe l’unico vincitore della storia perché non ha sofferto gli stessi travagli dei protagonisti e nemmeno i rimproveri dei suoi superiori per il suo comportamento.
Dal punto di vista di Manzoni, l’ironia è uno strumento letterario che gli permette di entrare direttamente nella storia e commentare le vicende dei personaggi e dare una propria opinione dei fatti ma esternamente, senza influenzare l’andamento narrativo. È una caratteristica universale l’ironia perché non riguarda solamente l’autore ma tutti gli uomini che sappiano comprendere la loro limitatezza e riderne.
L’ironia usata da Manzoni è di due tipi. Una più “semplice”, bassa, scherzosa, comprensibile al lettore perché nasce dalla parlata dei personaggi e facente nascere quasi un sorriso di compassione mentre una più cruda, violenta, pungente che riguarda i meccanismi sociali della società. Ne sono un esempio la giustizia (“A questo mondo c’è giustizia finalmente! Tant’è vero che un uomo sopraffatto dal dolore non sa più quel che si dica esclama Renzo dopo il fallito incontro con l’Azzeccagarbugli) congiuntamente ai politici che continuamente sbagliano e sempre sono intenti ad arricchirsi nonostante la loro incapacità governativa. L’ironia è presente sul codice cavalleresco come dimostra l’episodio della lite su chi debba passare per primo tra un nobile altezzoso e Lodovico, l’ignoranza degli intellettuali come Don Ferrante sostenitore dell’origine astrologica della peste, la superstizione popolare degli untori.
Tecniche di Ironia Manzoniana
Tutti i personaggi, con l’eccezione di Federigo, l’Innominato e padre Felice, sono soggetti all’ironia. Basti pensare al “si uri!” del sarto del villaggio che nonostante tutto si vanta dell’incontro con il Cardinale o all’ipocrisia ecclesiastica quando cerca di evitare che Borromeo sia troppo caritatevole riprendendo la teoria del giusto mezzo perché è “giusto in quel punto dov’essi sono arrivati, e ci stanno comodi”. L’ironia viene ottenuta attraverso diverse tecniche: l’attenzione alla gestualità, l’artificio di metafore e similitudini, l’autoironia rivolta alla storia stessa e ai suoi lettori, il rovesciamento delle vicende e dei ruoli, un eccesso di umanizzazione e ridicolizzazione dei personaggi.
È una tecnica molto efficace perché da una parte Manzoni attraverso il riso riesce a coinvolgere il lettore intimamente, dall’altra pur rimanendo su un registro linguistico controllato si possono trasmettere intense cariche emotive.
Domande da interrogazione
- Qual è il "sugo della storia" nei Promessi Sposi di Manzoni?
- Come vengono rappresentati i protagonisti umili nel romanzo?
- Qual è il ruolo della Provvidenza nel romanzo?
- Come interpreta Leonardo Sciascia il romanzo?
- Quali tecniche di ironia utilizza Manzoni nel romanzo?
Il "sugo della storia" si riferisce al concetto di provvidenza e all'ironia manzoniana, con un focus sui protagonisti umili e il contesto storico in cui vivono.
I protagonisti umili, come Lucia e Renzo, sono descritti come individui autonomi che riflettono la sofferenza popolare e le difficili condizioni di vita dell'epoca, ma mostrano solidarietà tra loro.
La Provvidenza è vista come una forza divina che guida e sostiene gli umili nelle loro avversità, manifestandosi come una presenza paterna che interviene al momento opportuno.
Sciascia vede il romanzo come un ritratto disperato dell'Italia seicentesca, con don Abbondio come vero protagonista, rappresentante di grettezza e individualismo.
Manzoni utilizza l'ironia attraverso gestualità, metafore, autoironia, rovesciamento dei ruoli e ridicolizzazione dei personaggi, coinvolgendo il lettore e trasmettendo intense cariche emotive.