L'avvocato Azzeccagarbugli
L'avvocato Azzeccagarbugli è un avvocato che viene presentato nel terzo capitolo. Alessandro Manzoni lo descrive prima attraverso le parole di Agnese e poi quando si incontra con Renzo. Agnese lo descrive attraverso caratteristiche fisiche che lo presentano come una caricatura e preludono al ritratto morale. Egli è alto, asciutto, pelato e presenta un naso rosso e una voglia a forma di lampone sulla guancia. Queste due ultime caratteristiche fanno sospettare anche che sia beone e ghiottone. La seconda presentazione avviene attraverso l’ambiente in cui viveva e gli abiti che indossava. Il suo studio è uno stanzone su tre pareti del quale sono appesi i ritratti dei dodici Cesari, tutti rappresentanti del potere assoluto. Sulla quarta parete è appoggiato un grande scaffale di libri vecchi e polverosi. Nel mezzo della stanza c'è una tavole gremita di carte alla rinfusa, con tre o quattro seggiole intorno, e da una parte un seggiolone a braccioli piuttosto malandato. La polvere, il disordine, i mobili d'epoca logori sono il simbolo del decadimento fisico e morale del personaggio che da molti anni non ha più cause importanti ed è ormai solito trattare con i bravi.
