marigio.
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Concetti Chiave

  • Plinio il Giovane, nato a Como tra il 61 e il 62 d.C., fu adottato dallo zio Plinio il Vecchio e si trasferì a Roma per studiare sotto Quintiliano, avviando una brillante carriera politica e giudiziaria.
  • Le opere di Plinio comprendono il Panegirico a Traiano, un elogio magniloquente che idealizza Traiano come optimus princeps, in contrapposizione all'odiato Domiziano, e una raccolta di epistole che offre uno spaccato della società romana.
  • Il Panegirico a Traiano esalta le virtù del sovrano, evidenziando il rispetto per la tradizione e la collaborazione con il senato, dipingendo un ideale di principato basato sulla concordia tra imperatore e aristocrazia.
  • Nell'epistolario, Plinio affronta tematiche quotidiane e personali, mantenendo un tono elegante e variegato, mentre le lettere a Traiano rivelano le preoccupazioni amministrative e le posizioni riguardo ai cristiani.
  • La corrispondenza tra Plinio e Traiano, in particolare sull'atteggiamento verso i cristiani, mostra il pragmatismo dell'imperatore e il suo rifiuto delle denunce anonime, evidenziando lo stile sobrio e colloquiale di Plinio.

Indice

  1. Plinio il Giovane: vita
  2. Le origini di Plinio il Giovane
  3. Opere di Plinio il Giovane
  4. Panegirico a Traiano: un elogio incondizionato
  5. Contenuto e stile del Panegirico
  6. Plinio e il modello del principe ideale
  7. Tono e preoccupazioni del Panegirico
  8. Struttura del Panegirico
  9. Paragone tra Traiano e Domiziano
  10. Ideologia dell'Impero di Traiano
  11. Traiano e la collaborazione con il Senato
  12. Ripristino dell'ordine sociale
  13. Meriti di Traiano nel ripristino della Repubblica
  14. Traiano e la religione tradizionale
  15. Epistolario di Plinio il Giovane
  16. Stile e struttura delle Lettere di Plinio
  17. Tematiche delle Lettere di Plinio
  18. Modello dell'Epistolario di Plinio
  19. Lettere a Traiano: uno sguardo sul governo
  20. Plinio e i cristiani
  21. Risposta di Traiano a Plinio

Plinio il Giovane: vita

Plinio il Giovane, personaggio benestante, per molti aspetti baciato dalla fortuna perché godette della fiducia dell'imperatore Traiano. Ebbe agganci con personaggi pubblici e letterati di Roma. Come molti contemporanei, che appartenevano alle classi elevate, coltivò la letteratura e le sue opere superstiti ci danno un quadro dettagliato della vita quotidiana, degli interessi, dei piccoli pettegolezzi e degli impegni pubblici. (La classe dirigente romana tra il I ed il II secolo).

Le origini di Plinio il Giovane

Era nato a Como fra il 61 ed il 62, il nome era Gaio Cecilio II, ma alla morte del padre fu adottato dallo zio materno Plinio il Vecchio che gli trasmise il suo nome. Trasferitosi a Roma Plinio studiò presso Quintiliano che era il più rinomato maestro di eloquenza dell'epoca. Una volta completata la sua preparazione intraprese una brillante carriera giudiziaria e politica che culminò nel 100 quando sotto Traiano fu nominato consul suffectus (console subentrato a mandato già iniziato) e nel 111 più tardi Traiano lo nomino governatore.

Opere di Plinio il Giovane

Compose orazioni di vario genere, di cui sopravvive solo il Panegirico a Traiano e anche sopravvive un'ampia raccolta di epistole giunta interamente. Scrisse numerose opere poetiche che non ci sono pervenute.

Panegirico a Traiano: un elogio incondizionato

Il termine Panegiricus in origine indicava un discorso pubblico tenuto in occasione di qualcuna delle grandi festività panelleniche, celebre è il Panegirico dell'oratore Socrate in cui egli a 100 anni dalle guerre persiane si rivolge ai suoi concittadini esortandoli ad una alleanza con Sparta. A partire dalla prima età imperiale con Panegiricus si cominciò ad intendere un encomio del sovrano; il Panegirico di Plinio a Traiano è una versione rielaborata del discorso di ringraziamento gratiarum che Plinio pronunciò effettivamente il 1 settembre del 100 quando entrò in carica come console. Non abbiamo quindi il discorso effettivamente tenuto.

Contenuto e stile del Panegirico

L'orazione dallo stile magniloquente costituisce a tutti gli effetti un elogio incondizionato di Traiano che viene dipinto come optimus princeps sia per le proprie virtù eccezionali e per giunta con generosità e modestia, in contrapposizione all'odiato Domiziano a cui sono attribuite nefandezze e prevaricazioni di ogni sorta. Emerge una visione idealizzata del Principato: Plinio tende a sottolineare il rispetto mostrato da Traiano per l'ordinamento tradizionale e per la classe senatoria alla quale apparteneva. Viene dipinta un'idilliaca concordia ordinum sotto l'egida del principe. Plinio esalta le virtù dell' optimus princeps Traiano che ha reintrodotto la libertà di parola e una collaborazione con il senato.

Plinio e il modello del principe ideale

Plinio si sforza di delineare un modello di comportamento per i futuri principi, un modello fondato sulla concordia tra imperatore e ceto aristocratico e sulla stretta intesa tra aristocratici e ceto equestre da cui in gran parte provenivano i quadri della burocrazia. Poiché ai tempi di Traiano però non era più possibile immaginare un'attività politica del senato, è evidente che Plinio evidenzia sia il ruolo del vecchio ceto aristocratico sia la figura dell'imperatore. L'opera quindi risulta priva di un reale contenuto politico per accogliere invece le argomentazioni e le frasi ad effetto imposte dalla propaganda imperiale.

Tono e preoccupazioni del Panegirico

Il tono del panegirico è ottimistico, però affiorano qua e là le preoccupazioni che principi malvagi possano nuovamente salire al potere come era accaduto con Domiziano. Plinio si prefissa il compito di tratteggiare servendosi di Traiano la figura dell'imperatore ideale, in modo che la lode del principe divenisse allo stesso tempo l'esposizione del suo programma etico-politico e una raccomandazione agli altri futuri governanti del modello realizzato da Traiano. Il suo discorso doveva servire naturalmente a incoraggiare la politica filo-senatoria del principe.

Struttura del Panegirico

La parte iniziale è caratterizzata dalla rievocazione delle vicende che hanno condotto Traiano al potere, e culmina nella presentazione dell'adozione da parte di Nerva come la scelta del migliore; il resto del discorso è occupato dalla meticolosa e dalla enfatica esaltazione delle qualità di Traiano (l'intento chiaro è di non lasciare da parte neanche una delle virtù possibili). Del principe Plinio non si limita ad esaltare solo le doti di condottiero invincibile ma mette anche nel dovuto rilievo la generosità, l'affabilità, la modestia, la cordialità nel trattare i sudditi, la giustizia non disgiunta dalla clemenza.

Paragone tra Traiano e Domiziano

Dal punto di vista politico una particolare importanza è affidata ai delatori, che Traiano fece abbandonare alla deriva su navi in disarmo. Importante è anche l'abolizione del resto di lesa maestà. Le doti di Traiano sono puntigliosamente paragonate ai difetti di Domiziano, in modo da contrapporre l'immagine del pessimus princeps a quella dell' optimus, sono enfatizzati i legami con il senato e con il popolo, il rispetto anche delle magistrature, mentre la riconquistata libertas finisce per apparire come un generoso dono del principe.

Ideologia dell'Impero di Traiano

Lo schema del Panegirico corrisponde in massima parte a quello del basilicòs logos. Si rucava dal panegirico gli elementi più importanti dell'ideologia dell'impero di Traiano: egli mise subito l'accento sulla sua volontà di pacificazione, e sul suo rispetto del senato e della tradizione, infatti nell'opera si insiste sulla concordia ordinum che sarebbe derivata proprio dall'ascesa di Traiano.

Traiano e la collaborazione con il Senato

Secondo Plinio, i rapporti cordiali fra principe e aristocrazia sono stati determinati dal rispetto dimostrato da Traiano per il reato e dalle sue esplicite affermazioni di non volersi più servire delle delazioni e dai processi di lesa maestà. Plinio dice che il comportamento di Traiano ha dato ai contemporanei la netta impressione di un ritorno della repubblica. Il principe si è rifiutato di ricoprire il consolato ininterrottamente, come invece aveva fatto Domiziano, ha ripristinato l'antica data repubblicana di inizio della tribunicia potestas, ha accettato di fregiarsi ma con una certezza riluttanza del titolo di pater patriae legato al nome di Cesare.

Ripristino dell'ordine sociale

Nel Panegirico si insiste sulla collaborazione che Traiano volle stabilire con il senato: secondo Plinio con i suoi atti l'imperatore intendeva riportare il senato all'antica dignità consultandolo sulle questioni più importanti, sollecitando il parere dei suoi membri e circondandosi di aristocratici ai quali affidare i compiti più delicati. Sotto di lui era cessato lo strapotere dei liberti di fronte ai quali perdono i senatori dovevano fingere ossequio, il principe infatti nella sua volontà di ristabilire l'antico ordine sociale aveva provveduto ad esigere di nuovo da parte loro il rispetto delle gerarchie e l'obbedienza.

Meriti di Traiano nel ripristino della Repubblica

Secondo Plinio i meriti di Traiano non si fermavano all'ossequio per il senato e per le magistrature repubblicane o al ripristino dell'ordine interno, egli mostrava nell'esercizio del potere tutta la ricchezza delle doti di cui era fornito, ritorna la casistica sui pregi dell'amministratore modello che abbiamo incontrato parlando del burocrate: l'imperatore si assume il peso del potere al quale sacrifica le gioie più intime, dà prova di moderazione nel trattare gli affari di governo, è instancabile, è sempre disposto ad ascoltare le richieste dei sudditi e si rivela implacabile nel punire gli abusi ma clemente nel giudicare, è austero e frugale come i prisci romani, affabile e modesto, rispettoso della tradizione e degli dei, le sue virtù lo rendono un optimus princeps e ne giustificano l'ascesa al massimo potere; gli dei stessi hanno ispirato la sua adozione perché il governo di Roma sia effettivamente affidato al migliore.

Traiano e la religione tradizionale

Anche nei confronti della religione tradizionale, Traiano ha inteso di distaccarsi da Domiziano abbandonandone gli eccessi: egli non accetta di farsi adorare come un dio perché sa bene che una simile usanza non è gradita ai romani i quali la ritengono indice di dispotismo, al contrario egli ha ripristinato alcuni accostamenti con le divinità già care ad Augusto; nel Panegirico Plinio lo definisce "rappresentante di Giove in terra" riprendendo un'immagine contenuta in un noto carme di Orazio (1,12-51) e lo assimila a Mercurio, dio della pace, ed a Ercole, divinità sempre associata al concetto di pacificazione.

Epistolario di Plinio il Giovane

Libri I-IX: lettere scritte agli amici, l'ultimo il X raccoglie la corrispondenza tra Plinio e Traiano. Ci sono anche le risposte di Traiano (rescripta). Sono comunicazioni amministrative, riconducibili all'ultimo periodo della vita quando era legato in Vitinia. I primi nove libri sono aperti da una dedica di Plinio a Setticio Claro: un personaggio altolocato destinato a divenire prefetto del pretorio sotto Adriano.

Stile e struttura delle Lettere di Plinio

Nella dedica Plinio afferma di non aver seguito un criterio preciso nel raggruppare le proprie lettere, neanche quello cronologico. In realtà c'è un criterio organizzativo che guida la raccolta ed è quello della varietas ovvero la mescolanza e l'alternanza di argomenti e motivi in modo da non annoiare il lettore e da intrattenerlo tenendo sempre desta l'attenzione.

Tematiche delle Lettere di Plinio

Gli argomenti da cui prendono spunto le lettere di Plinio sono concreti e affondano le proprie radici nella vita reale. Ad emergere sono spesso fatti di cronaca, pettegolezzi, occupazioni tipiche di un esponente delle classi benestanti. Tra i suoi destinatari spiccano nomi come Tacito e Svetonio e lo stesso imperatore. Molto importante è il ruolo del paesaggio naturale che Plinio dipinge come panorama goduto dalle finestre della propria villa, alcune rappresentazioni hanno avuto grande fortuna. (Come eruzione del Vesuvio, uomo e natura).

Modello dell'Epistolario di Plinio

Il modello dell'epistolario è Cicerone da cui prende l'architettura armonica del periodo e gli schemi ritmici, ma i periodi sono più brevi. Questioni letterarie, tematiche alla moda, ad esempio casa infestata dal fantasma con evidente ricerca dell'inconcinnitas. Oltre che dell'alta società, Plinio fornisce anche un autoritratto: si presenta come un raffinato galantuomo, sempre pronto ad educare gli amici ed a distinguersi con atti di mecenatismo anche verso la città natale, Como, alla quale dedicò una biblioteca pubblica.

Lettere a Traiano: uno sguardo sul governo

Più sobrio è il tenore delle epistole a Traiano, dalle quali traspare la frequente indecisione di Plinio che chiede il consiglio del sovrano in maniera ansiosa, al punto che dalle risposte dell'imperatore sembra emergere in più di un caso un qualche fastidio per la sua peculanza. Il libro X ci offre anche la possibilità di entrare nell'ufficio di un funzionario di alto rango, ci fa capire lo svolgimento delle mansioni e di avere contezza dei problemi quotidiani di un funzionario come l'atteggiamento da tenere nei confronti dei cristiani sempre più diffusi nelle province orientali dell'impero.

Plinio e i cristiani

A proposito di come comportarsi con i cristiani, l'epistola 96: Plinio chiede a Traiano proprio come comportarsi con i cristiani, inizialmente manifesta il funzionario una grande cautela, quando si chiede se sia necessario punirli oppure è opportuno perdonare chi si pente e distinguere quelli in giovane età dagli adulti, tuttavia quando passa a descrivere il suo comportamento con quanti sono stati denunciati perché cristiani ammette di aver prima minacciato il supplizio a quanti ammettevano la loro fede e di aver mandato a morte quelli che si erano rifiutati di rinnegare la loro religione.

Risposta di Traiano a Plinio

Traiano risponde: elogia il comportamento di Plinio e ammette che avrebbe fatto la stessa cosa "i cristiani denunciati come colpevoli vanno condannati, fatta eccezione per quanti si pentono, non si devono accettare però le denunce anonime che sono un segno indegno dei tempi". Se lo stile del Panegirico è all'insegna dell'enfasi, qui invece è più limpido che riesce ad essere elegante anche nella voluta ricerca di quella colloquiale familiarità che ben si addice ad un rapporto epistolare con però raffinate figure retoriche.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le origini e la formazione di Plinio il Giovane?
  2. Plinio il Giovane nacque a Como tra il 61 e il 62, fu adottato dallo zio Plinio il Vecchio e studiò a Roma sotto Quintiliano, un rinomato maestro di eloquenza.

  3. Qual è il contenuto principale del Panegirico a Traiano di Plinio il Giovane?
  4. Il Panegirico è un elogio incondizionato di Traiano, dipinto come optimus princeps, e contrappone le sue virtù alle nefandezze di Domiziano, sottolineando il rispetto di Traiano per il senato e l'ordine tradizionale.

  5. Come Plinio il Giovane descrive il modello del principe ideale?
  6. Plinio delinea un modello di comportamento per i futuri principi basato sulla concordia tra imperatore e aristocrazia, enfatizzando la collaborazione con il senato e il rispetto delle tradizioni.

  7. Quali sono le tematiche principali delle Lettere di Plinio il Giovane?
  8. Le Lettere trattano argomenti concreti della vita reale, come cronaca, pettegolezzi, e paesaggi naturali, e includono corrispondenze con personaggi illustri come Tacito e l'imperatore Traiano.

  9. Come Plinio il Giovane affronta la questione dei cristiani nelle sue lettere a Traiano?
  10. Plinio chiede consiglio a Traiano su come trattare i cristiani, mostrando cautela e distinguendo tra pentiti e non, mentre Traiano risponde elogiando il suo comportamento e rifiutando le denunce anonime.

Domande e risposte