Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • Enea viene presentato come un uomo leale e coraggioso, che assume il ruolo di protagonista e portatore delle virtù romane originarie nei racconti omerici e nell'Eneide di Virgilio.
  • Virgilio dipinge Enea come un eroe gravato da una grande responsabilità che il Fato gli ha assegnato, simbolo di un uomo che antepone il dovere ai propri sentimenti.
  • La pietas di Enea rappresenta il rispetto e la devozione verso un ordine superiore, che lo spinge a sacrificare le proprie esigenze per compiere un progetto più grande di sé.
  • Nel corso dell'Eneide, Enea passa dalla disperazione all'accettazione del suo destino, diventando un simbolo della missione storica di Roma di portare ordine, pace e civiltà.
  • Virgilio esplora l'interiorità di Enea, evidenziando la sua humanitas attraverso la malinconia, il dubbio, e la ripugnanza per la guerra, mentre accetta il suo destino guidato dalla volontà divina.

In questo appunto di letteratura latina viene descritta la figura di Enea analizzata nelle sue varie sfumature psicologiche e caratteriali con particolare riferimento alla sua pietas e humanitas. Figura di Enea nell’Eneide di Virgilio articolo

Indice

  1. Enea: genesi di un uomo che non si lascia piegare dal Fato
  2. Enea e la sua pietas: soffrire in funzione di qualcosa di superiore

Enea: genesi di un uomo che non si lascia piegare dal Fato

Nei poemi di Omero, Enea è presentato sempre come un guerriero leale e coraggioso.

In quei racconti in cui si parla dell’eroe troiano come fondatore di città, da figura di secondo piano iniziale, egli acquista la funzione di protagonista nonché portatore delle virtù romane originarie. Per esempio, la città di Aenea in Macedonia lo ritiene il suo eponimo ed è il poeta lirico vissuto nel VIII secolo, Stesicoro, che per primo ha narrato le sue peregrinazioni in Occidente. Era figlio di Anchise e di Afrodite (che i Romani chiamano Venere) e per cinque anni dovette rimanere nascosto in mezzo alle montagne per non suscitare l’ira degli dèi contro il padre il quale, benché mortale. aveva osato concepire un figlio con una dea. Virgilio eredita da Catone e le sue Origines, Varrone e le sue opere antiquarie, Nevio e dal suo Bellum Poenicum la figura di Enea, come capostipite dei Romani. Nella letteratura, invece, ha come punto focale Ulisse per la parte più avventurosa e Achille per la parte in cui i combattimenti sono centrali. La sua immagine, però, con Virgilio, si fa ancora più grande rispetto ai modelli omerici: egli diventa il prototipo dell’uomo gravato di una grande responsabilità che il Fato gli ha assegnato nel portare a termine il suo compito, contribuisce a creare una realtà che trascende la limitatezza dell’uomo. Con molta fatica, Enea si rende conto dell’importanza e della gravità della missione affidatagli e il suo ruolo diventa centrale nel II libro dell’Eneide. Nell’Eneide, all’inizio, perseguitato dalla cattiva sorte, e nel vedere la sua flotta distrutta da una tempesta, si ribella al destino, giungendo perfino a dichiarare che avrebbe preferito morire nella guerra di Troia, piuttosto che soccombere ad un Fato talmente crudele. Tuttavia, è chiaro, che egli non si può comportare come un comune mortale. Sbarcato con sette navi sulla costa africana, per il bene dei suoi compagni di sventura, egli si ravvede subito, dando così al lettore l’impressione di un uomo che non cede alla propria debolezza e che, persino ai propri sentimenti, antepone il dovere e l’adempimento della volontà del Fato.

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Enea e la sua pietas: soffrire in funzione di qualcosa di superiore

Ci appare quindi il tratto essenziale di Enea che diventa il modello di uomo pio; la sua pietas è lo stesso vincolo che lega gli uomini agli dèi e che viene espresso tramite la legge, il costume, il rito, la tradizione: questi sono tutti elementi che costituiscono la base della grandezza di Roma. La pietas può essere definita come il rispetto e la devozione verso un ordine superiore che può corrispondere agli dei, alla patria o alla famiglia e segna la sorte di un uomo nelle sue scelte e nelle sue rinunce. Un uomo pio è, infatti, colui che si sottomette docilmente alla volontà divina per compiere un progetto più grande di sé, sacrifica le sue esigenze per farsi strumento del destino e portare a compimento il suo compito.
In effetti, il senso del dovere e della responsabilità, impiegare la propria vita come servizio fatto al fine di un bene comune, sacrificarsi per un piano superiore erano tutti principi del mos maiorum che già erano stati osannati e incarnati in personaggi negli Annales di Ennio o del Somnium Scipionis riportato da Cicerone.
Con il progredire dell’opera, però, Virgilio fa in modo Enea, infatti, prende sempre più coscienza della sua missione e si può notare come dalla disperazione iniziale egli passi a una progressiva accettazione delle sue sventure e degli ostacoli che si interpongono fra lui ed il fine ultimo a cui egli tende per volere divino ovvero la preparazione della gloriosa realtà dell’impero romano destinato ad essere portatore e garante di ordine, pace e civiltà. Si accentua così la religiosità del personaggio e la portata universale della missione storica di Roma che raggiungerà il suo culmine con Ottaviano Augusto il quale estenderà i confini fino ai limiti della Terra, garantirà la concordia tra i popoli e riporterà il benessere mitico dell’età dell’oro.
Tutto ciò, allora, diventa un nucleo tematico unificatore ideologicamente di tutto il poema ma non senza gli scontri interiori di Enea il quale accetta la missione datagli dagli dei non con l’entusiasmo di chi conosce il suo destino vittorioso e glorifico bensì come uno che sente il peso delle sue responsabilità e vede il suo dovere come una dolorosa necessità (abbandonare Didone fino a far chiedere al protagonista “Tantaene animis caelestibus irae?" Ovvero “Così grandi sono le ire nell’animo dei celesti?”, uccidere il giovane Lauso, non riuscire a risparmiare Turno per il giuramento fatto con Evandro). Emergono, allora, anche tratti dell’humanitas e della sensibilità virgiliana i quali colgono aspetti quali la malinconia della solitudine, l’angoscia del dubbio, la ripugnanza per la violenza e la guerra, compassione per gli infelici e i vinti, inquietudini interiori profonde, accettazione ceca ma turbata della volontà divina imperscrutabile e incomprensibile. Per fare ciò, Virgilio utilizza una narrazione soggettiva e scruta le coscienze e le anime dei personaggi di cui assume ogni volta il punto di vista cercando anche di dar voce agli sconfitti.

Figura di Enea nell’Eneide di Virgilio articolo

Da aggiungere che Enea ha un’indistinta intuizione di ciò che sarà realmente il suo destino, quello di essere accolto in cielo da Venere (cfr. vv. 794 e seguenti dell’Eneide). Nella profezia relativa al destino di Enea ha un ruolo importante Creusa. Essa era figlia di Priamo e di Ecuba e sposò Enea, dando alla luce Ascanio. Durante la fuga da Troia insieme al marito, si perse. Enea tornò indietro per cercarla, ma incontrò solo la sua ombra, che lo spinse a proseguire il viaggio, iniziato per volere degli dèi. Purtroppo, Enea morirà solo tre anni dopo aver fondato la nuova stirpe e, pertanto, non potrà godere interamente dei frutti delle sue lunghe e aspre lotte.

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Domande da interrogazione

  1. Qual è il ruolo di Enea nei poemi di Omero e come evolve nella letteratura latina?
  2. Nei poemi di Omero, Enea è presentato come un guerriero leale e coraggioso. Nella letteratura latina, specialmente con Virgilio, Enea evolve in un protagonista che incarna le virtù romane originarie e diventa il prototipo dell'uomo con una grande responsabilità assegnatagli dal Fato.

  3. Come viene descritta la pietas di Enea e quale importanza ha nella sua missione?
  4. La pietas di Enea è descritta come il rispetto e la devozione verso un ordine superiore, che può essere divino, patriottico o familiare. Questa pietas è fondamentale nella sua missione, poiché lo spinge a sacrificare le sue esigenze personali per compiere un progetto più grande di sé.

  5. In che modo Virgilio rappresenta l'evoluzione interiore di Enea nell'Eneide?
  6. Virgilio rappresenta l'evoluzione interiore di Enea attraverso il passaggio dalla disperazione iniziale a una progressiva accettazione delle sue sventure. Enea diventa sempre più consapevole della sua missione divina, accettando il suo destino con un senso di dovere e responsabilità.

  7. Quali sono i tratti dell'humanitas di Enea che emergono nell'opera di Virgilio?
  8. I tratti dell'humanitas di Enea includono la malinconia della solitudine, l'angoscia del dubbio, la ripugnanza per la violenza e la guerra, e la compassione per gli infelici e i vinti. Virgilio esplora queste caratteristiche attraverso una narrazione soggettiva che scruta le coscienze dei personaggi.

  9. Qual è il destino finale di Enea secondo la profezia e quale ruolo ha Creusa in essa?
  10. Secondo la profezia, Enea sarà accolto in cielo da Venere, ma morirà solo tre anni dopo aver fondato la nuova stirpe, senza poter godere dei frutti delle sue lotte. Creusa, sua moglie, ha un ruolo importante nella profezia, poiché la sua ombra spinge Enea a proseguire il viaggio voluto dagli dèi.

Domande e risposte