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Concetti Chiave

  • Alla morte di Catone nel 149 a.C., l'ellenismo influenzava profondamente Roma, portando un equilibrio di valori e aumentando l'interesse per la storiografia.
  • Polibio, scrittore greco e precettore di Scipione Emiliano, analizzò il successo di Roma e influenzò i pensatori politici, sebbene il suo impatto sugli storici si vedrà solo più tardi.
  • Gli annalisti del II secolo a.C., influenzati dallo stoicismo, utilizzavano il greco per rompere con la tradizione romana e cercavano di comprendere le cause storiche.
  • Claudio Quadrigario e Valerio Anziate furono noti per la loro narrazione pittoresca e, nel caso di Anziate, poco scrupolosa e fantasiosa.
  • Antipatro e Asellione rappresentano una nuova storiografia focalizzata su eventi specifici, influenzata dagli stoici e dall'approccio pratico di Polibio.
In questo appunto viene descritta la storiografia dopo Catone, il ruolo assunto da Polibio, grande scrittore greco, gli annalisti del II secolo a.C. e l'influsso dello stoicismo, la nascita di una nuova storiografia alternativa a quella annalistica: Antipatro e Asellione.

Indice

  1. Situazione alla morte di Catone
  2. Il ruolo di Polibio
  3. Annalisti del II secolo a.C. e l'influsso dello stoicismo
  4. La nascita di una nuova storiografia alternativa a quella annalistica: Antipatro e Asellione

Situazione alla morte di Catone

Già nel 149, quando Catone morì, l'ellenismo invadeva Roma o, quanto meno, produceva nelle coscienze un riequilibrio di valori del quale abbiamo già avuto modo di rilevare l'ampiezza, a proposito di Terenzio e di Lucilio. I generi in prosa non si sottraevano a tale influenza. Gli eruditi greci cominciavano a essere conosciuti a Roma parallelamente ai filosofi e, mentre grazie a questi ultimi gli oratori cominciavano a interrogarsi sul valore e sui limiti dell'eloquenza, insieme all'erudizione venivano crescendo anche le esigenze nei confronti della storiografia.

Il ruolo di Polibio

Da questo punto di vista, è caratteristica la parte avuta dallo scrittore greco Polibio. Alto magistrato della lega achea al momento di Pidna, Polibio si trovò compreso nell'elenco degli ostaggi achei rivendicati da Roma dopo la vittoria (167). Ciò spiega la ragione per cui visse a Roma per molti anni. Legato a L. Emilio Paolo, fu precettore dei suoi figli e "guida spirituale" del giovane Scipione Emiliano. Storico egli stesso, cercò di comprendere il fenomeno storico costituito da Roma: in che modo, in meno di una generazione, la repubblica avesse raggiunto i risultati che, nello spazio di due secoli e mezzo, i re orientali non avevano ottenuto, e cioè riportare la pace nel bacino del Mediterraneo e imporre al mondo un potere forte e stabile. Intorno a quest'uomo, l'élite dei giovani romani è portata a riflettere sul ruolo della propria città, e a sottoporre ogni azione alla critica della ragione e della conoscenza.

Ma dalle lezioni di Polibio trassero profitto soprattutto gli uomini di stato filo-ellenici e i teorici della filosofia politica; quanto agli storici, bisognerà aspettare fino a Tito Livio, e cioè fino ai tempi di Augusto, per trovare in modo certo un impiego diretto della sua opera.

Annalisti del II secolo a.C. e l'influsso dello stoicismo

In verità, noi non conosciamo quasi nulla degli annalisti del II sec. a.C.: cosa mai contenessero le opere storiche di P. Cornelio Scipione, figlio di Scipione l'Africano, o quelle di C. Acilio o, infine, la storia di A. Postumio Albino, aspramente ripreso da Catone perché, al pari di Scipione e Acilio, era uso scrivere in greco, ci è ignoto. Essi avevano scelto quest'ultima lingua per disprezzo verso il latino, per conformarsi alla tradizione di Fabio Pittore e di Cincio Alimento, o perché si trovavano sotto l'influenza di Polibio? Non sappiamo, in verità, neanche questo. E’ probabile, però, che l'impiego del greco permettesse a questi autori di rompere il quadro, essenzialmente romano e quasi rituale, dell'esposizione successiva, anno per anno, degli avvenimenti.

Gli storici di lingua latina di quest'epoca si adattano, infatti, ancora allo schema annalistico. Così, oltre a Lucio Cassio Emina e a Lucio Calpurnio Pisone, uno degli autori più "critici" nei confronti delle antiche leggende, C. Fannio, genero di C. Lelio e membro, perciò, del "circolo degli Scipioni", nel quale s'incarna la tendenza modernista e filoellenica. Pisone e Fannio erano stati gli ascoltatori e, in una certa misura, i discepoli di Panezio, il filosofo stoico che, trasferitosi a Roma, vi era rimasto fino al 130 circa, in contatto anch'egli col "circolo degli Scipioni".

Com'è noto, la dottrina stoica comportava delle riflessioni sulla storia, attraverso le quali essa si sforzava di dare una lettura dei disegni della provvidenza, di quel dio che, a suo giudizio, governa il mondo. La ricerca storiografica delle cause, piuttosto che dalla diretta imitazione degli storici greci, nei quali la nozione di causa (ad esempio in Tucidide) rimaneva piuttosto confusa e relegata nella contingenza, ebbe dunque origine in questo modo.

Vi furono anche, alla fine del II secolo e all'inizio del I, altri annalisti che si limitarono a dare continuità alla tradizione dei più antichi. Letteratura Latina - Storiografia dopo Catone articoloClaudio Quadrigario, diffidando dei documenti relativi ai primi passi della repubblica, diede avvio ai suoi "Annales" con l'evento della presa di Roma da parte dei Galli. A quanto pare, tendeva soprattutto ad evidenziare il carattere pittoresco del racconto e a privilegiare le situazioni drammatiche. Il suo contemporaneo, Valerio Anziate, si è meritato invece la cattiva fama d'essere stato un compilatore poco scrupoloso, avendo inventato particolari che non si trovavano nelle fonti ed esagerato le cifre (degli armati, dei caduti in battaglia, eccetera), e avendo scelto sempre, fra le varie versioni di un evento, quella più ricca di elementi fantastici.

La nascita di una nuova storiografia alternativa a quella annalistica: Antipatro e Asellione

Tuttavia, in questa II metà del II sec., si vede sorgere una forma di narrazione storica che non ha più nulla a che vedere col metodo annalistico, e il cui interesse è rivolto, al contrario, alla trattazione di un periodo o di un evento ben determinati. Così i 7 libri di Celio Antipatro sulla guerra di Annibale, o le "Historiae" di Sempronio Asellione che esaminavano un periodo di cui l'autore era stato testimone diretto (dal 134 al 90 a.C.).

Letteratura Latina - Storiografia dopo Catone articolo

Antipatro e Asellione applicavano, in questo modo, la concezione storica prevalente presso i greci in quello stesso periodo. Il fatto che l'opera di un Posidonio, discepolo di Panezio, sia stata concepita nel medesimo spirito (la ricerca delle cause all'interno di un periodo definito), lascia supporre che l'origine comune sia da ricercare nella dottrina elaborata dagli stoici già romanizzati e nell'ambiente dello stesso Polibio, il quale aveva a sua volta tratto profitto dall'esperienza e dalla riflessione dei suoi amici sulla gestione pratica degli affari pubblici. E’ significativo inoltre che questi storici abbiano cominciato la loro carriera come uomini d'azione: Sempronio Asellione aveva servito sotto il comando di Emiliano a Numanzia, Polibio, nella sua giovinezza, aveva cominciato con l'essere "ipparco" nella lega achea; Posidonio era stato "pritano" della repubblica di Rodi. Per loro la storia è la prosecuzione dell'azione, e non è ancora diventata opera esclusivamente erudita o letteraria.

Domande da interrogazione

  1. Qual era la situazione storiografica a Roma alla morte di Catone?
  2. Alla morte di Catone nel 149 a.C., l'ellenismo stava influenzando Roma, portando a un riequilibrio dei valori e a una crescente erudizione, che si rifletteva anche nella storiografia.

  3. Qual è stato il contributo di Polibio alla storiografia romana?
  4. Polibio, scrittore greco e alto magistrato della lega achea, visse a Roma come ostaggio e influenzò l'élite romana, spingendola a riflettere sul ruolo di Roma e a sottoporre le azioni alla critica della ragione e della conoscenza.

  5. Come si caratterizzavano gli annalisti del II secolo a.C. e quale fu l'influsso dello stoicismo?
  6. Gli annalisti del II secolo a.C. scrivevano spesso in greco e seguivano uno schema annalistico. Lo stoicismo influenzò la storiografia, portando a una ricerca delle cause storiche e a una lettura dei disegni della provvidenza.

  7. In che modo Antipatro e Asellione rappresentano una nuova forma di storiografia?
  8. Antipatro e Asellione svilupparono una storiografia che si concentrava su periodi o eventi specifici, rompendo con il metodo annalistico e seguendo la concezione storica greca del periodo.

  9. Qual è il legame tra la nuova storiografia e l'ambiente stoico e di Polibio?
  10. La nuova storiografia di Antipatro e Asellione rifletteva l'influenza della dottrina stoica e dell'ambiente di Polibio, che enfatizzava la ricerca delle cause e la continuità tra azione e narrazione storica.

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