Concetti Chiave
- Marco Porcio Catone, noto come Catone il Censore, è stato un politico romano di origine plebea, noto per la sua opposizione agli ideali greci e per la sua severità morale.
- Ha ricoperto importanti cariche politiche, culminando nella posizione di Censore nel 184 a.C., dove ha promosso una campagna per la moralità tradizionale e contro l'aristocrazia.
- Catone ha scritto le "Origines", un'opera storica che rifiuta il culto della personalità e promuove l'importanza delle città italiche nella grandezza di Roma.
- Il "De Agri Cultura" è l'unica opera completa di Catone che ci è pervenuta, un manuale pratico per la gestione dell'agricoltura, influenzato dalla trattatistica greca ma con un approccio romano.
- Catone ha scritto anche diverse opere indirizzate a suo figlio, come i "Libri ad Marcum Filium", che rappresentano un'enciclopedia pratica del sapere romano per il cittadino ideale.
Le notizie biografiche riguardanti Marco Porcio Catone che sono giunte fino a noi, sono quelle delle biografie dedicategli da Cornelio Nepote, Plutarco e Cicerone (“Cato Maior de senectute”). Egli Nacque a Muscolo, da gens plebea, nel 234 a.C. Crebbe nella proprietà paterna, condotta secondo il severo costume sabino. Entrò 17enne nell’esercito, diventò prima tribunus militium, e poi percorse tutte le altre tappe del cursus honorum. Governò con saggezza la Sardegna, dalla quale riportò a Roma il poeta Ennio. Giunse al consolato nel 195 a.C. assieme all’amico e patrono Licio Valerio Flacco. Nel 196 a.C. la moglie Licinia gli diede l’amato figlio MAarco Porcio Catone Liciniano al quale destinerà diversi scritti. Al 190 a.C. risale l’aperta contrapposizione con il gruppo politico degli Scipioni. Catone ne respingeva i raffinati modi di vita, la larga apertura al mondo greco e soprattutto gli ideali politici. Attaccato dai suoi avversari si difese con l’orazione Dierum Dictarum De Consulatu Suo . Il partito avverso riuscì a respingere la nuova candidatura di Catone al consolato e questi decise allora di sferrare l’affondo decisivo pronunciando l’orazione De Pecunia Regis Antiochi, censurando l’uso che Lucio Cornelio Scipione e il fratello Publio Cornelio Scipione l’Africano avevano fatto dell’indennità di guerra versata da Antioco III re di Siria. Pervenne alla Censura nel 184 a.C., ancora assieme a Lucio Valerio Flacco. Raggiunse allora il culmine della propria carriera e del suo impegno politico. Della carica si servì per allontanare dal Senato diversi aristocratici e soprattutto per alimentare una fiera campagna a favore della moralità tradizionale. Intervenne su questioni sociali di pubblica moralità oltrechè amministrative e di politica estera. Si manifestò costantemente ostile alla penetrazione della cultura greca nell’Urbe e si battè per espellere da Roma retori e filosofi greci. Con il tempo però le sue posizioni si ammorbidirono. Il suo stesso tenore di vita ne risentì e gli avversari politici ne approfittarono per attaccarlo davanti agli altri censori. Catone vigorosamente si difese con l’orazione De Sumpto Suo, in cui tracciava un ritratto idealizzato di sé come uomo parsimonioso e amministratore giusto. Malgrado l’età avanzata, fu inviato in Africa per cooperare alla soluzione della controversia fra Cartagine e il re di Numidia: egli si battè per la soluzione più radicale ("Carthago Delenda Est"). Nel 149 pronunciò la sua ultima orazione, parlando contro Servio Sulpicio Galba, un amministratore disonesto che aveva venduto come schiavi i lusitani che gli si erano arresi. Morì ottantacinquenne nell’autunno del 149 a.C.
- ORATIONES DELIBERATIVAE: tenute sia in senato che nelle assemblee popolari
- DISCORSI GIUDIZIARI: pronunciati in tribunale o nelle contiones (= adunanze pubbliche).

Quanto alle forme, oggi vediamo come, le doti che già gli antichi riconoscevano ai discorsi catoniani, ossia il rigore logico, la competenza giuridica e l'efficacia sugli uditori, si accompagnino in essi ad un uso ormai scaltrito della retorica greca. Sdegnoso della Tékhne retorica di matrice greca, Catone, affermava la superiorità dei contenuti rispetto alla forma.
Cammino facendo egli modificò il proprio indirizzo storiografico: forse per merito della venuta a Roma di Polibio che raccomandava una storiografia più pragmatica e più vicina alla riflessione politica.
LIBRI AD MARCUM FILIUM – PRAECEPTA AD FILIUM
Si trattava forse di una serie organica di opere o sezioni distinte: vi era un De Medicina, un De Agri Cultura, un De Oratore, un De Re Militari. Vasta fortuna toccò soprattutto ai pensieri e alle sentenze, I Dicta. Questa enciclopedia pratica ci conferma il traguardo del Civis Romanus Ideale, a cui Catone ha costantemente mirato.
Domande da interrogazione
- Quali sono le principali fonti biografiche su Marco Porcio Catone?
- Quali furono le principali cariche politiche ricoperte da Catone?
- Qual era l'atteggiamento di Catone verso la cultura greca?
- Qual è l'unica opera di Catone conservata integralmente e di cosa tratta?
- Qual era l'obiettivo principale dell'opera "Origines" di Catone?
Le principali fonti biografiche su Marco Porcio Catone sono le biografie di Cornelio Nepote, Plutarco e Cicerone.
Catone ricoprì diverse cariche politiche, tra cui tribunus militium, console nel 195 a.C., e censore nel 184 a.C.
Catone era ostile alla penetrazione della cultura greca a Roma e si batté per espellere retori e filosofi greci, anche se con il tempo le sue posizioni si ammorbidirono.
L'unica opera di Catone conservata integralmente è "De Agri Cultura", che tratta della gestione razionale della villa rustica.
L'obiettivo principale dell'opera "Origines" era di continuare l'azione politica attraverso la storia, intesa come memoria di virtù e insegnamento, respingendo il culto della personalità.