APOLLONIO RODIO
VITA, OPERE E POETICA
Sono scarse e incerte le notizie pervenuteci su Apollonio Rodio, il quale, nonostante l'epiteto Rodiom (gli venne attribuito in quanto si trasferì in questa città in cerca di maggiore fama), nacque ad Alessandria d'Egitto, intorno al 295 a.C.
Fu tra i direttori della biblioteca alessandrina: nella pergamena che ne elenca i direttori, Apollonio si trova tra Zenodoto di Efeso ed Eratostene, insieme ad Aristarco di Samotracia e Aristofane di Bisanzio.
Si presuppone che ci sia stato uno scontro letterario tra Apollonio Rodio e Callimaco (di cui fu discepolo), causa le diverse tecniche letterarie adottate: l'uno (Callimaco) predilige i piccoli componimenti, brevi e indipendenti, contro il poema che si distingue per la sua unità di Apollonio; tale polemica acquisterebbe veridicità qualora il destinatario di un poemetto callimacheo, l'Ibis, fosse proprio Apollonio: si tratta di una breve composizione verso un tale (non viene specificato chi) paragonato ad un uccello rapace di cui vengono sottolineati i caratteri negativi. E l' epigramma di risposta dovrebbe essere il seguente: Καλλίμαχος τὸ κάθαρμα, τὸ παίγνιον, ὁ ξύλινος νοῦς· / αἴτιος ὁ γράψας Αἴτια Καλλίμαχος ("Merda Callimaco, testa-di-legno, buffone; di colpe / causa chi Cause scrisse, lui, Callimaco").
La principale opera del poeta ellenistico sono sicuramente "Le Argonautiche", poema epico in 4 libri narrante le vicende di Giasone alla ricerca del vello d'oro. Il testo ci è pervenuto con alcune note di tipo grammaticale, i cosiddetti scolii, che testimonierebbero come l'opera sia stata soggetta a continue fasi di perfezionamento: si pensa che la sua composizione abbia avuto inizio sotto Tolomeo III Evergete e che sia stato ultimato a Rodi. Nella sua stesura, Apollonio seguì i canoni aristotelici (realizzazione di un poema non eccessivamente esteso) citati nella Poetica, secondo cui "il lettore deve poter abbracciare con un solo sguardo l'inizio e la fine di un'opera".
L'argomento del poema non è nuovo: degli Argonauti parlò Omero nell'Odissea (libro 12) ed Esiodo nella Teogonia. Il materiale a cui Apollonio poteva attingere era dunque molto vasto: evidente la ποικιλία, ossia la mescolanza del patrimonio geografico, storico, culturale dello scrittore, nonchè l'attenzione ai particolari e la trattazione eziologica (gli aspetti meno conosciuti e le origini remote) di miti, inseriti al momento giusto.
Tra le altre opere possediano Fondazioni, relative a varie città greche, un Canobo in coliambi (che doveva trattare della trasformazione in stella di Canobo, timoniere della flotta di Menelao), epigrammi e dissertazioni filologiche su Archiloco ed Esiodo e contro Zenodoto.