giovyviv94
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Apollonio Rodio

Volendo ripristinare una poetica meno frammentaria di quella alessandrina, decide di assumere l'epillio callimacheo come nucleo compositivo della sua opera, pur rifacendosi alla tradizione. Ma nemmeno Omero viene seguito pedissequamente: il carattere dominante è quello della poikilia, in virtù della quale Apollonio si rifà anche alla lirica monodica, a tematiche erotiche e psicologiche e ai temi tragici. L'opera pervenutaci sono le Argonautiche, opera suddivisa in 4 libri, che narra le imprese degli argonauti (in particolare Giasone e Medea) alla ricerca del vello d'oro, su commissione di Pelia.

La vicenda, così come lo spazio, è circolare e chiusa: i personaggi partono dalla Grecia per ritornarvi (a differenza dell'Odissea); il carattere prevalente è quello dell'amekania, un senso di incertezza che pervade le azioni e i comportamenti dei personaggi, che si trovano a svolgere un viaggio senza nemmeno sapere il perché. Inoltre l'atmosfera presenta dei caratteri allucinati, onirici e surreali (ripresa della tragedia), in cui sembrano sovvertite tutte le leggi naturali. Anche il tempo stesso sembra essere deformato: si alternano e sovrappongono i due piani cronologici, in cui la voce narrante si interseca con il punto di vista di Apollonio, in cui il futuro, presente e passato sono unificati, creando un forte senso di acronia. L'inizio non avviene in medias res, ma parte dal passato, in cui si intersecano diversi motivi etiologici che rimandano al presente, ed anche frequenti prolessi ed analessi. Viene abbandonato lo stile formulare e non rispettata l'impersonalità: Apollonio interviene in prima persona con descrizioni, considerazioni, domande ed enunciazioni. La lingua è omerica ma presenta anche influssi dialettali e neologismi. L'opera di Apollonio, più che essere accostata ai poemi epici, può essere paragonata alla tetralogia tragica: infatti i libri sono quattro (assai meno rispetto ai poemi epici) e richiamano il concetto aristotelico, per il quale l'esattezza di un'opera si fonda sulla possibilità di poter abbracciare con 4 libri (numero di parti di una tetralogia) tutta la storia narrata. I protagonisti della vicenda sono Medea e Giasone. Medea viene macchiata per sempre dal gesto del fratello Apsirto di lanciarle il proprio sangue sulla candida veste poco prima di morire per mano di Giasone: la sua fama di assassina vendicatrice è testimoniata dal contrasto tra aidos (purezza, veste) ed imeros (la follia, sangue); ella risponde solamente alle proprie pulsioni istintuali commettendo efferati omicidi. Giasone è considerato un eroe moderno perché fa uso dell'eloquenza e della seduzione; ma anche un anti-eroe perché considera la propria missione come un peso ed è pervaso da quel senso di incertezza collettiva (amekania).

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