Apollonio Rodio
È l'unica figura di rilievo dell'epica ellenistica. Volle non semplicemente riesumare il genere dell'epica omerica, ma una tipologia epica intonata ai gusti dell'ellenismo. Se i rapporti tra i due furono caratterizzati da incomprensioni ed attriti è anche vero che vi sono numerosi punti in comune tra Apollonio e Callimaco. Nella sua opera ci sono allusioni erudite e ricercate, ama tutto ciò che è singolare. Non si allontana dall'esperienza callimachea, volendo trovare un compromesso tra la poetica classica e i gusti del suo tempo.
Il suo tema esauriva la saga degli Argonauti. L'Iliade e l'Odissea hanno 24 libri mentre l'opera di Apollonio, le Argonautiche, ha quattro canti; quattro è un sottomultiplo del 24. Tratta temi presenti nei due poemi omerici. Apollonio voleva offrire ai lettori del suo tempo un riassunto delle opere omeriche in quattro canti.
Apollonio è il più importante precursore di Virgilio. Anche l'Eneide rappresenta un sottomultiplo dei poemi omerici. Al tema dei viaggi si aggiunge il fascino della magia che emergeva già nell'episodio dell'omerica Circe e che avrà la sua importanza anche nell'Eneide.
Il soprannome "rodio", cioè di Rodi, è dovuto all'isola che ospitò il poeta nell'ultimo periodo della sua vita. Apollonio non era nativo di Rodi, bensì aveva visto la luce in Egitto. Secondo fonti antiche fu allievo di Callimaco. La sua nascita viene collocata intorno al 290, conobbe l'opera di Callimaco e fece propri non pochi dettami della sua poetica, pur discostandosi da lui sotto diversi aspetti. Si segnalò per la sua erudizione ancora prima che per il talento poetico, tanto che Tolomeo II gli affidò l'incarico di curare la biblioteca di Alessandria "museion". Fu il maestro di Tolomeo III. Ciò nonostante quando Tolomeo III salì al torno, sollevò Apollonio dal suo incarico e gli subentrò Eratostene di Cirene. Questo forse è dovuto al fatto che Callimaco esercitò grande influenza su Tolomeo III.
Si trasferì a Rodi dove trascorse gli ultimi periodi della sua vita. Morì in tarda età.
Opere
Ci sono giunti "Gli Argonauti" ma non ci sono pervenuti dei poemetti sulla fondazione di città.