Questo appunto di Letteratura Greca tratta dell'epigramma dall'età arcaica all'età ellenistica.
Indice
L'epigramma
Il termine epigramma deriva dal greco ἐπίγραμμα (epìgramma) che significa "iscrizione" e deriva dalla radice del verbo ἐπιγράφω (epigràfo), "scrivere sopra, incidere". Le attestazioni più antiche di epigrammi sono appunto iscrizioni e costituiscono nel contempo i primi documenti dell'uso della scrittura alfabetica.Tali epigrammi, entrambi databili nella seconda metà dell'VIII secolo a.C., sono:
- Il vaso del Dìpylon, proveniente dall'Attica;
- la coppa di Nestore, proveniente da Pitecusa, oggi Ischia.
Dall'epigramma arcaico all'epigramma alessandrino
In età alessandrina l'epigramma diventò il componimento poetico di maggior successo: non più una semplice iscrizione su pietra o bronzo, ma un vero e proprio componimento poetico di vario genere, che accoglie i motivi più disparati.Abbiamo notizie di epigrammi a partire dal VI secolo a.C.: ricordiamo il componimento di Simonide di Ceo "Alle Termopili", tramandato da Erodoto, che enunciava:" Va', o straniero, e annuncia agli Spartani che siamo qui morti per obbedire alle vostre leggi".
Un altro epigramma famoso, a carattere funerario, è presente sulla tomba di Eschilo, morto a Gela nel 456 a.C: "Eschilo, figlio di Euforione, copre questo sepolcro: è morto a Gela, feconda di messi; il suo strenuo coraggio può dichiarare il bosco di Maratona e il Medo chiomato che ne fece esperienza".
Ma l'epigramma, in età ellenistica, subisce una netta trasformazione: oltre al carattere funerario, infatti, inizia ad accogliere tematiche eroiche, erotiche, simposiali, agresti. Il verso adottato è sempre il distico elegiaco (esametro dattilico+pentametro).
L'epigramma è rivolto a un pubblico dotto: la lingua utilizzata è erudita, anche se non viene disdegnato un linguaggio di provenienza meno elevato, volto a rendere il carme originale.
Si diffonde la consuetudine di terminare il componimento in maniera sorprendente, mediante una battuta ironica, pungente, che desta stupore o malinconia (il cosiddetto fulmen in cauda).
L'Antologia palatina
Si diffondono, dall'età ellenistica, numerose raccolte epigrammatiche, tra le quali spicca l'Antologia Palatina, contenente circa 3700 epigrammi: essa venne trovata in Germania, ad Heidelberg. Si fonda su una raccolta di Costantino Cefala, realizzata facendo riferimento alla "Corona" di Meleagro (il cosiddetto stefanos, ghirlanda, nella quale ciascun poeta citato viene associato ad un fiore), e la "Corona" di Filippo di Tessalonica, una rivisitazione dell'opera di Meleagro. Gli epigrammi vengono ordinati in base agli argomenti trattati: descrizioni (ecfraseis), tematica cristiana, amorosa, sepolcrale, erotica.Un'altra antologia è quella planudea, così definita dal filologo che la realizzò, il quale la divise in 7 libri.
Le due scuole dell'epigramma alessandrino
Secondo uno studioso tedesco, Raitzenstein, sono distinguibili in questo periodo due scuole:- Dorico-peloponnesiaca, che vede come maggiore esponente Leonida di Taranto, nei cui epigrammi domina il carattere funerario;
- ionico-peloponnesiaca, dove spicca la figura di Asclepiade di Samo, con attenzione alle tematiche erotiche-simposiali.
Leonida di Taranto
Leonida di Taranto è l'esponente principale della prima scuola. Originario di Taranto, fu costretto ad allontanarsi a causa dell'egemonia romana. Egli si considera un esule, un randagio, e questa sua condizione ha un riflesso nei suoi componimenti. Fu inviato in Epiro, dove conobbe Pirro, di cui celebrò la vittoria sui Macedoni e Gàlati.I principali protagonisti dei suoi bozzetti realistici sono gli umili, con cui entrò a contatto. Le tematiche sono principalmente sepolcrali e commemorative, senza tralasciare quella esistenziale. Ci sono infine pervenuti componimenti dedicati a poeti del passato (Ipponatte e Omero soprattutto) ed epigrammi ecfrastici.
Asclepiade di Samo
Asclepiade di Samo è invece l'esponente principale della seconda scuola. Nato nel 320 a.C., viene ricordato per la diatriba con Callimaco per l'elogio nei confronti di Antimaco di Colofone. Le tematiche trattate sono prevalentemente conviviali e amorose: risulta dunque marginale la componente commemorativa. La delusione d'amore e il bere comunitario suggeriscono ad Asclepiade il recupero di moduli letterari del simposio letterario che inietta la nota nuova di uno spleen oscuro, un'ansia e un disagio senza risposta.Asclepiade riecheggia Alceo, Saffo, Anacreonte. Le sue tematiche vennero riprese da Ovidio nella letteratura latina.