Giulia.Onofri
Autore
Sbocchi lavorativi in Beni culturali

I corsi di laurea nei settori di indirizzo archeologico e dei beni culturali sono rivolti agli appassionati di arte e di storia che sognano un lavoro in questo settore.
Per capire l’importanza che queste discipline rivestono nella società italiana, così ricca di reperti storici e di bellezze monumentali, l’articolo 9 della nostra Costituzione sancisce che ‘La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e della ricerca scientifica e tecnica. Tutela e valorizza il patrimonio storico e artistico della nazione’.
Il percorso completo di studio prevede un corso di laurea di primo livello della durata di tre anni che può essere completato e approfondito da quella magistrale biennale.

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Scienze dei beni culturali, tasso di occupazione con la laurea di primo livello: i dati di Almalaurea

I corsi di laurea tra cui è possibile scegliere nel campo archeologico e dei beni culturali sono molteplici e differenziati fra le varie università italiane che spesso dispongono di un’offerta formativa con corsi più specializzati: l’Università di Lecce ospita il corso di laurea in Tecnologie per la conservazione e il restauro, la Iulm di Milano quello in Comunicazione nei mercati dell’arte e della cultura, l’Università di Bari, Padova e la ‘Suor Orsola Benincasa’ di Napoli invece quello in Beni culturali per il turismo.
Se il fascino delle discipline archeologiche è indiscusso e sostenuto, almeno in teoria, anche dallo Stato, quante possibilità di lavoro offre però concretamente? L’ultimo sondaggio di Almalaurea aggiornato al 2018, raccoglie i numeri relativi al tasso di occupazione e alle retribuzioni mensili dei laureati in questo settore.
I dati riportati da Almalaurea su un campione di 3.077 studenti informano che, ad un anno dal titolo di laurea triennale in Beni culturali (L-1), il 68,1% ha deciso di proseguire gli studi e iscriversi alla magistrale, il 25,7% ha partecipato ad un’attività di studio post-laurea, il 29,8% lavora con una retribuzione mensile di 757 euro, il 46,8% ha proseguito il lavoro precedente alla laurea e infine il 25,5% è disoccupato.
Per quanto riguarda il corso di laurea triennale in Diagnostica per la conservazione dei beni culturali (L-43) invece, il sondaggio di Almalaurea rivolto a 195 studenti, chiarisce che il 61,6% si è iscritto alla magistrale, il 21,9% ha svolto un’attività di formazione post-laurea, il 32,5% lavora con una retribuzione mensile di 757 euro, il 24,3% è disoccupato e infine il 42,9% ha proseguito il lavoro precedente alla laurea.

Scienze dei beni culturali, tasso di occupazione con la laurea magistrale: i dati di Almalaurea

Alcune tra le lauree magistrali principali a cui è possibile accedere con il titolo di laurea di primo livello nel settore dei Beni culturali sono molteplici:

    Archeologia (LM-2);
    Archivistica e Biblioteconomia (LM5);
    Storia dell’arte (LM-89);
    Conservazione dei beni architettonici e ambientali (LM-10);
    Scienze per la conservazione dei beni culturali (LM-84).

Per ciascuna di queste, Almalaurea ha condotto il medesimo sondaggio visto per le lauree di primo livello, ottenendo risultati, aggiornati anch’essi al 2018, per ognuna:
Archeologia: su un campione di 749 studenti, il 56,8% ha partecipato ad un’attività di formazione, il 40,2% lavora con una retribuzione mensile pari a 891 euro mentre il 32,1% è disoccupato. Il 33,2% ha proseguito il lavoro precedente alla laurea.
Archivistica e Biblioteconomia: su un campione di 114 studenti, il 48,8% ha partecipato ad un’attività di formazione post-laurea, il 61,6% lavora con una retribuzione mensile di 1.027 euro, il 20,3% è disoccupato e il 39,6% ha proseguito il lavoro precedente alla laurea.
Storia dell’arte: su un campione di 1.140 studenti, il 54,2% ha partecipato ad un’attività di formazione, il 44,2% lavora con una retribuzione mensile pari a 873 euro, il 30,7% è disoccupato e il 34,9% ha proseguito il lavoro precedente alla laurea.
Conservazione dei beni architettonici e ambientali: i dati non sono disponibili.
Scienze per la conservazione dei beni culturali: su un campione di 115 studenti, il 58,5% ha partecipato ad un’attività di formazione, il 24,4% lavora con una retribuzione mensile di 731 euro, il 41,8% è disoccupato e infine il 30,0% ha proseguito il lavoro precedente alla laurea.

Sbocchi di lavoro con la laurea nel settore dei Beni culturali

Ogni tipo di titolo di laurea nel settore ad indirizzo archeologico e dei beni culturali, in base alle specializzazioni scelte, forma professionisti adatti a lavorare in ambienti culturali come musei, biblioteche, fondazioni, siti archeologici ecc.
In particolare, le principali occupazioni lavorative a cui è possibile aspirare,divise per i principali indirizzi di studio, sono:

    Archeologia e Beni culturali: a seconda del percorso prescelto attraverso questo titolo di laurea è possibile lavorare nel settore della catalogazione e assistenza allo scavo archeologico e operare in attività riguardanti la ricerca ed il prelievo di materiale archeologico e di reperti storici e culturali;
    Archivistica e Biblioteconomia: professionisti che si occupano della cura, gestione e catalogazione dei beni archivistici e librari. Non si escludono anche ambiti come l’editoria e le altre forme di comunicazione;
    Conservazione dei Beni culturali: è certamente più faticoso trovare un impiego con questo titolo di laurea, tuttavia gli sbocchi professionali a cui è possibile accedere sono quelli inerenti alle istituzioni dedite alla tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale e ad attività di catalogazione e schedatura dei beni storico-artistici. Il lavoro di questi professionisti è ovviamente supportato da apposite strumentazioni per il monitoraggio dello stato delle opere artistiche e dei reperti storici. Fondamentali sono ovviamente anche le attività di valorizzazione del patrimonio storico-artistico attraverso l’allestimento di mostre, esposizioni, visite guidate, eventi culturali redazione di materiali didattici e illustrativi.

Per tutti gli indirizzi in generale è possibile lavorare nel settore delle organizzazioni turistiche o presso musei provinciali o comunali, enti locali, fondazioni, centri e istituti di ricerca preposti alla tutela, alla conservazione e alla gestione dei beni archeologici, artistici, archivistici e librari.

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