Concetti Chiave
- Le figure retoriche sono strumenti di espressione letteraria che creano effetti semantici o fonetici nei testi, suddivise in fonetiche, d'ordine e sintattiche.
- Le figure fonetiche includono onomatopea, allitterazione, paronomasia, assonanza e consonanza, tutte legate alla ripetizione o imitazione di suoni.
- Le figure d'ordine riguardano la struttura del testo, come anadiplosi, climax, anafora, chiasmo e iperbato, concentrandosi su ripetizioni e posizionamenti delle parole.
- Le figure sintattiche trattano il significato, come perifrasi, similitudine, metafora, metonimia, sineddoche, ossimoro e iperbole, enfatizzando confronti e sostituzioni di termini.
- L'antifrasi e l'eufemismo sono usate per esprimere concetti in modo indiretto o attenuato, spesso coinvolgendo ironia o amplificazione.
Questo appunto di Italiano tratta le principali figure retoriche e fornisce un utile schema di sintesi per l’analisi e la parafrasi di testi poetici e letterari. In particolare, vengono definite le differenti figure retoriche, distinguendole in base alla tipologia.

Indice
Definizione e tipologie delle figure retoriche
Le figure retoriche sono definite come delle forme di espressione letteraria, che servono a creare un effetto semantico o fonetico in una frase o in un testo.Le figure retoriche possono essere distinte in tre categorie, che verranno analizzate di seguito:
- Figure retoriche fonetiche o di suono;
- Figure retoriche dell’ordine;
- Figure retoriche semantiche o di significato.
Figure retoriche di suono o fonetiche
Tra le principali figure retoriche fonetiche ricordiamo:- L’onomatopea, anche nota come fonosimbolo, è costituita da una o più parole (definite locuzioni fonetiche imitative), che riproducono un suono per evocare l’oggetto, l’azione o l’animale che lo produce. Di seguito alcuni esempi di onomatopea: “don don”; “bang”; “cri cri”, e così via.
- L’allitterazione si riferisce alla ripetizione di una stessa vocale, consonante o sillaba all’interno del verso. In altre parole, si tratta di una successione di parole che cominciano o terminano con la stessa lettera o sillaba. Ad esempio, nel verso “E nella notte nera come il nulla”, tratto dalla poesia “Il tuono” di Giovanni Pascoli, notiamo che si ripete la consonante “n”.
- La paronomasia è definita dall’accostamento di due parole uguali, al fine di far risaltare l’opposizione di significato. In altre parole, la paronomasia prevede di accostare vocaboli con suono simile ma significato diverso.
Un esempio di utilizzo di questa figura retorica si trova nei versi della Divina Commedia di Dante Alighieri:
“Perché fuor negletti
li nostri voti, e voti in alcun canto”. - L’assonanza tra due parole si ha quando i vocaboli con cui terminano i versi condividono le stesse vocali finali, producendo, di conseguenza, una somiglianza nel suono. Per esempio, vi è assonanza tra “quali” e “reami”.
- La consonanza, similmente all’assonanza, si ha quando i vocaboli con cui terminano i versi condividono le stesse consonanti finali, producendo, di conseguenza, una somiglianza nel suono. Per esempio, vi è consonanza tra “raganelle” e “giallo”.
Figure retoriche dell’ordine
- L’anadiplosi, che consiste nella ripetizione della parola o del gruppo di parole su cui si vuole attirare l’attenzione.
- Il climax, anche noto come gradazione ascendente, consiste nella disposizione degli elementi stilistici o retorici secondo una gradazione a intensità crescente.
- L’anafora consiste nella ripetizione di una o più parole all’inizio di due o più versi. In altre parole, questa figura retorica prevede di cominciare frasi e membri di frasi con una o più parole identiche.
Un esempio di utilizzo di questa figura retorica si trova nei seguenti versi del testo poetico “La pioggia nel pineto” di Gabriele D’Annunzio:
“Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove su i mirti” - Il chiasmo consiste nella disposizione incrociata di due espressioni, il cui ordine delle parole è invertito nella seconda rispetto alla prima, così da formare una X.
- L’iperbato consiste nel modificare l’ordine di parole che solitamente sono unite, attraverso l’inserimento di uno o più vocaboli tra le parole.
- L’epanalessi consiste nella ripetizione di una o più parole all’inizio, a metà e a fine frase.
- L’anastrofe consiste nell’anticipare oppure nel posticipare un determinato elemento della proposizione. In altre parole, questa figura retorica prevede l’inversione dell’ordine consueto delle parole.
Per approfondimenti sulle figure retoriche vedi anche qua
Figure retoriche sintattiche
Le figure retoriche sintattiche riguardano il significato e comprendono:- La perifrasi consiste nell’utilizzo di un giro di parole per esprimere indirettamente un concetto o una parola.
- La similitudine consiste nel paragonare o confrontare due immagini. Si riconosce perché spesso viene utilizzato il “come”.
- La metafora consiste, come la similitudine, nel paragonare o confrontare due immagini, tuttavia, il confronto non prevede l’utilizzo di nessi logici.
- La metonimia prevede la sostituzione di una parola con un’altra che ha con la prima un rapporto logico, che può essere di diverso tipo, ad esempio: causa-effetto; sede-istituzione; contenuto-recipiente; e così via.
- La sineddoche potrebbe essere definita come un sotto-tipo di metonimia, in quanto prevede la sostituzione di una parola con un’altra che ha con la prima un rapporto di estensione. Ad esempio, si utilizza un termine che indica una parte per esprimere il tutto o viceversa.
- L’ossimoro prevede l’accostamento di termini con significato opposto (ad esempio: “silenzio assordante”)
- L’antifrasi consiste nel dire il contrario di ciò che si pensa e comprende l’ironia e il sarcasmo.
- L’iperbole prevede l’utilizzo di espressioni per intensificare un concetto, attraverso l’amplificazione o la riduzione della realtà.
- L’eufemismo consiste nell’effettuare un giro di parole per attenuare un significato di concetto forte.
Per approfondimenti sulle figure retoriche vedi anche qua
Domande da interrogazione
- Quali sono le principali categorie di figure retoriche?
- Cosa caratterizza le figure retoriche di suono?
- Qual è la funzione dell'anadiplosi nelle figure retoriche dell'ordine?
- In che modo la similitudine differisce dalla metafora nelle figure retoriche sintattiche?
- Qual è la differenza tra metonimia e sineddoche?
Le figure retoriche sono suddivise in tre categorie principali: figure retoriche fonetiche o di suono, figure retoriche dell’ordine e figure retoriche semantiche o di significato.
Le figure retoriche di suono, come l'onomatopea e l'allitterazione, si basano sulla ripetizione di suoni per evocare immagini o sensazioni specifiche.
L'anadiplosi consiste nella ripetizione di una parola o gruppo di parole per attirare l'attenzione su di esse.
La similitudine confronta due immagini utilizzando nessi logici come "come", mentre la metafora confronta senza l'uso di tali nessi.
La metonimia sostituisce una parola con un'altra con un rapporto logico, mentre la sineddoche utilizza un termine che indica una parte per esprimere il tutto o viceversa.