Concetti Chiave
- La corte nell'Umanesimo e Rinascimento è un centro culturale e politico dove artisti e intellettuali lavorano, ma il rapporto principe-cortigiano diventa più complesso nel tempo.
- Oltre alle corti, le biblioteche private e le accademie emergono come luoghi di cultura e riflessione, con biblioteche pubbliche e accademie diventando istituzioni culturali ufficiali.
- L'invenzione dell'editoria porta nuovi concetti come lettore, pubblico e scrittore, con gli scrittori che iniziano a guadagnare dal successo delle loro opere.
- Gli intellettuali dell'epoca, spesso cortigiani o chierici, si dedicano allo studio della cultura classica e si muovono tra le corti, ma nel Rinascimento si distaccano dalla realtà quotidiana.
- L'Umanesimo introduce una visione etnocentrica e ottimistica dell'uomo, in contrasto con la visione geocentrica e predestinata del Medioevo, promuovendo il ritorno al classicismo e la riscoperta di testi antichi.
Indice
La cultura della corte
L’importanza della corte inizia a svilupparsi già precedentemente nelle prime principali Signorie in cui nasce una vera e proprio cultura della corte.
La corte viene considerata nell’Umanesimo come il luogo intorno alla quale si radunarono principi con i suoi sudditi; diventa un luogo completamente chiuso e il popolo rimane isolato.
All’interno della corte vivono filosofi, letterari, artisti che contribuiti svolgevano il loro lavoro, sottostando però ai gusti dei loro padroni, in ogni caso diventa un luogo ideale.
Gli scultori, i pittori, acquistano grande prestigio perché chiamati ad abbellire corti, città e non sono più considerati manovali.
Nel pieno Rinascimento la corte continua ad essere il fulco della vita politica, sociale e culturale ma entra in crisi perché il cortegiano piano piano perde questo prestigio e autorevolezza e quei piccoli spazi che precedentemente aveva avuto.
Il rapporto principe – cortegiano si fa sempre più difficile.
Luoghi di Cultura
Luoghi di cultura e biblioteche
Oltre alle corti esistono inoltre diversi luoghi di ritrovo dove in questo periodo ci si dedica alla cultura.
Uno dei tanti luoghi a partire dal periodo dell’Umanesimo sono le biblioteche private.
Petrarca, ad esempio, prima di moire voleva lasciarla pubblica per permettere a tutti di usufruirne.
Non gli fu possibile ma diede inizio alle biblioteche pubbliche di cui usufruivano persone di un certo livello di cultura.
Le più importanti biblioteche furono la biblioteca Laurenziana ad opera di Lorenzo dei Medici, la biblioteca del Vaticano e a Venezia.
Precedentemente era nata la prima università a Bologna, Ora persistono e ne vengono create delle altre.
Accademie e istituti culturali
Una caratteristica nuova, invece, è la nascita delle Accademie.
L’accademia prende il nome dall’antica Accademia Platonica.
Inizialmente e nell’Umanesimo viene considerata come un luogo di opinione, riflessione in cui si riunivano gente colta; c’era solo voglia degli intellettuali di ritrovarsi e di scambiare le proprie idee. Non vi era una struttura come nel caso dell’università.
Anche nel periodo del Rinascimento le Accademie continuano ad essere istituti culturali che si trasformavano ora da luogo libero di incontro e di cultura a luoghi controllati e rigidi, con regolamenti da rispettare con regole ben precise a cui attenersi.
Essa diventa luogo della cultura ufficiale per eccellenza. Nascono diverse accademie: le più importanti sono quelle degli Orti Oricellari che nasce a Firenze, degli Intronati a Siena e l’accademia Aldina a Venezia.
L'importanza dell'editoria
Le stamperie e le botteghe editoriali hanno anche esse molta importanza.
La principale è la bottega di Aldo Manunzio, uno stampatore famoso, filologo, letterario che sistemava edizioni e all’interno di queste stamperie si vedevano letterati per parlare di letteratura e scrivere opere.
Editoria: cocetti di lettorem scrittore e pubblico
L’invenzione dell’editoria assume una grande importanza perché iniziano a farsi strada concetti di lettore, cioè la persona che singolarmente può accedere alla lettura; il concetto di pubblico che prima era inteso esclusivamente come il pubblico della corte, un pubblico dotto, d’elite, invece ora viene inteso in maniera più distaccata dalla corte e soprattutto nasce il concetto di scrittore che guadagna con lo scrivere libri: più un opera riesce ad avere successo, più uno scrittore ottiene fama e compensi economici.
Piero Aretino, scrittore, sfrutta la capacità di scrivere opere in cui fa parodie della cultura sociale e uomini del periodo e riesce così ad avere successo.
L'intellettuale cortigiano
L’intellettuale tipico di questo periodo è la figura dell'intellettuale cortigiano. Vivevano all’interno delle corti, venivano stipendiati e si occupavano di letteratura, erano subordinati al signore; facevano di tutto per accontentare voleri del padrone fino a perdere la loro autonomia.
Specie nell’Umanesimo l’altra condizione era quella dell’intellettuale chierico come Petrarca e Boccaccio: in questo periodo troviamo spesso questi poeti che si rifugiano in conventi per dedicarsi alla poesia e oltre all’obbligo della castità possiedono solo privilegi. Non avevano temi precisi, anche perché non c’era rigore religioso che verrà poi in seguito con la riforma cattolica.
La grande importanza viene acquistata dallo studio della cultura classica.
Gli intellettuali con questo tipo di cultura ha dei privilegi e sono in grado di formare l’uomo in toto.
Altra caratteristica è la mobilità: gli intellettuali e i poeti si muovono da una cote all’altra, come Tasso, alla ricerca di una corte dove trovare una sistemazione migliore. Si vengono a creare così circolazioni e scambi culturali.
Nel Rinascimento aumenta il distacco dell'intellettuale dalla realtà in quanto egli non si preoccupava più di occuparsi della situazione reale della gente ma l’unico scopo era quello di allietare il pubblico.
La visione umanistica della vita
Nel medioevo vi era una visione geocentrica della vita: Dio al centro dell’universo. Era Dio a regolare qualsiasi ambito del fattore umano. L’uomo doveva scegliere tra bene e male. C’era passaggio sulla terra ma tutta era rimandato all’AlDiLà, c’era quindi l’idea della predestinazione, l’uomo doveva sopportare dolore e sofferenza perché avrebbe avuto una ricompensa nell’aldilà.
Nell’Umanesimo si crea invece una visone differente della vita: c’è infatti una visione ottimistica dell’uomo, una visione etnocentrica: l’uomo non era predestinato alla cattiva sorte.
C’è ancora credenza in Dio, tuttavia l’uomo non deve per forza scegliere tra il bene e il male.
Nasce anche l’idea dell’edonismo dandosi ai piaceri terreni e la definizione dell’uomo capace di creare la sua sorte.
Il ritorno al classicismo
Altra caratteristica importante è il ritorno al classicismo, i poeti più amati sono Cicerone, Orazio e Ovidio. Viene rivalutato il latino classico e non quello medievale usato nel Medioevo nella Chiesa, per cui rinasce intento di imitare autori classici con una grande originalità, pur rifacendosi a questi grandi poeti creano cose nuove e originali.
Già con Petrarca si ha qualche spasmodica ricerca di manoscritti di autori classici, egli trovò alcune epistole di Cicerone e poi vennero ritrovate opre di Lucrezio che erano state nascoste perché considerate eretiche. Nasce quindi la filologia: l’arte di riscoprire testi originali degli autori e confrontare dati storici, letterari e ricostruirli; prendere più testi dello stesso autore, confrontarli e fare un lavoro di ricostruzione.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo della corte durante l'Umanesimo e il Rinascimento?
- Quali sono i principali luoghi di cultura oltre alle corti?
- Come cambia il concetto di lettore e scrittore con l'invenzione dell'editoria?
- Qual è la figura dell'intellettuale tipica di questo periodo?
- In che modo l'Umanesimo differisce dal Medioevo nella visione della vita?
La corte è considerata un luogo centrale per la vita politica, sociale e culturale, dove si radunano principi e intellettuali, ma nel Rinascimento il prestigio del cortigiano inizia a declinare.
Oltre alle corti, le biblioteche private e pubbliche, le università e le accademie sono importanti luoghi di cultura, con le accademie che diventano istituti culturali ufficiali.
L'editoria introduce il concetto di lettore come individuo che accede alla lettura e di scrittore che guadagna con i libri, distaccandosi dal pubblico esclusivo delle corti.
L'intellettuale cortigiano, stipendiato e subordinato al signore, è tipico di questo periodo, mentre gli intellettuali chierici come Petrarca si dedicano alla poesia nei conventi.
L'Umanesimo propone una visione ottimistica ed etnocentrica dell'uomo, in contrasto con la visione geocentrica e predestinata del Medioevo, enfatizzando l'edonismo e la capacità dell'uomo di creare la propria sorte.