Concetti Chiave
- La decadenza occidentale ottocentesca è vista come una perdita di creatività, dovuta all'incasellamento razionale di una realtà dionisiaca, complessa e incontrollabile.
- Nell'opera "Su verità e menzogna in senso extramorale", Nietzsche critica la scienza positivista, affermando che la verità è un costrutto soggettivo basato su interpretazioni individuali.
- Nietzsche riprende da Schopenhauer l'idea della volontà come essenza del mondo, opponendosi alla razionalità ottocentesca che limita la creatività.
- Le soluzioni di Nietzsche alla decadenza includono il recupero della creatività attraverso la musica e l'analisi critica della scienza, anticipando l'epistemologia del Novecento.
- "Così parlò Zarathustra" esplora i concetti di morte di Dio, oltreuomo, eterno ritorno dell'identico e volontà di potenza, esaltando una vita libera dai valori tradizionali.
Indice
- La decadenza della cultura occidentale
- Nietzsche e la critica alla razionalità
- Il prospettivismo e la verità
- La volontà e l'irrazionalità del mondo
- La storia e la creatività secondo Nietzsche
- La fase estetica e illuminista di Nietzsche
- La filosofia del mattino
- Così parlò Zarathustra e i suoi simboli
- Il superuomo e il nichilismo
- La distruzione dei valori occidentali
La decadenza della cultura occidentale
La cultura occidentale ottocentesca è caratterizzata dalla decadenza, ovvero la perdita della capacità creativa dovuta ad un incasellamento forzato in parametri razionali di una realtà tutt'altro che incasellabile. L'essenza della realtà è infatti secondo N. dionisiaca. Già i Greci nella Grecia preclassica avevano delineato e rappresentato la realtà all’interno delle tragedie come apollinea e dionisiaca. I Greci avevano saputo cogliere la necessità umana di dare una struttura di comprensibilità, di senso apollineo (=ordine, compostezza, ragionevolezza) alla realtà strutturalmente dionisiaca (=bellezza come energia scomposta, incontrollabile). Nella Nascita della tragedia (1872) Si occupa dell'interpretazione filosofica della tragedia che comprendeva sia l'elemento dionisiaco che quello apollineo della realtà. Nella tragedia pre euripidea viene messo in scena il conflitto tra queste. La fine di questa consapevolezza greca arriva con la filosofia socratica e platonica che razionalizzano la tragedia. Progressivamente la filosofia ha introdotto la spregiudicata presunzione dell'uomo di poter comprendere la realtà, poiché in quanto essere razionale l’uomo può comprendere le cose razionali quali la realtà. Secondo questa visione la realtà si identifica nel pensiero, coincide con l’idea, e la verità non sta nelle cose ma nel pensiero stesso. Questa presunzione dell'uomo (secondo Nietzsche non si può avere il controllo su tutta la realtà) lo rende incapace di rapportarsi con l’essenza autentica della realtà, ha perso creatività e vitalità.
Nietzsche e la critica alla razionalità
Nietzsche critica la presunzione tipicamente positivista di comprensione della realtà e le assolute pretese di verità della scienza nell’opera Su verità e menzogna in senso extramorale (1873). Nell'opera parte da un'analisi del linguaggio che definisce come una convenzione, un sistema di metafore, una rappresentazione della realtà quindi una menzogna in senso extramorale (non intenzionato a fare del male). Consequenzialmente anche ciò che chiamiamo verità in realtà è un gioco concettuale, delle metafore accettate in base a regole prescritte accettate da tutti, in cui si creano infinite interpretazioni del mondo prodotte dall’intelletto umano. L’uomo occidentale si è perduto perché ha posto la sua vita al servizio di precetti morali di origine metafisica. Quella che chiamiamo verità è una configurazione provvisoria di determinate opinioni a seconda del prevalere individuale o collettivo di certi criteri, interessi e rapporti di forza.
Il prospettivismo e la verità
A partire da quest’opera comincia a delinearsi il tema del prospettivismo(che caratterizza le opere del suo ultimo periodo) contro il mito positivista della Scienza obiettiva e della presunta verità oggettiva. Il prospettivismo nietzscheano afferma che “non ci sono fatti ma solo interpretazioni, non esistono né verità né falsità ma solo prospettive differenti sulla realtà“. Per uscire dalla decadenza è necessario recuperare la visione del mondo che i greci pre-classici avevano (la nascita della tragedia 1872).
La volontà e l'irrazionalità del mondo
Nietzsche riprende da Schopenhauer l’idea che l'essenza del mondo sia wille cioè volontà, forza, energia cieca e irrazionale che spinge l’uomo a rimanere in vita. L’essenza del mondo, che a noi appare ordinato secondo le convenzioni, è irrazionale.
La cultura dell’Ottocento ha perso la creatività a causa di un eccesso di razionalità. Secondo il razionalismo hegeliano esiste una struttura razionale della realtà a cui bisogna adattarsi, essa non dipende dalla buona o cattiva volontà dell’uomo. Questo ci pone in condizione di non prendere iniziative ed è da questo immobilismo e dalla concezione di storia a fine ‘800 che deriva la decadenza.
La storia e la creatività secondo Nietzsche
“Sull'utilità e il danno della storia per la vita” (1874), seconda considerazione inattuale:
La tesi è che la storia ha senso solo se è utile per la vita. Secondo Nietzsche la sua generazione vive una malattia storica, intesa come un eccessivo legame con il passato che atrofizza la componente creativa. Nietzsche fa notare che la storia può essere utile o dannosa a seconda di come la utilizziamo, quando un uomo, un popolo o una civiltà segue quello storicismo diventa meno vitale. Ci sono tre tipi di storiografia:
storiografia monumentale → atteggiamento di chi è attivo e ha grandi aspirazioni ma ha bisogno di modelli, maestri. Questa storiografia risulta dannosa e annichilente se i modelli vengono rappresentati irraggiungibili.
Storiografia antiquaria → è apprezzata da chi ama la continuità con il passato appartiene ai conservatori. è positivo per il desiderio di memoria, fedeltà, continuità ma rischia di diventare un disvalore quando mummifica la vita perché inibisce il presente e impedisce la novità
Storiografia critica → Contraddistingue chi è aperto al presente e vorrebbe liquidare il passato per concentrarsi sulla contemporaneità. Limiti: può risultare dannoso per la vita dimenticarsi che siamo figli del nostro passato e dei suoi errori e è scorretto valutare il passato con il criterio del presente
La fase estetica e illuminista di Nietzsche
La prima fase Nietzscheana o estetica si pone l'obiettivo di recuperare la creatività e la decadenza attraverso la musica, specialmente attraverso quella di Wagner. Subì una delusione a partire dal festival di Bayreuth in seguito alla quale si rese conto che la guarigione dalla decadenza non potrà avvenire attraverso un riscatto estetico dell’esistenza. Questi stimoli lo portano ad iniziare la fase illuminista, nella quale si affida alla scienza, alla ragione come unica possibilità per comprendere il mondo. La Scienza di cui parla non è compatibile con le scienze positive, cioè non consiste in un insieme di conoscenze, verità specifiche elaborate da discipline specialistiche e non è neanche compatibile con la scienza intesa come analisi sottile dei concetti attraverso procedure relazionali deduttive conseguenti. Per Nietzsche la scienza è analisi critica, esercizio del dubbio, diffidenza metodica. Questa consapevolezza della ineliminabilità degli errori a cui la scienza è soggetta e la distinzione tra la scienza positivista la scienza come un’analisi critica fa sì che possa essere considerato un anticipatore dell’epistemologia del ‘900. In questa fase compone 3 opere
La filosofia del mattino
umano, troppo umano 1878→ Dedica questa prima edizione a Volterra di cui apprezza l'elemento del disincanto e rifiuta l'enciclopedismo(spirito di insinuazione del dubbio)
tesi: Le ipotesi metafisiche, la convinzione che esista la cosa in sé, che esista la verità non è che un insieme di inganni a cui l'uomo volontariamente soggiace per sopportare la sua debolezza, caducità e finitudine. La metafora non ha fatto altro che occuparsi di questi errori come se fossero verità di cui Nietzsche svela le radici umane troppo umane. I valori alla base della nostra condotta morale che hanno bloccato l'esistenza e la creatività, vengono smascherati da Nietzsche come illusioni. Liberarsi dalle assurde false verità è il primo passo per risolvere la decadenza.
Aurora 1886→ Per definire lo spirito libero viene usata l'immagine del Viandante ossia di un uomo sulla via che è di passaggio senza una meta chiara. Il tramonto segna un’epoca finita, soltanto lo spirito libero può muoversi verso nuovi orizzonti.
la Gaia scienza 1882→ Nietzsche si definisce il grande scettico che possiede la gaiezza, l'audacia temeraria di chi non indietreggia davanti a nulla. Il mondo dominato dalla Gaia scienza è libero dall'ignoranza, dalla paura, contrassegnato da una morale incentrata sul coraggio, sulla responsabilità che secondo Nietzsche è la morale dei grandi uomini.
→ le tre opere vengono chiamate filosofia del mattino, sono agli antipodi della Nottola di Minerva e propongono una nuova concezione dell’animo e della condizione umana che riuscirà a delineare con chiarezza attraverso i concetti di amore, dio e amor fati. Lo spirito libero riesce a conquistare il controllo della propria esistenza e a riconoscere in sé stesso l’unica fonte dei nuovi valori (non intesi come una nuova morale alternativa perchè ognuno è libero da costrizioni)
Così parlò Zarathustra e i suoi simboli
I pilastri della filosofia nietzscheana finalizzati a rendere l’uomo libero sono presenti nell’opera Così parlò Zarathustra (1883-85). è un poema in prosa che segue il modello del Nuovo testamento con parabole, giochi linguistici (continui richiami a Gesù)…secondo una forma profetica (non solo come scelta stilistica ma è rispondente a una difficoltà di rendere in forma concettuale le visioni di cui si compone l’opera). La dottrina filosofica viene resa a immagini e simboli senza contorni nitidi, non finalizzati ad una comprensione univoca, ognuno può interpretarlo diversamente, ma ci sono dei punti fermi.
Aquila: vista acuta, visione complessiva circolare
Serpente: striscia per terra= trasposizione della fedeltà alla terra (si mangia la coda in simbolo di eternità)
è costituita da 4 parti.
Zarathustra come antico poeta iranico → all’età di 30 anni (quando anche l’insegnamento di Gesù inizia) si ritira in solitudine per 10 anni in montagna con l’aquila e il serpente. Quando pensa di aver compreso il senso del tutto scende tra gli uomini per rivelarne la verità
trova difficoltà a portare il suo messaggio agli uomini, che ritiene non siano pronti (nelle parabole esita ad esprimere il significato più profondo)
nucleo essenziale della dottrina (temi centrali)
La morte di dio (fa parte della pars destruens oltre che della pars costruens, nell’aforisma 125 della Gaia Scienza attraverso le parole dell’uomo folle Nietzsche annuncia la morte di dio)
l’oltreuomo
l’eterno ritorno dell’identico
la volontà di potenza
nichilismo
esalta la vita degli uomini superiori (oltreuomini)
L’uomo folle caratterizzato da un pensiero divergente e irrazionale è in grado di andare oltre a quello che è comprensibile ai più. è rappresentato dall’immagine della lanterna (ragione) accesa alla chiara luce del mattino, a indicare che abbiamo sempre bisogno di un aiuto ulteriore. La chiara luce del mattino è dio. Si rivolge a persone del mercato, concreti, non idealisti e atei, che hanno superato l’incanto della menzogna assimilando la morte di dio. Ma cosa implica essere atei? “non dobbiamo diventare dei anche noi?”, dobbiamo costruire i nostri valori, fare quello che finora abbiamo associato a Dio e lo dobbiamo fare partendo dalla fedeltà alla terra. “Vengo troppo presto”= gli uomini a cui si rivolge sono superficiali e non sono pronti a capire cosa l’ateismo comporti
Sono le tre rappresentazioni di come il mondo si manifesta.
cammello “tu devi”: l’uomo che si prostra a qualcosa che gli viene imposto dalla società (rappresentata dal drago sulle cui scaglie c’è scritto “tu devi” e rappresenta le etiche eteronome come la religione e quelle autonome, kantiane). Minimizza le lodi, la sua virtù è l’umiltà. Lo spirito del cammello è quel tipo di uomo che in nome di principi che riconosce assoluti fa ciò che gli viene detto, ma nell’atto in cui per essere virtuoso non si accetta alcun tipo di aiuto/conforto ci si trova in un deserto (=solitudine) e diventa leone
leone “io voglio”: rifiuta qualsiasi conforto, anche quello dei valori assoluti, si ribella ma non è libero di creare i propri valori (trasvalutarli). è il freigeist (filosofia del martello)
fanciullo “io sono”: inizia a creare i suoi valori, ma non ha ancora fatto suo il concetto di eterno ritorno dell’identico
la concezione lineare del tempo porta con sé delle implicazioni:
il passato non c’è più, il presente diventa subito passato e il futuro non c’è ancora
in una visione lineare il passato non c’è più e non ritornerà, quindi posso deresponsabilizzarmi → funzione liberatoria
passato che oggettivizza non è più alla base del mio presente, può diventare un peso imminente che può inibidirmi dall’avere un futuro → immagine del nano come lo spirito di gravità che Zarathustra si porta sulle spalle nella sua ascesa alla porta con la scritta “attimo”, e che scende dalle sue spalle solo quando arrivano alla porta, a indicare che si libera dalla convinzione che il presente sia figlio del passato.
⇒ propone una visione circolare del tempo (tutto torna identico a sé stesso), strettamente connessa alla condizione dell’uomo, non in senso cosmologico ma come cambiamento di prospettiva: assumere ogni momento come se fosse un attimo degno di essere vissuto in eterno
la prospettiva che tutto torni uguale a sé stesso è agghiacciante (idea dell’eterno ritorno posta sotto forma di ipotesi) a meno che non si abbia vissuto un momento di tale intensità da portarti a desiderare che si ripeta di nuovo. Ciò dovrebbe spingere l’uomo ad agire come se tutto dovesse ripetersi, in questo modo la vita non è insignificante e non viene sprecata.
→ non è una descrizione cosmologica/scientifica ma una prospettiva che solo l’oltreuomo può accettare.
questa visione prevede la presenza di un pastore a terra con un greve serpente nero insinuatosi nelle sue fauci che lo sta soffocando. Zarathustra cerca di tirarlo fuori, ma non è l’azione di qualcun’altro che permette di liberarci da questo pensiero ossessivo (serpente), è necessario che il pastore morda il serpente. Questa azione viene interpretata da Heidegger e da altri interpreti come l’atto decisionale, che rappresenta la volontà di potenza, la volontà di intraprendere e di essere protagonisti del proprio destino e di poter essere senza i condizionamenti delle menzogne millenarie e quindi di essere capaci di fondare i propri valori in assenza di valori assoluti (spirito libero). Nell’opera Nietzsche, Heidegger interpreta il modo d’essere dell’oltreuomo come l’accettazione del ritorno dell’eterno identico. Solo l’oltreuomo, dopo aver proclamato la morte di Dio è in grado di ragionare accettando l’eterno ritorno dell’identico e facendo sua la volontà di potenza.
Il superuomo e il nichilismo
Il superuomo è un nichilista radicale, nel senso che supera il nichilismo, conseguenza logica della morte di Dio (dopo aver perduto le certezze del passato). Nichilismo significa svalorizzazione dei valori supremi. Nietzsche distingue tre tipi di nichilismo
ATTIVO → chi ha il coraggio di contrastare i valori tradizionali pur senza avere la forza di sostituirvi nuovi valori (leone)
PASSIVO → chi alla scoperta della mancanza di valori oggettivi cede in uno stato di prostrazione
ESTREMO (del superuomo) → chi è in grado di dare senso al caos privo di senso del mondo costruendo nuovi propri valori. Essa coincide con la volontà di potenza
→ Il nichilismo ha come cause la mancanza di una specie superiore e il fatto che la specie inferiore disimpari la modestia e gonfi i suoi bisogni a farne valori cosmici e metafisici.
La distruzione dei valori occidentali
Nietzsche afferma che al contrario di quanto affermato da Platone non esiste la verità oggettiva, le teorie non sono né vere né false ma più o meno funzionali all’esistenza dell’uomo. Nietzsche autodefinendosi maestro del sospetto annuncia di aver scoperto dietro la verità l’utilità. La verità per N. non è da scoprire ma da creare. Identifica la morale panico-cristiana con l’ascetismo, giudicato negazione della vita, annullamento della gioia di vivere. Nietzsche rinnega esplicitamente la morale di Schopenhauer e la morale degli schiavi( utilitaria).
Al di là del bene e del male 1886.
Genealogia della morale 1887 (ricerca delle origini dei valori assoluti).
Caso Wagner 1888.
Il crepuscolo degli idoli 1888.
L'anticristo 1888.
E c’è omo 1888.
Nietzsche contra Wagner 1888.
→ Nuova violenza distruttiva, è necessario distruggere inesorabilmente la società fondata su valori occidentali (menzogne millenarie, religione, morale). Chi obbedisce ai valori ha un atteggiamento definito “la morale del gregge” il cui motto è “compiere il proprio dovere”. La morale è diventata la consolazione dei deboli (sonno della vita, vitalità sedata). L'umanitarismo è un sistema di certezze che secondo Nietzsche illude la responsabilità individuale a cui si affianca l’illusione di una redenzione nell’aldilà. Il principio cardine del cristianesimo e dell’ umanitarismo è l’umiltà, agli antipodi dei valori originali quali il coraggio (disvalori diventano valori). All’origine di questi valori morali c’è il risentimento, lo stato d’animo proprio di quell’uomo che è schiavo, non sa affermare la propria potenza, si sente impotente ma non lo accetta e quindi all’origine di questa morale c’è la pura volontà di vendetta dei sofferenti contro chi è felice (mediocrità diffusa, ricchezza vista negativamente, solidali verso questa condizione). I sacerdoti che nelle prime civiltà erano i detentori del potere temporale iniziarono ad essere separati da questo potere, questo sviluppò un senso di risentimento in loro verso chi aveva ottenuto il potere. Questo induce una vendetta dei mediocri nei confronti degli uomini eccezionali che porta alla negazione della volontà di potenza, il rifiuto della vitalità. Nell’Anticristo sostiene che il cristiano sia un animale malato che fa della propria debolezza una virtù e proietta in un’illusoria vita oltre la morte il premio per le proprie frustrazioni e sofferenze. In antitesi alla morale e religione Nietzsche propone la trasvalutazione dei valori che costituisce la liberazione della componente attiva della vita rappresentando l’invenzione delle nuove forme di esistenza e la creazione di nuovi valori individuali. Il protagonista della trasvalutazione è l’oltreuomo che esercita il culto dell’umanità. Bisogna valorizzare l’umanità e i disvalori.
Domande da interrogazione
- Qual è il concetto di decadenza nella cultura occidentale ottocentesca?
- Qual è la critica di Nietzsche alla presunzione di comprensione della realtà?
- Quali sono i tre tipi di storiografia secondo Nietzsche?
- Quali sono i pilastri della filosofia nietzscheana per rendere l'uomo libero?
- Quali sono i concetti chiave dell'opera "Così parlò Zarathustra"?
La decadenza nella cultura occidentale ottocentesca si riferisce alla perdita della capacità creativa a causa dell'incasellamento forzato in parametri razionali di una realtà complessa e incontrollabile.
Nietzsche critica la presunzione tipicamente positivista di comprensione della realtà e le assolute pretese di verità della scienza, sostenendo che la realtà è soggettiva e che la verità è un costrutto concettuale basato su interpretazioni individuali.
I tre tipi di storiografia secondo Nietzsche sono la storiografia monumentale, la storiografia antiquaria e la storiografia critica.
I pilastri della filosofia nietzscheana per rendere l'uomo libero sono la musica, la scienza, la volontà di potenza e la trasvalutazione dei valori.
I concetti chiave dell'opera "Così parlò Zarathustra" sono la morte di Dio, l'oltreuomo, l'eterno ritorno dell'identico, la volontà di potenza e il nichilismo.