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Concetti Chiave

  • Herbert Marcuse was a key figure in the Frankfurt School, using Hegelian dialectics and psychoanalysis to critique capitalist society's contradictions and advocate for societal transformation.
  • Marcuse's work "Eros and Civilization" argues that civilization has advanced through repression of human instincts, proposing a distinction between basic and surplus repression, with the latter serving capitalist productivity.
  • Marcuse criticizes the "one-dimensional man" in technologically advanced societies, highlighting the alienation and conformity imposed by a system that stifles critical thinking and individual freedom.
  • He emphasizes the role of art as a form of resistance against societal repression, representing a quest for liberation from the labor-driven existence and advocating for the reclamation of eros and leisure.
  • Unlike Marx, Marcuse believes that revolutionary potential lies not with the working class but with marginalized groups, advocating for cooperation among the oppressed to challenge and change the existing system.

Indice

  1. La scuola di Francoforte
  2. La vita di Herbert Marcuse
  3. Eros e civiltà
  4. La tirannide genitale
  5. L'uomo ad una dimensione
  6. La critica alla società tecnologica

La scuola di Francoforte

Herbert Marcuse è un importante adepto della scuola di Francoforte, che si viene a creare a partire dal 1922 e ha come finalità quella soprattutto di evidenziare tutte le contraddizioni fondamentali della società capitalistica per cercare di trasformarle. Ha come metodo non solo la dialettica di Hegel, perché con essa si vanno proprio ad evidenziare tutte le contraddizioni intrinseche alla società, ma anche l'utilizzo della psicanalisi, attraverso la quale si vanno a recuperare tutti i concetti relativi alla ricerca del piacere e della libido. I maggiori adepti saranno sicuramente Adorno, Marcuse ed Eric Fromm. Si va a definire nel1922, quindi il periodo in cui sono presenti in parecchi paesi regimi totalitari e quindi nasce questa scuola in relazione all'avvento del nazismo in Germania e fascismo in Italia, l'affermazione del comunismo in Unione Sovietica e il trionfo della società capitalistica.

La vita di Herbert Marcuse

Herbert Marcuse nasce a Berlino nel 1898 da una famiglia ebraica. Studia stesso a Berlino e poi anche a Friburgo, dove verrà influenzato da intellettuali di grande portata come l'esistenzialista Heidegger e Husserl, un fenomenologo. Negli anni ‘30 riesce a contattare una serie di pensatori della scuola di Francoforte e decide di parteciparvi. A causa del nazismo è costretto ad andare via dalla Germania e ad emigrare negli Stati Uniti. Lì avrà modo di insegnare, otterrà la cattedra all'Università di San Diego in California e poi nel 66 otterrà la cattedra all'Università di Berlino Ovest come docente onorario. In quegli stessi anni, a partire quindi dal 68, comincia a partecipare a un dibattito sul movimento studentesco, tant'è vero che per gli studenti, i ragazzi sessantottini, Marcuse sarà un vero e proprio ispiratore. Le opere più importanti sono “Ragione e Rivoluzione”, “Saggio sulla Liberazione” ed “Eros e Civiltà”.

Eros e civiltà

“Eros e civiltà” è sicuramente una delle opere più importanti, all'interno di esso, Marcuse sostiene, partendo da Freud, che la civiltà si è certamente sviluppata grazie alla repressione degli istinti umani. Una repressione che ha visto invece la crescita, e quindi l'aumento all'interno della società stessa, della produzione, dell'ordine, della crescita in campo lavorativo, impedendo al singolo di soddisfare le proprie pulsioni. Imponendo il lavoro sono venute meno le pulsioni e la soddisfazione di queste. Però diversamente da Freud, secondo Marcuse, era necessario fare una distinzione tra quella che è la rimozione di base e quello che è il surplus di rimozione.

La rimozione di base è nient'altro, secondo Marcuse, che il normale controllo degli istinti primordiali che ci viene richiesto dalla società in vista di una crescita civile (ad esempio, se devo urinare non lo faccio ovunque).

Il surplus di rimozione invece viene richiesto dalle società soprattutto occidentali in vista del principio della prestazione, cioè la capacità di impiegare tutte le proprie energie psicofisiche per scopi produttivi, lavorativi, riducendo il singolo quindi a un'entità semplicemente utile alla produzione: pensiamo per esempio allo stacanovismo in Unione Sovietica, il fatto che l'uomo fosse dedito esclusivamente al lavoro, più produceva, più riusciva a guadagnare e quindi tutto questo lavoro legato al contesto della morale e al contempo anche del regime.

La tirannide genitale

Quindi, in poche parole, l'uomo reprime l'esigenza della felicità, il soddisfacimento del piacere, andando a definire quella che Marcuse chiama tirannide genitale, cioè la riduzione totale della sessualità ad un fatto puramente procreativo. Cioè, la vita diventa lavoro e fatica: se prima l'uomo ricercava il soddisfacimento dei propri bisogni, il raggiungimento della felicità, ora non fa altro che produrre, che lavorare, faticare, mettendo completamente da parte quelle che sono le sue pulsioni istintuali, anche di natura sessuale. Tra l'altro molti uomini considerano giusto lavorare e produrre e faticare mettendo da parte la sessualità o qualsiasi tipo di impulso l'uomo abbia, perché è la giusta punizione per una qualche colpa commessa. Tuttavia, l'uomo non può totalmente rimuovere questi impulsi legati al piacere. C'è comunque in memoria, conservato nell'inconscio, questo desiderio di soddisfare le proprie esigenze, i propri bisogni, ma c'è anche la formula del grande rifiuto, cioè l'uomo si rifiuta di vivere una vita semplicemente in vista del lavoro, della fatica. Noi ritroviamo il ritorno del represso soprattutto, dice Marcuse, nel campo dell'arte, che da sempre cerca di manifestarsi in maniera libera e l'arte trova in Orfeo e in Narciso le sue figure più caratteristiche. Mentre Prometeo è simbolo della divinità occidentale, della fatica, della produttività, della cultura, colui che ruba il fuoco agli dèi per donarlo agli uomini, l'eroe dell'Occidente, Orfeo invece, un sacerdote dionisiaco, è colui che non comanda, ma canta, trovando nel mondo un ordine più alto, ma senza alcuna repressione. Orfeo, figlio del dio Apollo, ha tratti sia apollinei che dionisiaci, è colui che non comanda, che ama profondamente sua moglie Euridice, che prova a condurre fuori nell'Ade senza mai doversi voltare, ma credendo che l'amata non lo stesse seguendo si volta e lei scivola giù negli inferi per sempre. Da allora lui soffre, piange per amore, così come l'anima che ci viene descritta da Pitagora soffre per essere intrappolata nel corpo, c'è questa visione orfica dell'anima. Mentre Narciso è colui che insegue una vita di bellezza, un'esistenza di contemplazione. Entrambi vanno a esprimere la ribellione contro la logica del lavoro, della fatica: è necessario liberarci da questa società dell'obbligo del lavoro, dobbiamo ritrovare il tempo libero, dobbiamo ritrovare l'eros. Dobbiamo abbandonare quella che è la ricerca affannosa della fatica e della produzione.

L'uomo ad una dimensione

Un altro testo importante è “L'uomo ad una dimensione”. All'interno di questo testo, più che riferirsi alle teorie di Freud, lui porrà il suo riferimento a Marx. Marcuse criticherà questa società tecnologicamente avanzata e darà, d'altra parte, un obiettivo fondamentale della scuola di Francoforte. L'uomo a una dimensione è l'uomo conformista, cioè l'uomo che vive in una società a una dimensione, con la filosofia a una dimensione, completamente alienato dalla società. È una società a una dimensione, una società totalitaria, quello in cui l'uomo è omologato, deve solo produrre, consumare, è un uomo che paralizza il suo spirito critico perché viene totalmente controllato dal regime. Ecco perché ha una dimensione, l'uomo è privo del suo parere critico, della sua intelligenza onnilaterale e non fa altro che accettare e apprezzare passivamente e benevolmente ciò che la dittatura in qualche modo gli impone.

La critica alla società tecnologica

Quindi c'è una filosofia a una dimensione che è quella della razionalità tecnologica, una filosofia che nega il pensiero critico, una filosofia positivistica che giustifica il progresso. Quindi lui critica la tecnologia perché capace di fare apparire razionale ciò che invece è irrazionale, si spaccia per tollerante mentre si tratta di una permissività legata soltanto a ciò che non va ad intaccare il sistema, lui dice che anche la libertà sessuale è un'illusione di questa società tecnologicamente avanzata perché apparentemente non ci sono tabù, ma si ha una liberalizzazione che è redditizia solo a livello commerciale del sesso. La democrazia e il pluralismo sono solo una facciata dietro a cui si cela una tolleranza repressiva, un falso permissivismo che fa credere agli individui di essere liberi di scegliere mentre alle loro spalle la società tende ad amministrare totalmente la loro esistenza, perché l'uomo a una dimensione è quell'uomo che non è più capace di pensare ad una realtà diversa da quella presente, ha solo una visione acritica, conformista. Quindi, il compito della filosofia, che non deve essere a una dimensione, è quello di opporre a questa situazione una sorta di grande rifiuto, tenendo in vita la speranza, la capacità di immaginare una società completamente diversa e una filosofia che inquadra il soggetto rivoluzionario, che non deve restare mai imbavagliato di fronte a questi problemi. Però, differentemente da Marx, il quale pure lui credeva nell'importanza della rivoluzione, Marcuse non individua l'uomo della rivoluzione nell'operaio, quanto nei gruppi che ad oggi vengono esclusi dalla società ricca e opulente come gli stranieri, gli sfruttati, i disoccupati, gli inabili, coloro che devono opporsi a questo sistema. Quindi per abbattere il sistema, secondo Marcuse, è necessaria nemmeno tanto la rivoluzione quanto la cooperazione, cioè questi gruppi del dissenso dei paesi avanzati, i dannati del terzo mondo gli immigrati, i sottoproletari, gli studenti, tutti coloro che vengono completamente esclusi dalla società, gli stranieri, gli disoccupati, gli inabili, devono compiere un'azione simultanea, devono, attraverso il loro spirito critico e non acritico, riuscire a modificare la società, che è tecnologicamente avanzata, che ha distrutto il progresso, ma quello reale, quello concreto, non quello apparente.

Domande da interrogazione

  1. Chi è Herbert Marcuse e quale è il suo contributo alla scuola di Francoforte?
  2. Herbert Marcuse è un filosofo e sociologo tedesco, membro influente della scuola di Francoforte, noto per le sue critiche alla società capitalistica e alla repressione degli istinti umani. Ha utilizzato la dialettica di Hegel e la psicanalisi per analizzare le contraddizioni della società e proporre vie di liberazione.

  3. Quali sono le principali opere di Herbert Marcuse e quali temi trattano?
  4. Tra le opere più importanti di Marcuse figurano “Ragione e Rivoluzione”, “Saggio sulla Liberazione” ed “Eros e Civiltà”. Questi lavori esplorano temi come la repressione degli istinti umani nella civiltà, la necessità di una liberazione dalla logica produttivista e la critica alla società tecnologicamente avanzata.

  5. Come descrive Marcuse il concetto di repressione nella società capitalista?
  6. Marcuse distingue tra la repressione di base, necessaria per la convivenza civile, e il surplus di repressione, imposto dalle società occidentali per mantenere l'ordine produttivo. Quest'ultimo tipo di repressione riduce l'individuo a mero strumento di produzione, negando la soddisfazione delle pulsioni e promuovendo una "tirannide genitale".

  7. Qual è la visione di Marcuse riguardo al ruolo dell'arte nella società?
  8. Secondo Marcuse, l'arte rappresenta una forma di resistenza alla repressione, un mezzo attraverso il quale si manifesta il ritorno del represso. Attraverso figure come Orfeo e Narciso, l'arte esprime la ribellione contro la logica del lavoro e la ricerca di una vita libera dalla fatica e dalla produzione, valorizzando l'eros e il tempo libero.

  9. In che modo “L'uomo ad una dimensione” critica la società contemporanea?
  10. In “L'uomo ad una dimensione”, Marcuse critica la società tecnologicamente avanzata per la sua capacità di omologare gli individui, riducendoli a consumatori conformisti privi di spirito critico. Questa società promuove una falsa libertà e un permissivismo che non intaccano il sistema, mantenendo l'individuo in uno stato di alienazione e repressione.

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