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Concetti Chiave

  • Benedetto Croce fu un importante filosofo italiano, noto per il suo antifascismo e il ruolo di spicco nel liberalismo e neoidealismo italiano.
  • All'inizio Croce sostenne il fascismo, ma successivamente si dichiarò antifascista, partecipando al "Manifesto degli intellettuali antifascisti".
  • La filosofia di Croce si basa sulla distinzione tra "opposti" e "distinti", con lo Spirito che si manifesta in attività teoretiche e volitive.
  • L'estetica crociana studia l'arte come intuizione e espressione, distinta dalla scienza e dalla morale, sostenendo il concetto di "l'arte per l'arte".
  • La filosofia di Croce unisce logica e storia, con la Storia vista come il divenire dello Spirito, definita "Storicismo Assoluto".
In questo appunto di Filosofia per le scuole superiori si introduce la vita e il pensiero di un grande filosofo, storico, politico e critico letterario italiano, Benedetto Croce. Intellettuale antifascista, tra i principali esponenti del liberalismo e del neoidealismo italiano, il cui pensiero si è articolato intorno a concetti estetici, storici e filosofici.
Benedetto Croce: Vita, Pensiero e Influenza nel Neoidealismo Italiano articolo

Indice

  1. Benedetto Croce
  2. L’idealismo crociano e lo Spirito
  3. L’estetica, la logica e lo storicismo crociano

Benedetto Croce

Benedetto Croce nacque a Pescasseroli, in Abruzzo, da una famiglia di ricchi proprietari terrieri.

Rimase orfano a diciassette anni, perdendo i genitori a causa del terremoto di Casamicciola del 1883, durante il quale morì anche la sorella Maria. Dopo la maturità classica, seguì i corsi universitari del filosofo Antonio Labriola senza mai laurearsi, tuttavia questi studi aprirono al suo interesse per la materia. Importante poi per il suo approdo alla filosofia, fu anche l’amicizia con il filosofo e politico italiano Giovanni Gentile, altro esponente del neoidealismo, di cui divenne molto amico. Benedetto Croce intraprese anche una carriera politica: fu nominato Senatore nel 1910 e Ministro della Pubblica Istruzione nel 1920. Inizialmente Croce diede fiducia al fascismo. Questo quanto egli dichiarò: “Abbiamo deciso di dare il voto di fiducia. Ma, intendiamoci, fiducia condizionata. Nell'ordine del giorno che abbiamo redatto è detto esplicitamente che il Senato si aspetta che il Governo restauri la legalità e la giustizia, come del resto Mussolini ha promesso nel suo discorso. A questo modo noi lo teniamo prigioniero, pronti a negargli la fiducia se non tiene fede alla parola data. Vedete: il fascismo è stato un bene; adesso è divenuto un male, e bisogna che se ne vada. Ma deve andarsene senza scosse, nel momento opportuno, e questo momento potremo sceglierlo noi, giacché la permanenza di Mussolini al potere è condizionata al nostro beneplacito.” A seguito dell’instaurarsi della dittatura, egli, si dichiarò antifascista, ma fu comunque lasciato libero di svolgere il proprio ruolo di intellettuale, grazie anche al prestigio internazionale di cui godeva (egli fu anche tra gli autori del famoso “Manifesto degli intellettuali antifascisti”). Dopo la Seconda Guerra Mondiale fu ancora ministro e presidente del Partito Liberale Italiano. Nel 1952 all’età di 86 anni, morì nella sua biblioteca a causa di un ictus cerebrale.
Per ulteriori approfondimenti su Benedetto Croce vedi qui

L’idealismo crociano e lo Spirito

Ad Hegel Croce riconosce di aver scoperto che il pensiero filosofico è “concetto universale concreto”, ossia è la sintesi di opposti:

  • “concetto”, perché non immediato come l’intuizione o il sentimento;
  • “universale”, perché va oltre la generalità della conoscenza propria delle scienze empiriche;
  • “concreto” perché coglie la realtà, in tutta la sua ricchezza.

Tuttavia rimprovera al filosofo tedesco di non aver compreso che la realtà non è costituita solo di “opposti” che possono sintetizzarsi, ma anche di “distinti”, come fantasia e intelletto, economia e morale, arte e religione, etc., tra cui si può trovare un nesso senza giungere ad una sintesi. Per “distinti” Croce intende le categorie dello Spirito. Lo Spirito, per Croce, ha due attività: una teoretica (conoscenza) ed una volitiva (azione), che – a seconda che si dirigano all’universale o all’individuale – danno luogo a quattro distinti o categorie:

  • la conoscenza individuale, studiata dall’estetica;
  • la conoscenza dell’universale, studiata dalla logica;
  • la volizione individuale, studiata dall’economia;
  • la volizione dell’universale, studiata invece dall’etica.
Per ulteriori approfondimenti sulla Filosofia dello Spirito vedi qui
Benedetto Croce: Vita, Pensiero e Influenza nel Neoidealismo Italiano articolo

L’estetica, la logica e lo storicismo crociano

Secondo il pensiero del filosofo, l’estetica studia la conoscenza individuale o attività estetico-intuitiva, cioè l’arte, che è – appunto – in primo luogo intuizione, in secondo luogo sentimento o fantasia, e infine espressione.
Nella filosofia di Croce, l’arte è propria di ogni uomo: la differenza tra il genio e l’uomo comune è solo di tipo quantitativo. L’arte sarebbe poi sintesi di forma e contenuto, ed è indipendente dalla scienza, dalla logica, dalla morale, e ha come fine solo se stessa: questo è il concetto crociano riconducibile alla sua formula “l’arte per l’arte”.
La logica, invece, per Croce studia la conoscenza dell’universale. È la scienza del concetto puro, che è universale e concreto, da non confondersi con le rappresentazionI mentali derivanti dall’esperienza né con i concetti astratti di cui fanno uso le scienze, i quali ultimi sono pseudo-concetti che servono solo a ordinare le esperienze e a favorire la memoria.
Giacché il concetto crociano è concreto, la Filosofia, che egli intende come studio dell’universale concreto, e la Storia, come invece comprensione concettuale del fatto individuale, coincidono, e la Filosofia finisce per essere una metodologia della Storia, al servizio di essa. E siccome il giudizio filosofico e il giudizio storico coincidono, ogni Storia è storia contemporanea, perché vive e si attua nel presente dello Spirito. L’uomo che legge la Storia alla luce dello Spirito è quindi “compendio della storia universale” e la Storia è la vera conoscenza del reale: tale concezione prende il nome in Croce di Storicismo Assoluto, perché riduce tutta la realtà alla Storia che è il divenire temporale dello Spirito. Lo Spirito è in questa ottica, soggetto della Storia, e la Storia è storia della libertà, cioè libera attività dello Spirito.
Per ulteriori approfondimenti sul concetto di Estetica vedi qui

Domande da interrogazione

  1. Chi era Benedetto Croce e quale fu il suo ruolo nella politica italiana?
  2. Benedetto Croce era un filosofo, storico, politico e critico letterario italiano, noto per il suo antifascismo e per essere uno dei principali esponenti del liberalismo e del neoidealismo italiano. Fu nominato Senatore nel 1910 e Ministro della Pubblica Istruzione nel 1920. Inizialmente sostenne il fascismo, ma successivamente si dichiarò antifascista.

  3. Quali sono le principali categorie dello Spirito secondo l’idealismo crociano?
  4. Secondo Croce, lo Spirito ha due attività: teoretica (conoscenza) e volitiva (azione), che si dividono in quattro categorie distinte: la conoscenza individuale (estetica), la conoscenza dell’universale (logica), la volizione individuale (economia) e la volizione dell’universale (etica).

  5. Come definisce Croce l’arte nella sua estetica?
  6. Croce definisce l’arte come conoscenza individuale o attività estetico-intuitiva, che è intuizione, sentimento o fantasia, ed espressione. L’arte è una sintesi di forma e contenuto, indipendente dalla scienza, dalla logica e dalla morale, e ha come fine solo se stessa, secondo il concetto di "l’arte per l’arte".

  7. In che modo Croce collega la filosofia e la storia nel suo pensiero?
  8. Croce considera la filosofia come lo studio dell’universale concreto e la storia come comprensione concettuale del fatto individuale. Per lui, filosofia e storia coincidono, poiché ogni storia è storia contemporanea, vivendo nel presente dello Spirito. Questa concezione è nota come Storicismo Assoluto.

  9. Qual è la critica di Croce a Hegel riguardo alla realtà?
  10. Croce critica Hegel per non aver compreso che la realtà non è costituita solo da "opposti" che possono sintetizzarsi, ma anche da "distinti", come fantasia e intelletto, economia e morale, tra cui si può trovare un nesso senza giungere a una sintesi.

Domande e risposte

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