Concetti Chiave
- Giovanni Gentile, nato nel 1875 a Castelvetrano, fu un influente filosofo e politico italiano, noto per il suo contributo alla filosofia idealista e la sua adesione al fascismo.
- La Riforma Gentile del 1923, considerata da Mussolini "la più fascista di tutte le riforme", riorganizzò il sistema scolastico italiano, introducendo l'obbligo scolastico fino a 14 anni e una gerarchia tra le scuole superiori.
- Gentile fu assassinato dai partigiani nel 1944 a Firenze a causa del suo supporto al neofascismo, un evento che segnò la sua fine violenta.
- Il suo pensiero filosofico, noto come "idealismo attuale", si focalizzava sull'autocoscienza e il pensiero presente come fondamentali per la creazione della realtà e della storia.
- Gentile rifiutava il dualismo e il materialismo, proponendo una sintesi tra soggetto e oggetto, e esplorava il legame tra arte, filosofia e religione come manifestazioni di questa sintesi.
Riforma Gentile
Giovanni Gentile nasce il 29 maggio 1875 a Castelvetranio, in provincia di Trapani, figlio di Giovanni, un farmacista, e Teresa, figlia a sua volta di un notaio.Frequenta il liceo classico “Leonardo Ximenes” di Trapani e in seguito, proprio per esser uno studente molto brillante e aver così vinto un concorso, si trasferisce a Pisa dove frequenta la Scuola Normale Superiore. Si iscrive a Lettere e Filosofia: qui entra in contatto per la prima volta con il pensiero filosofico di Hegel e conosce Benedetto Croce, che diverrà poi uno dei suoi più grandi amici. Una volta laureato decide di frequentare nel capoluogo toscano un corso di perfezionamento.
Seguono anni in cui fa da docente di filosofia in diversi istituti a Napoli, a Palermo, a Pisa e a Campobasso, dove conoscerà colei che diverrà sua moglie e con cui avrà sei figli: Emilia Nudi.
Nel 1915 entra a far parte del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione.
Nel 1919 Giovanni Gentile decide di lasciare Pisa per trasferirsi a Roma, dove inizia ad insegnare filosofia teoretica e l’anno seguente fonda la rivista “La Critica” insieme all’amico Benedetto Croce, all’interno della quale scrive sulla storia della filosofia.

Nello stesso anno, il 31 ottobre egli viene nominato ministro della Pubblica Istruzione, incarico che gli viene assegnato da Mussolini stesso: infatti le sue idee politiche lo avevano portato a iscriversi al Partito Nazionale Fascista. Rimase sempre coerente alla sua scelta di appoggiare il regime, anche dopo l’uccisione di Giacomo Matteotti: in particolare in questa occasione si dimette dal suo incarico di Ministro, divenendo il Presidente della Commissione dei Quindici e successivamente, nel 1925 è promotore del “Manifesto degli intellettuali fascisti”.
Questo schierarsi dalla parte del fascismo sicuramente lo allontana da Benedetto Croce, il quale invece assume delle posizioni ad esso contrarie.
Rimanendo sempre nel 1925, Giovanni Gentile assume la direzione dell’Istituto Treccani per l’Enciclopedia italiana.
Quando nel palazzo del Laterano a Roma, l’11 febbraio del 1929 Mussolini, cercando l’appoggio della Chiesa, firma i Patti Lateranensi, il rapporto di Gentile con il fascismo cambia: egli infatti non poteva accettare l’idea di uno Stato non laico.
Nel 1932 diviene direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa, di cui era stato studente in passato, e due anni dopo vicepresidente dell’Università Bocconi di Milano.
Durante la seconda guerra mondiale, alla firma dell’armistizio dell’8 settembre del 1943, Giovanni Gentile aderisce alla Repubblica Sociale Italiana, creata da Mussolini, e gli viene dato l’incarico di Presidente della Reale Accademia d’Italia.
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Morte di Giovanni Gentile
Il 30 marzo del 1944 a Giovanni Gentile arriva una serie di lettere, al cui interno vi sono delle minacce di morte, in quanto era tra coloro che avevano aderito al neofascismo: Gentile però rifiuta la scorta che gli era stata anche offerta dal governo fascista.Quindici giorni dopo, il 15 aprile 1944, Gentile muore ucciso da un gruppo di partigiani di Firenze che fanno parte dei Gruppi di Azione Patriottica (GAP). Gli assassini sono Giuseppe Martini e Bruno Fanciullacci, che fingendo di essere studenti si avvicinano a Giovanni Gentile, che è all’interno di un’auto; egli abbassa il finestrino e viene colpito dagli spari delle pistole che i due avevano nascosto sotto i libri.
Giovanni Gentile viene portato in ospedale, ma è troppo tardi: il cadavere verrà sepolto il 18 aprile nella basilica di Santa Croce a Firenze.
Nel 1923, da ministro della Pubblica Istruzione Giovanni Gentile attuò una riforma molto importante del sistema scolastico, che Mussolini definì “la più fascista di tutte le riforme” che prevedeva ciò:
L’obbligo scolastico veniva innalzato fino a quattordici anni di età, ma non venne creata una scuola media uguale per tutti, perché in base all’istituto che si voleva frequentare dopo si sceglieva un percorso diverso.
Nelle scuole superiori ci era una gerarchia di importanza fra i diversi corsi di studio.
Il ginnasio liceo (due anni di ginnasio superiore e tre di liceo classico) era considerato la scuola per le future classi dirigenti: era l’unica che dava accesso a tutte le facoltà universitarie: per gli studenti della piccola borghesia c’erano il liceo scientifico, l’istituto magistrale e l’istituto tecnico; con il liceo scientifico si poteva accedere alle facoltà scientifiche, con il magistrale alla sola facoltà di magistero; l’istituto tecnico non permetteva l’iscrizione all’università.
Chi era più povero, perché figlio di operai o contadini, poteva frequentare per tre anni la scuola di avviamento professionale.

Il pensiero filosofico di Giovanni Gentile
Il pensiero filosofico di Giovanni Gentile viene definito “idealismo attuale”, perché il momento importante nella creazione di un pensiero risiede proprio nel presente, nell’autocoscienza, tutto ciò che può essere pensato ora, esiste.In relazione a questo, quindi, Gentile non crede nella realtà come storia del divenire, perché il principio indispensabile per la creazione della realtà e della storia è il pensiero attuale, in atto, l’attualismo gentiliano.
Gentile si batté affinché il pensiero prevalesse su tutte le altre false certezze. Egli non accettava, infatti, il dualismo, il naturalismo o il materialismo: la coscienza è basata su materia e pensiero, su anima e fisicità, su soggetto e oggetto, su, quindi, una sintesi.
Per questo, di nuovo, Gentile si scontrerà contro orientamenti solo spiritualisti o solo materialisti, contro tutti coloro che reputavano divisa la coscienza e divenire la storia.
La coscienza, così come la realtà, è Una, generata da una sintesi tra il soggetto pensante e l’oggetto del pensiero stesso.
Su questo proposito, Gentile dedica tempo e spazio anche all’arte e al suo legame con la filosofia e la religione: l’arte non è altro che la tesi, fatta barcollare dalla religione, ovvero l’antitesi e la cui soluzione risiede nella sintesi, cioè la filosofia.
Progetto Alternanza Scuola lavoro.
Domande da interrogazione
- Quali sono stati i principali incarichi di Giovanni Gentile durante la sua carriera?
- In cosa consisteva la Riforma Gentile del sistema scolastico?
- Come è morto Giovanni Gentile?
- Qual è il pensiero filosofico di Giovanni Gentile?
- Quali erano le posizioni politiche di Giovanni Gentile?
Giovanni Gentile ha ricoperto numerosi incarichi importanti, tra cui ministro della Pubblica Istruzione, direttore dell'Istituto Treccani, e presidente della Reale Accademia d'Italia. Ha anche fondato la rivista "La Critica" con Benedetto Croce.
La Riforma Gentile innalzava l'obbligo scolastico fino a 14 anni e creava una gerarchia tra i diversi corsi di studio nelle scuole superiori, con il ginnasio liceo come percorso per le future classi dirigenti.
Giovanni Gentile è stato ucciso il 15 aprile 1944 da un gruppo di partigiani a Firenze, dopo aver ricevuto minacce di morte per il suo sostegno al neofascismo.
Il pensiero filosofico di Giovanni Gentile è noto come "idealismo attuale", che enfatizza l'importanza del pensiero presente e dell'autocoscienza nella creazione della realtà e della storia.
Giovanni Gentile era un sostenitore del fascismo, iscritto al Partito Nazionale Fascista, e ha promosso il "Manifesto degli intellettuali fascisti", sebbene il suo rapporto con il fascismo sia cambiato dopo i Patti Lateranensi.