Concetti Chiave
- Epicureanism emphasizes the pursuit of happiness through pleasure, distinguishing between kinetic pleasures (intense but fleeting) and katastematic pleasures (absence of pain).
- Epicurus introduced the concept of the "clinamen" in physics, allowing atomic deviation and the possibility of free actions, as everything consists of indestructible atoms.
- Stoicism, founded by Zeno, promotes living in harmony with nature's rational order, where virtue leads to happiness through understanding one's role in the divine plan.
- Stoic physics sees the world as a living organism governed by a divine rational principle (logos), with a focus on panteism and the inevitability of fate.
- Seneca's Stoicism highlights the pursuit of wisdom through daily effort and political engagement, while Marcus Aurelius integrates Stoic philosophy into governance and personal reflection.
Indice
- Epicuro e il suo giardino
- La concezione atomistica di Epicuro
- La felicità secondo Epicuro
- Il quadruplice farmaco di Epicuro
- L'etica epicurea e la socialità
- Fondazione e principi dello stoicismo
- La visione panteista degli stoici
- La virtù e la felicità stoica
- Seneca e la saggezza stoica
- Pirrone e la sospensione del giudizio
Epicuro e il suo giardino
- Nasce a Samo, in Asia Minore, nel 341 a.C.
- Nel 306 a.C. raccoglie i suoi discepoli (anche donne e schiavi) in un
giardino vicino alla sua casa, da lì deriva il nome Képos
- Epicuro è trattato come una figura leggendaria
- Nel 1° secolo a.C. l’epicureismo inizia ad affermarsi nel mondo latino
con Virgilio, Orazio e soprattutto Lucrezio (De rerum natura)
La concezione atomistica di Epicuro
- Si contrappone alla concezione platonica della natura che imita i
modelli e anche alla concezione aristotelica in cui la natura tende verso
la perfezione
- Tutto quello che esiste è semplicemente materia nello spazio vuoto,
senza alcun progetto e senza alcuna finalità
- Tutto è costituito da atomi: impercettibili, indivisibili, indistruttibili ed
eterni
- La formazione e il disfacimento consiste nell’aggregazione degli atomi
- Gli atomi hanno un peso e quindi cadono verticalmente verso il basso
- Il clinàmen (inclinazione) fa deviare gli atomi e, di conseguenza,
permette la creazione di ciò che esiste
- Le divinità sono creature materiali che abitano in luoghi lontanissimi,
l’intermundia, e per questo sono completamente indifferenti alle
vicende umane.
- L’anima è una sostanza speciale: immateriale, immortale e fortemente
unita al corpo
La felicità secondo Epicuro
Gli esseri umani sono liberi di agire e responsabili delle proprie azioni
- Il clinàmen rende possibili azioni libere
- La felicità è piacere (edonismo)
- Le due sensazioni decisive per suscitare la felicità e l’infelicità sono il
piacere e il dolore, due varianti di uno stesso stato mentale: il pàthos
- Epicuro distingue due tipi di piacere: i piaceri cinetici (mescolati con
turbamento e dolore: il piacere fisico intenso ma transitorio e
fuggevole) e i piaceri catastematici (consistono nell’assenza di dolore)
- C’è anche una distinzione tra due tipi di desideri: i desideri naturali (i
bisogni naturali del corpo che si dividono in naturali necessari, come la
fame e la sete, e in desideri naturali non necessari, come la voglia di cibi
raffinati o l’alcol) e i desideri vani o superflui (desiderio di celebrità o
ricchezza, tendono a creare piaceri instabili)
- Il piacere è quindi componente essenziale per la felicità (edonismo)
Il quadruplice farmaco di Epicuro
- Epicuro ritiene che il sapere filosofico possa fungere da quadruplice
farmaco (o tetrafarmaco) capace di liberare gli esseri umani da:
a. Timore degli dei: sono indifferenti alle vicende umane (+ teogonia)
b. Timore della morte: l’anima è inseparabile dal corpo, e che quindi,
alla morte di quest’ultimo, termina anche essa di esistere
c. Timore dell’infelicità: la felicità è facilmente accessibile
d. Timore della sofferenza: o il dolore passa rapidamente, oppure è
tale da far si che ci si abitui senza più soffrire o può condurre alla
morte
- La felicità è anche:
a. Aponìa: assenza di dolore fisico
b. Ataraxìa: assenza di turbamento
L'etica epicurea e la socialità
- L’etica epicurea è sintetizzata con: conduci un'esistenza il più possibile
appartata e semplice
- Non è da intendere come un rifiuto della vita sociale, l’epicureo non
vive completamente isolato dalla società
- Sottolinea l’importanza della socialità
- I problemi iniziano a manifestarsi con grandi comunità umane
Fondazione e principi dello stoicismo
- Fondata da Zenone ad Atene intorno al 300 a.C.
- Visto che le lezioni si tenevano presso un portico (stoà) la dottrina
prese il nome di stoicismo
- La scuola stoica favorisce un dibattito ed una certa pluralità di vedute
- Antica Stoà
- Media Stoà: II e I secolo a.C.
- Nuova Stoà: rapporto tra filosofia stoica e il mondo romano (Seneca e
Marco Aurelio)
La visione panteista degli stoici
- Il mondo è un organismo vivente che consiste nell’unione indissolubile
di due principi, uno attivo e uno passivo: pura materia pervasa e
animata dal principio attivo, il quale è caratterizzato come ragione o
come seme (logos spermatikos) ma anche come spirito o soffio vitale
(pneuma) o come anima del mondo, come fuoco o come divinità
- La visione stoica è panteista
- La divinità plasma il mondo dall’interno
- Il mondo evolve nel tempo seguendo una legge necessaria chiamata
“fato” o “provvidenza” che realizza un progetto prestabilito. Si parla di
finalismo e ottimismo
- La legge interna dell’universo prevede infinite ripetizioni di
conflagrazioni, una serie di violente esplosioni da cui origina il cosmo e
termina con un altra conflagrazione (palingenesi)
- A differenza degli epicurei, che concepiscono il mondo costituito da
materia nello spazio vuoto, per gli stoici esso è un intero
completamente pieno
- Soltanto le entità dotate di un corpo esistono in senso proprio
- Nel caso degli oggetti inanimati, il principio attivo si limita a fornire agli
oggetti una certa forma
- Per gli organismi vegetali, alla materia viene conferita una certa natura
da cui deriva la vita in senso biologico
- Negli animali la natura è potenziata dall’anima
- Per gli esseri umani l’anima è governata dalla facoltà razionale che gli
stoici chiamano “egemonico”
- L’anima non è materia inerte, come per gli epicurei, ma è soffio vitale
- La distinzione tra il bene e il male viene giustificata dallo stoicismo
sulla base per cui il male è necessario per far risaltare il bene
La virtù e la felicità stoica
- Il singolo essere umano non può sottrarsi alla catena di eventi che
costituiscono il suo destino
- Causa interna: causa che rimanda alla natura dell’individuo che lo porta
ad agire o muoversi in modi che discendo da tale natura (es. palla
rotola perché rotonda)
- Un uomo compie le azioni perché così ha previsto il progetto divino
(causa esterna), ma anche perché quell’uomo è fatto in un certo modo
(causa interna)
- L’uomo ha la libertà di dare l’assenso a quello che è previsto
- La virtù è sapere, in quanto essere virtuosi richiede di conoscere il
proprio ruolo nel fluire della natura in base al piano divino
- La virtù non è qualcosa che si possiede soltanto in un certo grado, o la
si possiede o no
- Il saggio agisce sempre in modo virtuoso
- Soltanto la virtù può condurre alla felicità, che per gli stoici è vivere in
armonia con il corso degli eventi prestabilito dalla legge razionale
universale
- I “valori” sono cose degne di scelta perché preferibili al loro opposto,
ad esempio la salute o l’onore
- Il saggio stoico gode di una condizione di autosufficienza/autarchia che
fa sì che la sua felicità perduri per sempre, qualunque cosa accada
- La passione è un impulso che eccede la giusta misura e che deve
essere governato dalla ragione affinché l’azione sia virtuosa
- L’etica stoica conduce alla prospettiva del cosmopolitismo, ogni essere
umano è cittadino del mondo
- La sola schiavitù è quella dello stolto che soccombe alle passioni
- La felicità è apatìa: assenza di passioni
- La filosofia si realizza al massimo grado con la politica
- Condivide la concezione di un ordine razionale del mondo
- Critica il rigorismo secondo cui o si è saggio non lo si è
Seneca e la saggezza stoica
Per Seneca la saggezza è qualcosa che va conquistato faticosamente
ogni giorno
- Seneca diventa tutore del giovane Nerone, il filosofo deve educare il
sovrano. Vuole educarlo alla razionalità e alla saggezza
Gli effetti sono catastrofici. Di fronte alla prospettiva di essere
giustiziato si suicida, la vita è sacra solo se vissuta degnamente
- La fine della vita non è la fine dell’anima che è un’entità spirituale
destinata a tornare alla sua dimensione divina
- Essi è l’ultimo dei “cinque imperatori buoni”
- Non soltanto si interessa alla filosofia stoica come guida per la pratica
di governo, ma si dedica in prima persona alla scrittura filosofica
- Secondo lui tutte le cose sono concatenate e nessuna è estranea alle
altre
Pirrone e la sospensione del giudizio
- Pirrone di Elide nasce nel 365 a.C.
- Per lui la realtà è instabile, indeterminata e sfuggente, quindi non
conoscibile
- Le sensazioni che ci dovrebbero mettere in contatto con essa non
sono né vere né false e la stessa condizione di indeterminatezza
affligge le opinioni che derivano dalle sensazioni
- Il saggio deve pertanto fare in modo di non avere opinioni e non deve
esprimersi su nulla fino a raggiungere uno stato di afasìa (rifiuto del
linguaggio, e quindi totale silenzio)
- É quindi possibile raggiungere uno stato di assoluta indifferenza e
imperturbabilità: l'avarizia, che per Pirrone coincide con la felicità e la
saggezza
- L’indagine è fine a sè stessa e non può condurre al sapere
- Lo scopo ultimo della filosofia è la ricerca della felicità
- Più radicale di Pirrone
- Secondo lui nessuna conoscenza è possibile, in assoluto
- L’unico atteggiamento ragionevole è l’epoché, ovvero la sospensione di
giudizio (rifiuto di prendere una posizione)
- Per lui serve rimpiazzare il criterio di verità con un criterio di
ragionevolezza, che non ambisce a stabilire cosa sia vero ma soltanto
cosa sia più ragionevole credere
Domande da interrogazione
- Quali sono le caratteristiche principali dell'epicureismo secondo Epicuro?
- Come si differenzia la concezione della fisica tra epicureismo e stoicismo?
- Qual è il ruolo della virtù nell'etica stoica?
- In che modo Seneca interpreta lo stoicismo?
- Qual è la visione di Marco Aurelio riguardo alla filosofia stoica?
L'epicureismo si basa sulla ricerca della felicità attraverso il piacere, distinguendo tra piaceri cinetici e catastematici, e desideri naturali e vani. Epicuro propone un'etica che enfatizza la semplicità e la socialità, e un sapere filosofico che libera da timori come quelli degli dei e della morte.
L'epicureismo vede il mondo come materia nello spazio vuoto, mentre lo stoicismo lo considera un organismo vivente pieno, governato da un principio attivo e passivo. Gli epicurei credono negli atomi, mentre gli stoici vedono il mondo come un tutto pervaso da un principio divino.
Nell'etica stoica, la virtù è essenziale per la felicità e consiste nel vivere in armonia con il corso degli eventi prestabilito dalla legge razionale universale. La virtù è sapere, e il saggio agisce sempre in modo virtuoso, godendo di autosufficienza e assenza di passioni.
Seneca vede la filosofia come massimamente realizzata nella politica e critica il rigorismo stoico. Per lui, la saggezza è un processo quotidiano e la vita è sacra solo se vissuta degnamente. La sua filosofia si concentra sull'educazione alla razionalità e alla saggezza.
Marco Aurelio, uno dei "cinque imperatori buoni", utilizza la filosofia stoica come guida per il governo e si dedica alla scrittura filosofica. Crede che tutte le cose siano interconnesse e che nessuna sia estranea alle altre, riflettendo una visione di unità e interdipendenza.