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Concetti Chiave

  • Epicureanism emphasizes the pursuit of happiness through pleasure, distinguishing between kinetic pleasures (intense but fleeting) and katastematic pleasures (absence of pain).
  • Epicurus introduced the concept of the "clinamen" in physics, allowing atomic deviation and the possibility of free actions, as everything consists of indestructible atoms.
  • Stoicism, founded by Zeno, promotes living in harmony with nature's rational order, where virtue leads to happiness through understanding one's role in the divine plan.
  • Stoic physics sees the world as a living organism governed by a divine rational principle (logos), with a focus on panteism and the inevitability of fate.
  • Seneca's Stoicism highlights the pursuit of wisdom through daily effort and political engagement, while Marcus Aurelius integrates Stoic philosophy into governance and personal reflection.

Indice

  1. Epicuro e il suo giardino
  2. La concezione atomistica di Epicuro
  3. La felicità secondo Epicuro
  4. Il quadruplice farmaco di Epicuro
  5. L'etica epicurea e la socialità
  6. Fondazione e principi dello stoicismo
  7. La visione panteista degli stoici
  8. La virtù e la felicità stoica
  9. Seneca e la saggezza stoica
  10. Pirrone e la sospensione del giudizio

Epicuro e il suo giardino

- Nasce a Samo, in Asia Minore, nel 341 a.C.

- Nel 306 a.C. raccoglie i suoi discepoli (anche donne e schiavi) in un

giardino vicino alla sua casa, da lì deriva il nome Képos

- Epicuro è trattato come una figura leggendaria

- Nel 1° secolo a.C. l’epicureismo inizia ad affermarsi nel mondo latino

con Virgilio, Orazio e soprattutto Lucrezio (De rerum natura)

La concezione atomistica di Epicuro

- Si contrappone alla concezione platonica della natura che imita i

modelli e anche alla concezione aristotelica in cui la natura tende verso

la perfezione

- Tutto quello che esiste è semplicemente materia nello spazio vuoto,

senza alcun progetto e senza alcuna finalità

- Tutto è costituito da atomi: impercettibili, indivisibili, indistruttibili ed

eterni

- La formazione e il disfacimento consiste nell’aggregazione degli atomi

- Gli atomi hanno un peso e quindi cadono verticalmente verso il basso

- Il clinàmen (inclinazione) fa deviare gli atomi e, di conseguenza,

permette la creazione di ciò che esiste

- Le divinità sono creature materiali che abitano in luoghi lontanissimi,

l’intermundia, e per questo sono completamente indifferenti alle

vicende umane.

- L’anima è una sostanza speciale: immateriale, immortale e fortemente

unita al corpo

La felicità secondo Epicuro

Gli esseri umani sono liberi di agire e responsabili delle proprie azioni

- Il clinàmen rende possibili azioni libere

- La felicità è piacere (edonismo)

- Le due sensazioni decisive per suscitare la felicità e l’infelicità sono il

piacere e il dolore, due varianti di uno stesso stato mentale: il pàthos

- Epicuro distingue due tipi di piacere: i piaceri cinetici (mescolati con

turbamento e dolore: il piacere fisico intenso ma transitorio e

fuggevole) e i piaceri catastematici (consistono nell’assenza di dolore)

- C’è anche una distinzione tra due tipi di desideri: i desideri naturali (i

bisogni naturali del corpo che si dividono in naturali necessari, come la

fame e la sete, e in desideri naturali non necessari, come la voglia di cibi

raffinati o l’alcol) e i desideri vani o superflui (desiderio di celebrità o

ricchezza, tendono a creare piaceri instabili)

- Il piacere è quindi componente essenziale per la felicità (edonismo)

Il quadruplice farmaco di Epicuro

- Epicuro ritiene che il sapere filosofico possa fungere da quadruplice

farmaco (o tetrafarmaco) capace di liberare gli esseri umani da:

a. Timore degli dei: sono indifferenti alle vicende umane (+ teogonia)

b. Timore della morte: l’anima è inseparabile dal corpo, e che quindi,

alla morte di quest’ultimo, termina anche essa di esistere

c. Timore dell’infelicità: la felicità è facilmente accessibile

d. Timore della sofferenza: o il dolore passa rapidamente, oppure è

tale da far si che ci si abitui senza più soffrire o può condurre alla

morte

- La felicità è anche:

a. Aponìa: assenza di dolore fisico

b. Ataraxìa: assenza di turbamento

L'etica epicurea e la socialità

- L’etica epicurea è sintetizzata con: conduci un'esistenza il più possibile

appartata e semplice

- Non è da intendere come un rifiuto della vita sociale, l’epicureo non

vive completamente isolato dalla società

- Sottolinea l’importanza della socialità

- I problemi iniziano a manifestarsi con grandi comunità umane

Fondazione e principi dello stoicismo

- Fondata da Zenone ad Atene intorno al 300 a.C.

- Visto che le lezioni si tenevano presso un portico (stoà) la dottrina

prese il nome di stoicismo

- La scuola stoica favorisce un dibattito ed una certa pluralità di vedute

- Antica Stoà

- Media Stoà: II e I secolo a.C.

- Nuova Stoà: rapporto tra filosofia stoica e il mondo romano (Seneca e

Marco Aurelio)

La visione panteista degli stoici

- Il mondo è un organismo vivente che consiste nell’unione indissolubile

di due principi, uno attivo e uno passivo: pura materia pervasa e

animata dal principio attivo, il quale è caratterizzato come ragione o

come seme (logos spermatikos) ma anche come spirito o soffio vitale

(pneuma) o come anima del mondo, come fuoco o come divinità

- La visione stoica è panteista

- La divinità plasma il mondo dall’interno

- Il mondo evolve nel tempo seguendo una legge necessaria chiamata

“fato” o “provvidenza” che realizza un progetto prestabilito. Si parla di

finalismo e ottimismo

- La legge interna dell’universo prevede infinite ripetizioni di

conflagrazioni, una serie di violente esplosioni da cui origina il cosmo e

termina con un altra conflagrazione (palingenesi)

- A differenza degli epicurei, che concepiscono il mondo costituito da

materia nello spazio vuoto, per gli stoici esso è un intero

completamente pieno

- Soltanto le entità dotate di un corpo esistono in senso proprio

- Nel caso degli oggetti inanimati, il principio attivo si limita a fornire agli

oggetti una certa forma

- Per gli organismi vegetali, alla materia viene conferita una certa natura

da cui deriva la vita in senso biologico

- Negli animali la natura è potenziata dall’anima

- Per gli esseri umani l’anima è governata dalla facoltà razionale che gli

stoici chiamano “egemonico

- L’anima non è materia inerte, come per gli epicurei, ma è soffio vitale

- La distinzione tra il bene e il male viene giustificata dallo stoicismo

sulla base per cui il male è necessario per far risaltare il bene

La virtù e la felicità stoica

- Il singolo essere umano non può sottrarsi alla catena di eventi che

costituiscono il suo destino

- Causa interna: causa che rimanda alla natura dell’individuo che lo porta

ad agire o muoversi in modi che discendo da tale natura (es. palla

rotola perché rotonda)

- Un uomo compie le azioni perché così ha previsto il progetto divino

(causa esterna), ma anche perché quell’uomo è fatto in un certo modo

(causa interna)

- L’uomo ha la libertà di dare l’assenso a quello che è previsto

- La virtù è sapere, in quanto essere virtuosi richiede di conoscere il

proprio ruolo nel fluire della natura in base al piano divino

- La virtù non è qualcosa che si possiede soltanto in un certo grado, o la

si possiede o no

- Il saggio agisce sempre in modo virtuoso

- Soltanto la virtù può condurre alla felicità, che per gli stoici è vivere in

armonia con il corso degli eventi prestabilito dalla legge razionale

universale

- I “valori” sono cose degne di scelta perché preferibili al loro opposto,

ad esempio la salute o l’onore

- Il saggio stoico gode di una condizione di autosufficienza/autarchia che

fa sì che la sua felicità perduri per sempre, qualunque cosa accada

- La passione è un impulso che eccede la giusta misura e che deve

essere governato dalla ragione affinché l’azione sia virtuosa

- L’etica stoica conduce alla prospettiva del cosmopolitismo, ogni essere

umano è cittadino del mondo

- La sola schiavitù è quella dello stolto che soccombe alle passioni

- La felicità è apatìa: assenza di passioni

- La filosofia si realizza al massimo grado con la politica

- Condivide la concezione di un ordine razionale del mondo

- Critica il rigorismo secondo cui o si è saggio non lo si è

Seneca e la saggezza stoica

Per Seneca la saggezza è qualcosa che va conquistato faticosamente

ogni giorno

- Seneca diventa tutore del giovane Nerone, il filosofo deve educare il

sovrano. Vuole educarlo alla razionalità e alla saggezza

Gli effetti sono catastrofici. Di fronte alla prospettiva di essere

giustiziato si suicida, la vita è sacra solo se vissuta degnamente

- La fine della vita non è la fine dell’anima che è un’entità spirituale

destinata a tornare alla sua dimensione divina

- Essi è l’ultimo dei “cinque imperatori buoni”

- Non soltanto si interessa alla filosofia stoica come guida per la pratica

di governo, ma si dedica in prima persona alla scrittura filosofica

- Secondo lui tutte le cose sono concatenate e nessuna è estranea alle

altre

Pirrone e la sospensione del giudizio

- Pirrone di Elide nasce nel 365 a.C.

- Per lui la realtà è instabile, indeterminata e sfuggente, quindi non

conoscibile

- Le sensazioni che ci dovrebbero mettere in contatto con essa non

sono né vere né false e la stessa condizione di indeterminatezza

affligge le opinioni che derivano dalle sensazioni

- Il saggio deve pertanto fare in modo di non avere opinioni e non deve

esprimersi su nulla fino a raggiungere uno stato di afasìa (rifiuto del

linguaggio, e quindi totale silenzio)

- É quindi possibile raggiungere uno stato di assoluta indifferenza e

imperturbabilità: l'avarizia, che per Pirrone coincide con la felicità e la

saggezza

- L’indagine è fine a sè stessa e non può condurre al sapere

- Lo scopo ultimo della filosofia è la ricerca della felicità

- Più radicale di Pirrone

- Secondo lui nessuna conoscenza è possibile, in assoluto

- L’unico atteggiamento ragionevole è l’epoché, ovvero la sospensione di

giudizio (rifiuto di prendere una posizione)

- Per lui serve rimpiazzare il criterio di verità con un criterio di

ragionevolezza, che non ambisce a stabilire cosa sia vero ma soltanto

cosa sia più ragionevole credere

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le caratteristiche principali dell'epicureismo secondo Epicuro?
  2. L'epicureismo si basa sulla ricerca della felicità attraverso il piacere, distinguendo tra piaceri cinetici e catastematici, e desideri naturali e vani. Epicuro propone un'etica che enfatizza la semplicità e la socialità, e un sapere filosofico che libera da timori come quelli degli dei e della morte.

  3. Come si differenzia la concezione della fisica tra epicureismo e stoicismo?
  4. L'epicureismo vede il mondo come materia nello spazio vuoto, mentre lo stoicismo lo considera un organismo vivente pieno, governato da un principio attivo e passivo. Gli epicurei credono negli atomi, mentre gli stoici vedono il mondo come un tutto pervaso da un principio divino.

  5. Qual è il ruolo della virtù nell'etica stoica?
  6. Nell'etica stoica, la virtù è essenziale per la felicità e consiste nel vivere in armonia con il corso degli eventi prestabilito dalla legge razionale universale. La virtù è sapere, e il saggio agisce sempre in modo virtuoso, godendo di autosufficienza e assenza di passioni.

  7. In che modo Seneca interpreta lo stoicismo?
  8. Seneca vede la filosofia come massimamente realizzata nella politica e critica il rigorismo stoico. Per lui, la saggezza è un processo quotidiano e la vita è sacra solo se vissuta degnamente. La sua filosofia si concentra sull'educazione alla razionalità e alla saggezza.

  9. Qual è la visione di Marco Aurelio riguardo alla filosofia stoica?
  10. Marco Aurelio, uno dei "cinque imperatori buoni", utilizza la filosofia stoica come guida per il governo e si dedica alla scrittura filosofica. Crede che tutte le cose siano interconnesse e che nessuna sia estranea alle altre, riflettendo una visione di unità e interdipendenza.

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