Concetti Chiave
- Lo Statuto Albertino, promulgato nel 1848 da Carlo Alberto di Savoia, fu la costituzione del Regno di Sardegna e successivamente dell'intera Italia fino al 1946.
- Lo Statuto garantiva diritti e libertà tipici di una monarchia liberale, ma la partecipazione politica era limitata a un'élite e il re manteneva ampi poteri esecutivi e giudiziari.
- La Costituzione italiana del 1947, al contrario dello Statuto, è più rigida, redatta da un'assemblea eletta e stabilisce una repubblica laica con la sovranità popolare.
- La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948, redatta sotto la presidenza di Eleanor Roosevelt, sancisce diritti individuali e collettivi a livello globale, inclusi dignità, eguaglianza e libertà.
- La Dichiarazione include diritti fondamentali come il diritto alla vita, l'asilo, la libertà di movimento e di pensiero, e l'uguaglianza davanti alla legge.
Dallo Statuto Albertino alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani
Lo Statuto del Regno o Statuto Fondamentale della Monarchia di Savoia, noto come Statuto Albertino dal nome del re che lo promulgò, Carlo Alberto di Savoia, fu emanato il 4 marzo 1848 e fu adottato dal Regno di Sardegna, e poi dall’intera Italia, come Costituzione.
La carta venne emanata nel periodo conosciuto come "Primavera dei Popoli", una serie di eventi che ha caratterizzato il 1848.
Lo Statuto Albertino si compone di un preambolo e ottantaquattro articoli. Nel preambolo lo Statuto viene definito come «legge fondamentale perpetua ed irrevocabile della Monarchia sabauda».
Esso promuove diritti e doveri dei cittadini tipici di una monarchia liberale ottocentesca: le libertà e i diritti individuali sono garantiti ma la partecipazione alla vita pubblica è riservata a un’élite culturale, militare ed economica. L’habeas corpus, ovvero il diritto alla libertà personale, e la libertà di stampa sono garantiti. Il diritto di proprietà è inviolabile e l’esproprio è consentito solo dietro una “giusta indennità”. Viene inoltre riconosciuta la religione cattolica come religione di Stato, ma due minoranze, tra cui quella ebrea, ottengono il riconoscimento dei propri diritti.
Tutti questi diritti e libertà sono però indeboliti dal fatto che il Senato, di nomina regia, è progettato per moderare, con il proprio atteggiamento conservatore, le iniziative della Camera eletta dal popolo.
Lo Statuto Albertino, in quanto costituzione flessibile, poteva essere modificato o integrato con le medesime procedure di una qualsiasi legge dello Stato. Secondo lo Statuto il re conserva ancora molti poteri, tanto da poter essere considerato il vero centro della macchina statale, soprattutto grazie ad una imperfetta divisione dei poteri. Egli è titolare assoluto del potere esecutivo e di quello giudiziario. Il sovrano promulga le leggi, comanda le forze armate e gestisce la politica estera del Regno, con la sola clausola di informare le camere dei trattati firmati.
Anche nella vita parlamentare il re ha un ruolo determinante: non solo nomina personalmente i membri del Senato ma ha il potere di sciogliere a proprio piacimento la Camera dei Deputati, salvo l’obbligo di convocare nuove elezioni entro quattro mesi.
Il 17 marzo 1861, con la fondazione del Regno d'Italia, lo Statuto diviene la carta fondamentale del nuovo regno.
Lo Statuto Albertino rimane in vigore dal 1848 fino al 1946, quando l’Italia vota con Referendum per la forma di governo repubblicana.
Nel 1848 in Piemonte troviamo una figura molto nota, quella del Conte di Cavour, il quale voleva una monarchia costituzionale che potesse garantire le libertà individuali, la proprietà privata e un’economia libera. Nonostante Cavour non pensi ancora all’unità, il Piemonte è il punto di riferimento dell’Italia.
Giuseppe Mazzini la pensa diversamente, infatti per lui l’unico modo per arrivare all’unità d’Italia sarebbe attraverso un moto insurrezionale, ossia una serie di attività rivoluzionarie contro l’Austria. Mazzini rimane per molto tempo il principale personaggio del movimento democratico, al quale si contrappongono alcuni teorici, come Pisacane, i quali credono che i gruppi di lavoratori siano la svolta dell’Italia. Fu così che nel 1857 Pisacane libera circa trecento detenuti da Ponza e cerca di coinvolgere i contadini di Salerno per una rivolta armata, ma non ha l’effetto desiderato. Durante lo stesso anno, Giuseppe Garibaldi appoggia un’alternativa filopiemontese pensata da Daniele Manin, che prende il nome di Società Nazionale e che si servirebbe della politica piemontese finché fosse stata utile per l’unità del Paese. Cavour invia delle truppe in Crimea al fianco di Francia e Inghilterra per far sì che il Piemonte si potesse avvicinare alle potenze europee. Per poter eliminare gli austriaci dall’Italia bisogna usufruire dell’appoggio della grande Francia di Napoleone III, per questo Cavour e l’imperatore francese si incontrano a Plombières, per progettare una nuova organizzazione per l’Italia.
Questi due leader hanno intenzioni diverse, infatti Napoleone punta all’egemonia sull’Italia, al contrario Cavour si serve della Francia per ottenere un’Italia indipendente. L’accordo di Plombières prevede di muovere guerra alla grande Austria: nell’aprile del 1859 gli austriaci inviano un ultimatum, che viene respinto da Cavour. Così facendo scoppia la seconda guerra d’indipendenza, vinta proprio da Cavour e Napoleone III, guerra che finirà con il trattato di Villafranca del 1859, un armistizio con l’Austria che evitava che il conflitto si allargasse all’Europa. Il trattato causa le dimissioni di Cavour e prevede la cessione della Lombardia da parte dell’Austria tenendosi allo stesso tempo però il Veneto, Mantova e Peschiera.
Alla guerra contro l’Austria partecipa anche Giuseppe Garibaldi, un avventuriero, prima al servizio del Regno di Sardegna, poi in contatto con le idee rivoluzionarie di Mazzini, le quali lo costringeranno a un lungo esilio in Sud America, dove partecipa a una serie di guerre di liberazione che lo rendono famoso come “l’eroe dei due mondi”. Nel 1860 aiuta Francesco Crispi e Rosolino Pilo nell’insurrezione in Sicilia contro il governo borbonico con la spedizione dei Mille, volontari a cui si aggiungeranno numerosi contadini siciliani, riuscendo ad ottenere la proclamazione della Sicilia indipendente in nome della corona sabauda. A questo punto la tensione tra contadini e borghesia fa considerare favorevole l’annessione della Sicilia al Piemonte e, così come Toscana, Romagna ed Emilia avevano già fatto, anche qui, come a Napoli e in Calabria dopo le spedizioni di Garibaldi, si procede alle votazioni per l’annessione delle province. Gli elettori del Mezzogiorno si esprimono con suffragio universale maschile accettando l’annessione allo stato sabaudo e costringendo Garibaldi a cedere al re il governo delle province liberate, ritirandosi poi in esilio in Sardegna, dove morirà.
Il 17 marzo 1861 Vittorio Emanuele II viene proclamato Re d’Italia dal primo parlamento nazionale. La capitale d’Italia è dapprima Torino, poi Firenze.
Roma verrà liberata soltanto dopo la caduta di Napoleone III e sarà capitale d’Italia dal 1871.
La Costituzione italiana raccoglie le norme che regolano lo Stato, è composta da 139 articoli divisi in quattro sezioni: principi fondamentali (art.1-12), diritti e doveri dei cittadini, ordinamento della Repubblica e disposizioni transitorie e finali.
E’ stata approvata nel 1947 e firmata dal Presidente in carica, Enrico De Nicola.
La Costituzione e lo Statuto Albertino hanno alcune analogie fra loro, infatti entrambi i documenti sono scritti e sono entrati in vigore tramite la pubblicazione su un testo legislativo; ciascuno dei documenti prevede un Parlamento bicamerale, composto cioè da una Camera dei Deputati e da un Senato; infine in entrambi i casi le sedute parlamentari sono pubbliche e le decisioni delle Camere sono considerate valide solo se è presente la maggioranza dei loro componenti.
Più numerose e di grande cambiamento sono però le differenze tra i due documenti, tra cui:
- lo Statuto è un documento facilmente modificabile con una legge ordinaria, mentre la Costituzione è più rigida, infatti alcuni articoli non possono essere modificati e gli altri solo con specifiche leggi costituzionali;
- lo Statuto è scritto dal Re e determina la monarchia come forma di governo, mentre la costituzione è stata redatta da un’assemblea votata a suffragio universale e stabilisce come forma di governo la Repubblica;
- lo Statuto riconosce la sovranità del Re e la “religione cattolica, apostolica e romana” come religione di stato, mentre nella Costituzione la sovranità è affidata al popolo, è stabilita la laicità dello stato e la tutela di tutte le religioni.
Dopo le due guerre mondiali (1914-1918, 1939-1945) nasce l’esigenza di creare un documento che tuteli i diritti e le libertà della persona.
Nell’aprile del 1945, i delegati di cinquanta Paesi si riuniscono a San Francisco per formare la prima Assemblea delle Nazioni Unite sull’Organizzazione Internazionale. Lo scopo è di costituire un corpo internazionale per promuovere la pace e prevenire guerre future ¬ – “Noi, popoli delle Nazioni Unite, siamo determinati a preservare le generazioni future dal flagello della guerra, che già due volte nella nostra vita ha portato indicibili sofferenze all’umanità”.
Gli stati membri delle Nazioni Unite si impegnano a lavorare insieme per promuovere gli articoli sui diritti umani che, per la prima volta nella storia, sono riuniti e codificati in un documento unico. Molti di questi diritti fanno oggi parte delle leggi costituzionali delle nazioni democratiche.
Lo Statuto della nuova Organizzazione delle Nazioni Unite entra in vigore il 24 ottobre 1945, data che viene celebrata ogni anno come il Giorno delle Nazioni Unite.
Il 10 dicembre 1948, sotto la presidenza di Eleanor Roosevelt, la Commissione si riunisce nella sua terza sessione e redige il documento che diviene poi la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Votarono a favore 48 membri su 58; nessun paese si dichiarò contrario, ma dieci si astennero.
La Dichiarazione è composta da un preambolo e da 30 articoli che sanciscono i diritti individuali, civili, politici, economici, sociali, culturali di ogni persona. I diritti dell'individuo vanno quindi suddivisi in due grandi aree: i diritti civili e politici e i diritti economici, sociali e culturali.
Il preambolo della Dichiarazione specifica che: “La noncuranza e il disprezzo per i diritti umani hanno prodotto atti barbarici che hanno oltraggiato la coscienza dell’umanità; l’avvento di un mondo in cui gli esseri umani possono godere di libertà di parola e credo, libertà dalla paura e dalla povertà è stata proclamata come la più elevata aspirazione della gente comune... Tutti gli esseri umani sono nati liberi e con uguali diritti e dignità.”
Tra i diritti principali ricordiamo:
- L’articolo 1 e l’articolo 2, che ribadiscono i concetti fondamentali di dignità, eguaglianza, libertà e fratellanza, che costituiscono la chiave di volta dell’intero documento;
- L’articolo 14, che garantisce il diritto di cercare e ricevere asilo da guerra e persecuzioni;
- Gli articoli che proclamano il diritto alla vita, la proibizione della schiavitù e della tortura, il diritto all’uguaglianza davanti alla legge e alla presunzione di innocenza, il diritto alla libertà di movimento, di pensiero, di espressione, di coscienza e religione.
Domande da interrogazione
- Qual è l'importanza dello Statuto Albertino nella storia costituzionale italiana?
- Quali sono le principali differenze tra lo Statuto Albertino e la Costituzione italiana del 1947?
- Come si è evoluto il concetto di diritti umani dalla promulgazione dello Statuto Albertino alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani?
- Quali eventi storici hanno portato alla creazione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani?
- Quali sono alcuni dei diritti fondamentali sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani?
Lo Statuto Albertino, emanato nel 1848, è stato la prima costituzione del Regno di Sardegna e poi dell'intera Italia, rimanendo in vigore fino al 1946. Ha introdotto diritti e doveri tipici di una monarchia liberale, ma con un forte potere del re.
Lo Statuto Albertino era facilmente modificabile e riconosceva la sovranità del re e la religione cattolica come religione di Stato. La Costituzione del 1947 è più rigida, stabilisce la Repubblica come forma di governo e la sovranità popolare, e promuove la laicità dello Stato.
Lo Statuto Albertino garantiva diritti individuali limitati e riservati a un'élite, mentre la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948 sancisce diritti civili, politici, economici, sociali e culturali per tutti gli individui, promuovendo l'uguaglianza e la dignità umana.
Dopo le due guerre mondiali, vi era l'esigenza di un documento che tutelasse i diritti umani. Nel 1945, i delegati di cinquanta Paesi si riunirono per formare le Nazioni Unite, culminando nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948.
La Dichiarazione sancisce diritti come la dignità, l'uguaglianza, la libertà, il diritto alla vita, la proibizione della schiavitù e della tortura, e il diritto alla libertà di pensiero, espressione, coscienza e religione.