Andrea301AG
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Concetti Chiave

  • I referendum elettorali del 1991 e 1993 furono cruciali nel modificare il sistema elettorale italiano, introducendo elementi maggioritari.
  • Il sistema maggioritario prevede l'elezione di un unico candidato per collegio uninominale, con la possibilità di un doppio turno se nessuno raggiunge la soglia minima.
  • Fino al 1993, il sistema del Senato era proporzionale con collegi uninominali, richiedendo una soglia del 65% per l'assegnazione diretta dei seggi.
  • Il referendum del 1993 abolì la soglia del 65%, introducendo sistemi prevalentemente maggioritari con correttivi proporzionali, facilitando l'alternanza al governo.
  • La riforma elettorale diede vita a una competizione bipolare con due grandi coalizioni, riducendo l'importanza dei singoli partiti.

Riforma del sistema elettorale italiano

Nell’ambito della rivoluzione del sistema elettorale italiana hanno avuto un’eminente ruolo due referendum elettorali (parziali): nel 1991 e nel 1993.
I sistemi maggioritari premiano un collegio di persone articolando il territorio in collegi parlamentari. Il collegio è formato dai singoli candidati eletti in ogni circoscrizione uninominale. La votazione richiede la maggioranza relativa e premia un unico candidato per ogni collegio (uninominale).

Talvolta, però, nell’ambito dei sistemi maggioritari si può stabilire previamente una percentuale minima necessaria al fine di ottenere il seggio. Qualora nessun candidato riuscisse a raggiungere la percentuale stabilita, si giunge al cosiddetto «doppio turno o ballottaggio».
Fino al 1993, il sistema elettorale per il senato era stato proporzionale: esso prevedeva però la presenza di collegi uninominali, che sarebbero stati ottenuti solo da chi avesse conquistato la percentuale minima di voti del 65%. Qualora nessun candidato ottenesse tale percentuale, si attuava un criterio residuale sulla base del quale i seggi vacanti sarebbero stati distribuiti proporzionalmente.
Il referendum del 1993 abolì la percentuale minima richiesta del 65% e vennero approvati due sistemi elettorali prevalentemente maggioritari con alcuni elementi correttivi di carattere proporzionale. Questo meccanismo ha per la prima volta garantito l’alternanza al governo: tramite questo sistema, infatti, per la prima volta (1999) vi è stato un presidente del consiglio appartenente all’ex partito comunista. In quegli anni si istituì una competizione di tipo bipolare, formata da due coalizioni costituitesi prima delle elezioni: in quel periodo venne dunque meno la concezione partitica; i partiti, infatti, si riconoscevano in una delle due grandi coalizioni (centro destra o centro sinistra) e, pertanto, divenivano parte integrante della coalizione che, tra le due, potesse più efficacemente rappresentarli.

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