alessandro_gras
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Concetti Chiave

  • Inizialmente, il codice civile italiano trattava il contratto di lavoro con poche disposizioni, integrate da leggi del novecento per la protezione dei lavoratori.
  • Durante il fascismo, i sindacati furono eliminati e le associazioni sindacali fasciste ottennero il monopolio della rappresentanza lavorativa.
  • Il fascismo sviluppò la legislazione lavorativa, modificando orari di lavoro e discipline per lavoratrici madri e fanciulli, ma incriminò scioperi e serrate.
  • La libertà sindacale fu restaurata nel 1943 e con la Costituzione italiana furono introdotti limiti legali al licenziamento e leggi rivoluzionarie per lavoratrici madri.
  • Negli anni sessanta, la contrattazione collettiva divenne fondamentale, vennero vietati il caporalato e l’interposizione di manodopera, e si limitarono i contratti a tempo determinato.

Indice

  1. Evoluzione del contratto di lavoro
  2. Impatto del fascismo sui lavoratori
  3. Rinascita della libertà sindacale

Evoluzione del contratto di lavoro

Originariamente, il codice civile dedicava pochissime disposizioni al contratto di lavoro, in passato noto come «contratto di locazione d’opera». La lacunosità civilistica venne in parte colmata dalle leggi pubblicate in Italia sin dai primi anni del novecento per proteggere i lavoratori e tutelarli dal punto di vista economico e sanitario. Fra i provvedimenti introdotti, i più importanti hanno riguardato l’istitutzione della cassa di maternità e dell’assicurazione obbligatoria degli operai.

Impatto del fascismo sui lavoratori

L’ascesa del fascismo, però, ha pressoché azzerato i risultati raggiunti: nel giro di pochi mesi, i sindacati vennero eliminati e i lavoratori si trovarono privi dell’unica protezione di cui godevano. Il monopolio della rappresentanza lavorativa venne riconosciuto alle associazioni sindacali fasciste (Patto Vidoni del 1925).

Il contratto collettivo stipulato da tali sindacali era dotato di un’efficacia erga omnes, cioè estesa a tutte le imprese. In aggiunta, lo sciopero venne incriminato penalmente insieme alle serrate.

Il fascismo favorì invece lo sviluppo e la crescita della legislazione lavorativa e previdenziale: esso modificò la disciplina relativa all’orario di lavoro, all’impiego privato, alle lavoratrici madri e ai fanciulli.

Rinascita della libertà sindacale

La libertà sindacale venne restaurata solo dopo la caduta del regime fascista, nel 1943.: così nacquero la Cisl e la Uil. Con l’entrata in vigore della Costituzione italiana, inoltre, il diritto del lavoro fu totalmente innovato: una delle più importanti novità riguardò la previsione di numerosi limiti legali al licenziamento ad nutum. Nello stesso periodo furono pubblicate due leggi rivoluzionarie sul collocamento pubblico e sulla posizione delle lavoratrici madri.

I cambiamenti più significativi, però, si verificarono solo durante gli anni sessanta: la contrattazione collettiva acquisì un’importanza fondamentale; fu vietata l’interposizione nell’impiego di manodopera (per stroncare il caporalato); vennero poste diverse limitazioni alla stipulazione die contratti di lavoro a tempo determinato e, soprattutto, fu ridimensionato il potere datoriale di licenziamento.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le principali misure introdotte in Italia nei primi anni del Novecento per proteggere i lavoratori?
  2. Le principali misure introdotte includevano l'istituzione della cassa di maternità e l'assicurazione obbligatoria degli operai, mirate a proteggere i lavoratori dal punto di vista economico e sanitario.

  3. Come ha influenzato il fascismo i diritti dei lavoratori e la rappresentanza sindacale?
  4. Il fascismo ha eliminato i sindacati e assegnato il monopolio della rappresentanza lavorativa alle associazioni sindacali fasciste, criminalizzando lo sciopero e le serrate, ma ha anche sviluppato la legislazione lavorativa e previdenziale.

  5. Quali furono i cambiamenti significativi nel diritto del lavoro italiano dopo la caduta del fascismo?
  6. Dopo la caduta del fascismo, la libertà sindacale fu restaurata, furono introdotti limiti legali al licenziamento ad nutum, e negli anni sessanta la contrattazione collettiva divenne fondamentale, con limitazioni ai contratti a tempo determinato e al potere di licenziamento datoriale.

Domande e risposte

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