Concetti Chiave
- Il diritto del lavoro tutela i lavoratori anche prima della costituzione del rapporto di lavoro, con un focus sull'orientamento e la formazione professionale.
- Le riforme legislative del XX secolo hanno incentivato il ritorno degli intermediari privati nel mercato del lavoro, modernizzando i servizi per l'occupazione.
- La modernizzazione del mercato del lavoro è vista come una soluzione alla disoccupazione, enfatizzando percorsi professionali completi piuttosto che posti fissi.
- Il concetto di "flexicurity" propone un nuovo approccio alla tutela dei lavoratori, con opinioni divergenti sulla sua adozione o integrazione con le tutele tradizionali.
- In Italia, il controllo del collocamento è passato dallo stato alle strutture amministrative, limitando l'intermediazione privata tramite uffici di collocamento.
Indice
Evoluzione del diritto del lavoro
Il diritto del lavoro tutela il lavoratore anche nelle fasi che precedono la costituzione del rapporto di lavoro. Fino ad alcuni decenni fa sul piano internazionale vigeva il principio della diffidenza nei confronti degli intermediari privati. In seguito alle riforme legislative attuate durante la seconda metà del XX secolo, è stato incentivato il ritorno di soggetti privati nel campo dell’intermediazione del lavoro: in particolare, le riforme hanno innovato i servizi per il lavoro, soprattutto quelli rivolti all’orientamento e alla formazione professionale dei lavoratori.
Modernizzazione del mercato del lavoro
Al giorno d’oggi si ritiene che uno dei metodi migliori per porre rimedio alla crescente disoccupazione consista nella modernizzazione del mercato del lavoro. Secondo la dottrina prevalente, la tutela del lavoratore deve tradursi non tanto in un posto di lavoro fisso e immutabile, bensì in un percorso professionale completo che consenta di ridurre al minimo gli intervalli di disoccupazione: la suddetta tutela mira dunque a guidare il lavoratore nella costruzione o nella ricostruzione del proprio destino professionale offrendogli strumenti e servizi utili a tal fine.
Alcuni studiosi ritengono che questa nuova forma di tutela dovrebbe sostituire quella tradizionalmente preposta a garanzia del diritto del lavoro (flexicurity); altri, al contrario, sono favorevoli a una loro integrazione.
Ruolo delle organizzazioni sindacali
Dopo le due guerre mondiali, le organizzazioni sindacali italiane hanno cercato di assumere il controllo del collocamento della manodopera; esso, però, fu assunto, con legge 264/1949, (non più in vigore) dallo stato. La suddetta legge impose contestualmente il divieto di esercitare l’attività di intermediazione per i privati. A tal fine venne creata un’imponente struttura amministrativa di controllo del mercato del lavoro, incentrata sugli uffici di collocamento: le persone in cerca di lavoro dovevano iscriversi nelle liste di collocamento, munite del libretto di lavoro, dove restavano in attesa di una richiesta utile da parte di un’azienda. Essa non poteva riferirsi al lavoratore indicandolo per nome e cognome, ma facendo cenno esclusivamente alla qualifica professionale della quale necessitava: spettava poi all’ufficio di collocamento indirizzare i lavoratori nel rispetto della priorità cronologica delle iscrizioni e di criteri di equità sociale.
Domande da interrogazione
- Quali sono stati i cambiamenti principali nel mercato del lavoro riguardo all'intermediazione privata?
- Qual è l'approccio moderno alla tutela del lavoratore secondo la dottrina prevalente?
- Come funzionava il sistema di collocamento del lavoro in Italia dopo le due guerre mondiali?
Le riforme legislative della seconda metà del XX secolo hanno incentivato il ritorno di soggetti privati nell'intermediazione del lavoro, innovando i servizi per l'orientamento e la formazione professionale.
L'approccio moderno si concentra su un percorso professionale completo che riduce al minimo gli intervalli di disoccupazione, offrendo strumenti e servizi per guidare il lavoratore nella costruzione del proprio destino professionale.
Dopo le guerre, il collocamento era gestito dallo stato tramite una struttura amministrativa che richiedeva l'iscrizione nelle liste di collocamento, con l'assegnazione dei lavori basata su priorità cronologica e criteri di equità sociale.