Concetti Chiave
- Il diritto del lavoro in Italia è regolato da contratti collettivi e fonti legislative, che nel tempo sono diventate complessivamente intricate.
- L'introduzione di testi unici su temi specifici, come maternità e sicurezza sul lavoro, ha tentato di semplificare la normativa lavoristica.
- Il Jobs Act e il d.lgs. 81/2015 hanno armonizzato le norme sui contratti di lavoro non standard, contribuendo alla semplificazione della materia.
- La riforma del 2001 all'art. 117 Cost. ha reso incerta la divisione delle competenze tra Stato e regioni nel diritto del lavoro.
- Il diritto del lavoro è dedotto come competenza statale, poiché considerato parte del diritto civile, secondo l'interpretazione giuridica.
Fonti legali lavoristiche
In Italia, il diritto del lavoro è disciplinato dai contratti collettivi e dalle fonti legislative. Nel corso degli anni, queste ultime si sono stratificate sempre più, rendendo la materia confusionaria sotto molti aspetti. Questo panorama intricato è stato semplificato, in parte, tramite l’emanazione di numerosi testi unici, riguardanti numerosi argomenti: maternità; sicurezza sul lavoro; retribuzione, ecc.Ciononostante, la materia lavoristica è ancora enormemente disordinata; per questo, recentemente diversi giuristi hanno proposto di dar vita a un Codice del lavoro per semplificare radicalmente la normativa. Questo progetto è stato accolto dal Jobs act, che tramite il d.lgs. 81/2015 ha armonizzato la disciplina relativa ai contratti di lavoro non standard.
Prima del 2001, l’art. 117 Cost. Considerava il diritto del lavoro una competenza esclusiva dello stato. La riforma, però, ha reso incerta la ripartizione fra prerogative centrali e regionali, distinguendo tre categorie di materie:
1) materie di competenza esclusiva dello stato, ad esempio la politica estera;
2) materie di potestà legislativa concorrente, delineate in generale dallo stato ma attuate dalle regioni;
3) materie di competenza regionale, cioè quelle non comprese nelle prime due categorie (prima del 2001 la competenza residuale spettava allo Stato).
L’assetto delineato dal nuovo articolo 117 lascia molto all’interpretazione: in nessun comma viene precisato che il diritto del lavoro è di competenza statale; la disposizione si limita ad affermare che allo stato compete la normazione in tema di ordinamento civile. A partire da questa statuizione, i giuristi hanno poi dedotto che il diritto del lavoro, poiché branca del diritto civile, compete allo Stato.