Andrea301AG
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Concetti Chiave

  • L'Italia si è dichiarata Repubblica nel 1946 attraverso un referendum popolare, rinnegando dittatura e monarchia dopo il ventennio fascista.
  • La Costituzione italiana, proclamata nel 1948, stabilisce il lavoro come fondamento principale della Repubblica nel suo articolo 1.
  • Il lavoro è considerato un diritto e un dovere inalienabile, essenziale per l'inclusione sociale e la formazione del cittadino.
  • L'articolo 2 della Costituzione sottolinea il lavoro come dovere di solidarietà, mentre l'articolo 4 lo vede come diritto e dovere inscindibili.
  • Gli articoli 35-38 promuovono la parità di trattamento fra lavoratori e lavoratrici, e prevedono sostegni per minori e persone con disabilità.

Italia come Repubblica fondata sul lavoro

Tutte le forme di governo parlamentari poggiano le proprie basi su una spiccata organizzazione democratica. Fra queste, l’Italia è lo Stato che afferma tale principio con più forza. La tragica esperienza sociale e politica vissuta durante il ventennio fascista ha indotto i giuristi, subito dopo la fine del secondo conflitto mondiale, a rinnegare ogni forma di dittatura e monarchia: questo intento è stato concretamente raggiunto tramite il referendum popolare del 1946, per mezzo del quale i cittadini hanno scelto di proclamare l’Italia una Repubblica.
Subito dopo il referendum è stata implementata l’assemblea costituente, la quale è riuscita, tramite accesi e variegati dibattiti fra i suoi componenti, a incarnare compiutamente il volere del popolo: l’1 gennaio del 1948 è stata proclamata la Costituzione della Repubblica italiana.
Già l’art.

1 sancisce che essa si fonda sul lavoro. Si tratta di un principio innovatore e fortemente criticato all’inizio degli anni ’50 del XX secolo. Tramite questa norma percettiva, i costituenti hanno voluto decretare la centralità e il valore del lavoro individuale e collettivo, concepito come elemento indispensabile per garantire la compiuta formazione di ogni cittadino e il suo inserimento all’interno della società.

Si tratta di un elemento ritenuto così essenziale da essere richiamato un numero elevato di volte anche dai successivi articoli del testo costituzionale. In particolare, l’art. 2 declina il suddetto valore come uno dei principali doveri inderogabili di solidarietà. Da ciò si evince che il lavoro si configura non solo come un diritto del quale nessuno può essere privato, bensì anche come dovere che il singolo è chiamato ad adempiere.
Tale statuizione è peraltro ribadita dall’articolo 4 del testo costituzionale, il quale considera il diritto e il dovere al lavoro come due facce della stessa medaglia. Sulla base di tale nozione, gli artt. 35-38 della Costituzione affermano il ruolo centrale della parità di trattamento fra lavoratori e lavoratrici, il valore dell’attività lavorativa svolta da minori e la necessità di prevedere forme di sostegno al reddito nei confronti degli inabili e dei diversamente abili.

Domande da interrogazione

  1. Qual è stato il risultato del referendum popolare del 1946 in Italia?
  2. Il referendum popolare del 1946 ha portato alla proclamazione dell'Italia come Repubblica, rinnegando ogni forma di dittatura e monarchia.

  3. Qual è il principio fondamentale sancito dall'articolo 1 della Costituzione italiana?
  4. L'articolo 1 della Costituzione italiana sancisce che la Repubblica si fonda sul lavoro, sottolineando la centralità e il valore del lavoro individuale e collettivo.

  5. Come viene trattato il concetto di lavoro negli articoli successivi della Costituzione italiana?
  6. Gli articoli successivi della Costituzione italiana, in particolare gli artt. 2 e 4, trattano il lavoro come un diritto e un dovere, evidenziando la parità di trattamento fra lavoratori e lavoratrici e la necessità di sostegno per inabili e diversamente abili.

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