Concetti Chiave
- La Costituzione italiana considera il lavoro una pietra miliare dello stato e lo collega al principio democratico, con il popolo detentore della sovranità e della ricchezza.
- Il lavoro è visto come uno strumento di realizzazione personale e professionale, evolutosi storicamente da schiavitù a valore creativo e necessario per il progresso sociale.
- I diritti lavorativi sono garantiti dall'articolo 2 della Costituzione, che li considera inviolabili e richiede l'adempimento di doveri di solidarietà politica, economica e sociale.
- Gli obblighi dei datori di lavoro includono il miglioramento delle condizioni dei dipendenti e il finanziamento dei trattamenti previdenziali tramite contributi.
- L'articolo 3 della Costituzione ha introdotto l'uguaglianza formale e sostanziale tra cittadini, trasformando il mondo del lavoro da gerarchico a più accessibile per tutti.
Indice
Il valore del lavoro
La costituzione riconosce il valore storico del lavoro come pietra miliare dello stato. Questo principio si collega perfettamente a quello democratico: il popolo, titolare della sovranità, detiene la ricchezza su cui si fonda la Repubblica (il lavoro).
La Repubblica italiana è fondata sul lavoro. Per questo, essa si preoccupa di tutelare in primo luogo i lavoratori, cioè coloro che contribuiscono al progresso sociale.
Evoluzione storica del lavoro
Nel corso della storia, il concetto di lavoro è evoluto insieme all’umanità: nell’antichità esso era associato al concetto di schiavitù o espiazione; in seguito, la filosofia greca ha esaltato il valore creativo dell’ingegno umano e, infine, oggi il lavoro è considerato uno strumento necessario per realizzarsi dal punto di vista personale e professionale.
Diritti e doveri lavorativi
Tale realizzazione trova pieno compimento nelle formazioni sociali dell’individuo, prime fra tutte quelle legate al lavoro: aziende e imprese. I diritti connessi all’attività lavorativa, inoltre, sono riconosciuti e garantiti dall’art. 2 Cost., il quale li considera inviolabili.
Contestualmente, però, l’articolo 2 richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. Fra questi rientra l’obbligo datoriale di occuparsi della condizione dei propri dipendenti e di finanziare, tramite il versamento dei contributi, i trattamenti previdenziali destinati ai lavoratori.
Uguaglianza nel mondo del lavoro
Una delle novità più importanti del testo costituzionale ha riguardato l’effettivo riconoscimento dell’uguaglianza formale e sostanziale fra i cittadini (art. 3 Cost.). Tale innovazione ha mutato profondamente il mondo del lavoro: in passato, infatti, le attività occupazionali erano ripartite fra i cittadini in base al ceto sociale cui appartenevano. In poche parole, un membro della classe contadina non avrebbe mai potuto aspirare a una professione «elevata», ad esempio quella medica, così come un cittadino borghese non poteva divenire contadino.
Domande da interrogazione
- Qual è il valore del lavoro secondo la costituzione italiana?
- Come è evoluto il concetto di lavoro nel corso della storia?
- Quali sono i diritti e i doveri lavorativi secondo l'articolo 2 della Costituzione?
La costituzione italiana riconosce il lavoro come pietra miliare dello stato e lo collega al principio democratico, sottolineando che il popolo, titolare della sovranità, detiene la ricchezza su cui si fonda la Repubblica.
Storicamente, il lavoro è passato dall'essere associato alla schiavitù o espiazione nell'antichità, al valore creativo dell'ingegno umano nella filosofia greca, fino a diventare oggi uno strumento per la realizzazione personale e professionale.
L'articolo 2 della Costituzione riconosce e garantisce i diritti connessi all'attività lavorativa come inviolabili, richiedendo al contempo l'adempimento dei doveri di solidarietà politica, economica e sociale, inclusi gli obblighi datoriali verso i dipendenti e i contributi previdenziali.