Concetti Chiave
- Nelle democrazie indirette, il potere esecutivo è affidato agli organi costituzionali rappresentativi e legislativi.
- Il presidenzialismo è un modello di democrazia indiretta dove partiti politici e funzione elettorale giocano un ruolo chiave.
- Il suffragio si è evoluto da ristretto a universale, influenzato da criteri come censo e razza, fino a includere tutte le donne.
- Il voto può essere diretto, dove gli elettori scelgono direttamente i rappresentanti, o indiretto, con più gradi di elezione.
- Il voto può essere uguale o diseguale, con possibilità di voto multiplo o plurimo, influenzando il peso del singolo votante.
Indice
Democrazie indirette e organi costituzionali
Nelle democrazie indirette, solitamente le funzioni di governo sono esercitate dagli organi costituzionali rappresentativi.
Gli istituti della democrazia indiretta affidano il potere esecutivo agli organi costituzionali: sia a quelli rappresentativi, sia a quelli legislativi. Uno dei modelli principali di democrazia indiretta è costituito dal presidenzialismo: qui, un ruolo molto rilevante è svolto dalla funzione elettorale e dai partiti politici, strutture associative di mediazione tra corpo elettorale e organi costituzionali.
Evoluzione del diritto di voto
Nelle democrazie indirette, il voto può essere universale o ristretto: nello stato liberale oligarchico esso era ristretto sulla base del censo, della cultura, della razza; progressivamente lo si è reso universale con l’estensione del suffragio, prima a tutti gli uomini, poi anche alle donne. Lo status di elettore è, comunque, sempre subordinato alla nazionalità e al requisito di età.
Tipologie di voto
In generale, il voto può essere diretto o indiretto: il voto diretto consente agli elettori di scegliere senza intermediari i propri rappresentanti; il voto indiretto prevede due o più gradi di elezione. Ne sono esempi le elezioni del Senato francese, i cui membri sono eletti da un collegio elettorale di deputati; le elezioni del Consiglio federale austriaco, i cui membri sono eletti dalle assemblee dei Lander; l’elezione del Presidente statunitense, designato attraverso il voto dei collegi dei grandi elettori, diretti rappresentanti popolari).
Voto uguale, diseguale e multiplo
Il voto, inoltre, può essere uguale o diseguale, a seconda che il peso del voto di ogni elettore sia identico o vari, potendo essere computato più volte: in questo caso si parla di «voto multiplo». Questa espressione si riferisce all’ipotesi in cui un soggetto abbia la possibilità di esprimere più di un solo voto nell’ambito della medesima elezione (metodo adottato in Gran Bretagna fino al 1957). Dal voto multiplo si distingue quello «plurimo»: in questo caso al voto di un individuo si attribuisce un peso equivalente a quello di più voti, ad esempio pari al numero dei suoi figli (metodo vigente in Belgio fino al 1921).
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo dei partiti politici nelle democrazie indirette?
- Come si differenzia il voto diretto dal voto indiretto?
- Cosa si intende per "voto multiplo" e "voto plurimo"?
Nelle democrazie indirette, i partiti politici svolgono un ruolo cruciale come strutture associative di mediazione tra il corpo elettorale e gli organi costituzionali, facilitando la funzione elettorale.
Il voto diretto permette agli elettori di scegliere i propri rappresentanti senza intermediari, mentre il voto indiretto prevede due o più gradi di elezione, come nel caso delle elezioni del Senato francese o del Presidente statunitense.
Il "voto multiplo" si riferisce alla possibilità per un soggetto di esprimere più di un voto nella stessa elezione, mentre il "voto plurimo" attribuisce al voto di un individuo un peso equivalente a più voti, come avveniva in Belgio fino al 1921.