Andrea301AG
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Concetti Chiave

  • L'articolo 230-bis del codice civile garantisce il diritto al mantenimento per i familiari che lavorano nell'impresa di famiglia.
  • Le imprese familiari sono classificate come imprese individuali e non collettive, con tutele specifiche per i parenti fino al terzo grado.
  • I familiari impiegati hanno diritto di prelazione in caso di vendita dell'impresa familiare.
  • Le imprese sociali operano in settori di interesse collettivo e non hanno fini di lucro, distinguendosi dalle imprese individuali.
  • Gli imprenditori commerciali devono registrarsi al registro delle imprese per fini di pubblicità probatoria, a differenza dei piccoli imprenditori.

Indice

  1. Tipologie di impresa e diritti
  2. Diritti dei famigliari nell'impresa
  3. Imprese pubbliche e sociali
  4. Differenze tra piccoli e commerciali

Tipologie di impresa e diritti

La dottrina giurisprudenziale distingue diverse tipologie di impresa. L’articolo 230-bis del codice civile prevede che il famigliare che presti servizio presso l’impresa di famiglia «ha diritto al mantenimento secondo la condizione patrimoniale della famiglia». L’impresa nella quale collaborano i parenti fino al terzo grado devono essere tutelati in quanto piccoli imprenditori impiegati presso l’impresa a conduzione famigliare. Essa si configura come impresa individuale e non come impresa collettiva.

Diritti dei famigliari nell'impresa

Il primo diritto di cui godono i famigliari impiegati presso l’impresa di famiglia (sempre individuale) è il diritto al mantenimento. Nel caso in cui il proprietario scelga di vendere l’impresa, i famigliari impiegati hanno il diritto di prelazione per ciò che attiene l’acquisto dell’azienda.

Imprese pubbliche e sociali

Un regime diverso regolamenta invece le imprese pubbliche (enti pubblici economici).

Talvolta un’associazione o una fondazione può svolgere attività d’impresa. Si pensi ad esempio a un’associazione che gestisce un ospedale e le attività che ne derivano.

Le imprese sociali, che non hanno fini di lucro e che operano in settori di interesse collettivo (ricerca, sanità, ecc.), costituiscono una delle principali categorie giurisprudenziali di natura collettiva.

Differenze tra piccoli e commerciali

Sono molte le differenze che intercorrono tra lo statuto del piccolo imprenditore e quello dell’imprenditore commerciale. La prima riguarda la pubblicità: oggi l’imprenditore commerciale è obbligato a iscriversi al registro delle imprese presso la camera di commercio indicando le proprie generalità, l’oggetto e la sede dell’impresa. Il registro delle imprese svolge una funzione di natura preminentemente probatoria. In tal senso, dunque, la registrazione di un’impresa ha funzione di pubblicità dichiarativa: essa non è necessaria al fine della costituzione di un rapporto giuridico, bensì è indispensabile per dimostrarne l’esistenza.

Domande da interrogazione

  1. Quali diritti hanno i famigliari che lavorano nell'impresa di famiglia?
  2. I famigliari che lavorano nell'impresa di famiglia hanno diritto al mantenimento secondo la condizione patrimoniale della famiglia e, in caso di vendita dell'impresa, hanno diritto di prelazione per l'acquisto.

  3. Quali sono le caratteristiche delle imprese sociali?
  4. Le imprese sociali non hanno fini di lucro e operano in settori di interesse collettivo come la ricerca e la sanità, costituendo una delle principali categorie giurisprudenziali di natura collettiva.

  5. Qual è la differenza principale tra piccolo imprenditore e imprenditore commerciale riguardo alla pubblicità?
  6. La differenza principale è che l'imprenditore commerciale è obbligato a iscriversi al registro delle imprese presso la camera di commercio, mentre per il piccolo imprenditore non è necessaria la registrazione per la costituzione di un rapporto giuridico, ma è indispensabile per dimostrarne l'esistenza.

Domande e risposte

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