Concetti Chiave
- Le repubbliche socialiste comuniste adottavano modelli autocratici come la dittatura del proletariato e il socialismo realizzato, con il partito comunista al centro del potere.
- Le forme di governo autocratiche potevano essere monocratiche, con la fusione dei vertici statali e politici, o collegiali, come il modello presidenziale cinese.
- La transizione politica indica il passaggio da governi autoritari a sistemi pluralisti, spesso influenzata da fattori esterni o da imposizioni internazionali.
- I cambiamenti politici possono essere richiesti per l'adesione a organizzazioni internazionali, come l'Unione Europea, che impone criteri di libertà e democrazia.
- Un esempio di regime eteroimposto è la Bosnia, dove un trattato internazionale ha plasmato il dettato costituzionale secondo i principi del costituzionalismo liberale.
Indice
Modelli autocratici nel comunismo
Negli stati che aderirono al comunismo, la repubblica socialista poteva configurarsi secondo due distinti modelli autocratici:
- la dittatura del proletariato, che presupponeva la concentrazione del potere nelle mani della classe precedentemente dominata e, di conseguenza, l’emarginazione della vecchia classe dominante (visione marxista);
- modello del socialismo realizzato, che si basava sull’eliminazione degli antagonismi fra classi sociali.
Ruolo del partito comunista
In entrambi i modelli un ruolo chiave era esercitato dal partito comunista. A prescindere dal modello adottato, le forme di governo praticabili erano:
- quella monocratica, costituita dall’unione del vertice dello stato, dell’esecutivo e del partito politico più rilevante;
- quella collegiale, generalmente presidenziale, di cui un esempio è offerto dall’attuale costituzione cinese.
Transizione e cambiamento politico
La forma di governo può essere soggetta a mutamenti. A tal proposito si parla di «transizione», termine utilizzato principalmente per indicare il passaggio da ordinamenti monopolitici-autoritari a ordinamenti pluralisti e garantisti.
La transizione implica sempre un cambiamento, che ha inizio con la contestazione di un regime e termina con la sostituzione di determinati principi a quelli osservati in precedenza.
Condizionabilità e adesione internazionale
Il cambiamento può essere indotto da diversi fattori esterni di condizionamento o, come spesso accade, da enti esterni che lo impongono (in questo caso si parla di transizione etero-diretta). A tal proposito è rilevante il requisito della condizionabilità: per entrare a far parte di una determinata organizzazione internazionale o sovranazionale, gli stati sono spesso costretti ad adeguarsi a determinati criteri. L’articolo 49 del TUE, ad esempio, prevede come requisito per l’ammissione allUe il rispetto dei principi di libertà, di democrazia, dei diritti dell’uomo e dell’uguaglianza
Il caso emblematico di regime eteroimposto è rappresentato dalla Bosnia, dove un trattato internazionale ha determinato il contenuto del dettato costituzionale bosniaco. Il testo propone i principi del costituzionalismo liberale e prevede la separazione dei poteri.