Andrea301AG
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Concetti Chiave

  • La certificazione dei contratti di lavoro può essere utilizzata per derogare alla disciplina legale, come nel caso della stipulazione di clausole elastiche in contratti a tempo parziale.
  • Le clausole compromissorie nei contratti di lavoro richiedono la certificazione per essere valide, indipendentemente da altre condizioni, secondo la legge n. 183/2010.
  • La certificazione può consentire agli arbitri di decidere secondo equità, potenzialmente disapplicando gli standard sostanziali del diritto del lavoro.
  • La diffusione della certificazione potrebbe portare le imprese a richiederla anche per contratti di lavoro subordinato, non solo non subordinato.
  • Un tentativo obbligatorio di conciliazione è necessario prima di presentare un ricorso giurisdizionale contro la certificazione, unico caso di tale obbligatorietà.

Finalità più rilevanti della certificazione dei contratti di lavoro

Oltre all’uso classico dell’istituto della certificazione, il nostro ordinamento ne ammette uno diverso e più profondo. Esso viene spesso impiegato come strumento di assistenza all’autonomia individuale a fini derogatori anche in peius della disciplina legale. Si può richiamare, al riguardo, l’ipotesi di cui all’art. 6, c. 6, del d.lgs. n. 81/2015, concernente la possibilità di stipulare clausole elastiche nel rapporto di lavoro a tempo parziale ove il regime di tali clausole non sia normato da un contratto collettivo: per essere valida, la stipulazione deve avvenire avanti ad una commissione di certificazione.
Una seconda ipotesi da richiamare è quella della clausola compromissoria, che può essere validamente stipulata dal lavoratore, a prescindere da altre condizioni, soltanto se è certificata (art.

31, c. 10, l. n. 183/2010).

E se la clausola concerne non la disciplina sostanziale, ma la dimensione della tutela, essa può contenere anche la richiesta agli arbitri di decidere non secondo diritto, ma secondo equità, da cui può derivare una possibile disapplicazione degli standard sostanziali del diritto del lavoro. Qualora queste soluzioni si diffondessero, a parte l’impatto di sistema (per via della riscoperta del ruolo, tradizionalmente negletto nel diritto del lavoro, dell’autonomia individuale, ne scaturirebbe una conseguenza pratica importante, che potrebbe fare da volano all’istituto: prenderebbe corpo un interesse delle imprese a richiedere la certificazione non soltanto di contratti di lavoro non subordinato, ma anche di contratti di lavoro subordinato.
Chiunque presenti ricorso giurisdizionale contro la certificazione deve previamente rivolgersi alla commissione che ha adottato l'atto certificato, per svolgervi un tentativo obbligatorio di conciliazione. Si tratta dell'unico caso in cui il tentativo di conciliazione ante causa è obbligatorio.

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