Andrea301AG
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Concetti Chiave

  • Il diritto del lavoro distingue tra datore di lavoro e lavoratore, con il datore in posizione di preminenza e iniziativa.
  • L'articolo 2094 del codice civile definisce il lavoratore subordinato come chi presta lavoro sotto la direzione dell'imprenditore in cambio di retribuzione.
  • L'articolo 2104 del codice civile stabilisce l'obbligo del lavoratore di agire con diligenza secondo la natura della prestazione richiesta.
  • I diritti e i doveri dei lavoratori sono stati chiaramente definiti con lo Statuto dei lavoratori del 1970, limitando il potere del datore di lavoro.
  • I contratti collettivi introducono ulteriori restrizioni ai poteri datoriali, focalizzandosi sul rispetto delle libertà individuali e del diritto di lavoro.

Indice

  1. Subordinazione nel diritto del lavoro
  2. Obblighi e diritti del lavoratore
  3. Limitazioni al potere datoriale

Subordinazione nel diritto del lavoro

L’elemento della subordinazione si configura come dato identificativo del diritto del lavoro. In generale, nell’ambito del diritto di lavoro bisogna sempre distinguere tra datore di lavoro e lavoratore. Il datore di lavoro è titolare di una posizione attiva di iniziativa e di preminenza. L’articolo 2094 del codice civile definisce il rapporto di subordinazione tra i suddetti soggetti. Esso considera prestatore di lavoro subordinato chi si obbliga mediante retribuzione a collaborare nell'impresa, prestando il proprio lavoro intellettuale o manuale alle dipendenze e sotto la direzione dell'imprenditore.

Obblighi e diritti del lavoratore

Il tema è enucleato anche da altri articoli del codice civile: a tal proposito è particolarmente rilevante l’articolo 2104 del codice, il quale delinea l’obbligo di dipendenza del lavoratore nei confronti del datore di lavoro e impone al primo il dovere di utilizzare la diligenza dovuta in base alla natura della prestazione richiesta.

Il lavoratore è dotato di poteri giuridici in senso stretto che costituiscono una costante garanzia di quanto previsto dall’articolo 41 della Costituzione italiana. Diritti e doveri dei lavoratori sono stati definiti con chiarezza solo nel 1970, in seguito all’emanazione della legge 300 (Statuto dei lavoratori).

Limitazioni al potere datoriale

La suddetta legge dispone alcune limitazioni del potere di cui gode il datore di lavoro. Diverse restrizioni sono state introdotte anche nell’ambito dei contratti collettivi. I soggetti che stipulano tale forma contrattuale agiscono per istituire un sistema di regole che impattino sull’esercizio dei poteri datoriali. Queste limitazioni all’esercizio del potere del datore di lavoro sono nate in ritardo rispetto alle norme codicistiche del 1942 perché durante la seconda metà dello scorso secolo cambiò l’idea attorno alla quale nasce il contratto di lavoro. Esso non si configura come elemento necessario per soddisfare le esigenze del datore di lavoro, bensì come elemento mediante cui si devono rispettare le libertà individuali e il diritto di lavoro.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il ruolo del datore di lavoro nel rapporto di subordinazione?
  2. Il datore di lavoro ha una posizione attiva di iniziativa e preminenza, come definito dall'articolo 2094 del codice civile, che stabilisce il rapporto di subordinazione tra datore di lavoro e lavoratore.

  3. Quali obblighi ha il lavoratore nei confronti del datore di lavoro secondo il codice civile?
  4. L'articolo 2104 del codice civile impone al lavoratore l'obbligo di dipendenza e il dovere di utilizzare la diligenza dovuta in base alla natura della prestazione richiesta.

  5. Come sono stati definiti i diritti e i doveri dei lavoratori in Italia?
  6. I diritti e i doveri dei lavoratori sono stati chiaramente definiti nel 1970 con l'emanazione della legge 300, conosciuta come Statuto dei lavoratori, che ha introdotto limitazioni al potere del datore di lavoro.

Domande e risposte

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