Concetti Chiave
- Torquato Tasso, nato nel 1544 a Sorrento, è un autore versatile del periodo umanista, noto per la sua ossessione nel raggiungere la perfezione nelle sue opere.
- Dopo un periodo di successo nelle corti italiane, Tasso soffrì di disturbi psichici e fu rinchiuso nel manicomio di Sant'Anna per sette anni.
- La sua opera più famosa, "Gerusalemme Liberata", subì numerose revisioni e fu causa di tormenti personali e paura dell'Inquisizione.
- Le lettere di Tasso, scritte durante la reclusione, rivelano la sua sofferenza interiore e il ricorso alla religione per trovare conforto.
- Il poema "Rinaldo", scritto nel 1562, riflette influenze classiche e moderne, con un focus serio su un unico personaggio, ricco di elementi autobiografici.
Indice
- Infanzia e Formazione di Tasso
- Primi Anni di Carriera
- Esperienze nelle Corti Italiane
- Successo e Inquietudine a Ferrara
- Ossessione per la Gerusalemme Liberata
- Crisi e Inquisizione
- Ritorno a Ferrara e Internamento
- Prigionia e Produzione Letteraria
- Ultimi Anni e Riflessioni Religiose
- Contraddizioni e Sofferenze di Tasso
- Rime e Liriche di Tasso
Infanzia e Formazione di Tasso
Tasso nasce a Sorrento l'11 Marzo 1544 da una famiglia agiata. Vive nel periodo dell'umanesimo. E' un autore a tutto tondo (scrive: tragedie, commedie e favole pastorali). Non sarà mai contento delle sue opere, le riscrive fino a raggiungere la perfezione, che però per lui non esiste.
Primi Anni di Carriera
Nel 1557 si muove a Urbino e successivamente nel 1559 seguì il padre a Venezia e qui a soli 15 anni inizia il suo primo poema epico sulla prima crociata, Gerusalemme.
Nel 1560 si trasferisce a Padova per studiare diritto, letteratura e filosofia all'università.
Nel 1562 scrisse un poema cavalleresco, il Rinaldo, e cominciò a comporre Rime d'Amore.
Esperienze nelle Corti Italiane
Aveva fatto esperienza in varie corti italiane come quelle di Urbino, Mantova e Ferrara. Oltre alle corti, le accademie, segnarono la sua formazione, come l'Accademia degli infiammati.
Successo e Inquietudine a Ferrara
Nel 1565 venne assunto dal cardinale Luigi D'Este e si trasferisce a Ferrara e rimane affascinato da quest'ultima poiché considerata una delle corti italiane più belle. Qui era apprezzato da gentiluomini e dame per le sue doti poetiche.
Nel 1572 passa al servizio diretto del duca, era stipendiato e si dedica completamente alla poesia. La corte ferrarese era amante della letteratura cavalleresca così fu stimolato a lavorare al poema epica sulla crociata.
Nel 1573 scrive il dramma pastorale "l'Aminta", tenta anche di scrivere una tragedia "il Galealtro re di Norvegia" che venne interrotto.
Ossessione per la Gerusalemme Liberata
Nel 1574 secondo dati storici, Tasso fu colpito da una violenta febbre dalla quale non si riprese mai. Quella febbre, si crede, fosse la conseguenza del forte sforzo intellettuale che impiegò Tasso nella composizione della Gerusalemme Liberata. Il poeta continuò a revisionare il poema epico per oltre vent’anni, in un lavoro certosino di riscrittura e continue revisioni, che completò nel 1593 con una nuova edizione dal titolo La Gerusalemme Conquistata. Tasso divenne letteralmente ossessionato dalla propria opera. Era angosciato dall’idea di aver portato a termine un’opera non gradita dall’Inquisizione. Con la conclusione del poema si spezza l'equilibrio felice della sua esistenza , guardava la sua opera con inquietudine e insoddisfazione.
Crisi e Inquisizione
Nel 1575 va a Roma e sottopone il suo poema al giudizio di autorevoli lettori che mossero critiche e Tasso difendeva l'opera ma condivideva anche lui gli scrupoli e così fece tagli e modifiche per cercare di arrivare alla perfezione. Divenne inquieto e tormentato e nel 1577 si sottopone all'Inquisizione di Ferrara e viene assolto.
Viene pervaso da mania di persecuzione per cui il duca lo fa rinchiudere nel Convento di San Francesco ma fugge e va a Sorrento dalla sorella, sotto false spoglie, e annuncia la sua morte per mettere alla prova il suo amore. Questo è un comportamento indicativo di turbe psichiche, insicurezze e bisogno di essere amato.
La sorella prova dolore, Tasso le dice la verità e passa dei giorni con lei. Dopodiché torna brevemente a Ferrara.
Ritorno a Ferrara e Internamento
Quando si dirige a Ferrara nel 1579 era già afflitto da una crisi psichica dovuta al conflitto tra mondo reale e mondo fantastico. Qui lui prende parte al terzo matrimonio del Duca Alfonso d'Este con Margherita Gonzaga, lui fece irruzione durante la cerimonia e diede escandescenze, aggredendo il Duca, il quale lo fece rinchiudere nel manicomio di Sant'Anna dove resto per 7 anni. Venne rinchiuso nell'ala dell'ospedale riservata ai malati di mente dichiarandolo "pazzo".
Prigionia e Produzione Letteraria
Dopo un periodo di totale segregazione, acquisisce una libertà parziale per quanto riguarda la possibilità di poter ricevere visite, studiare e scrivere. Riprendendo l'attività letteraria scrive molte lettere, rime e parte dei Dialoghi.
Subisce gravi sofferenze fisiche e psichiche, iniziò a soffrire di incubi e allucinazioni. Le lettere che scrisse trattavano di principi, intellettuali e prelati per difendere se stesso e per chiedere soccorso.
Nel 1585 finisce la prigionia di Tasso, il duca Vincenzo Gonzaga di Mantova, lo prese in custodia.
Ultimi Anni e Riflessioni Religiose
Trascorse gli ultimi anni a Roma e Napoli, compose molte poesie encomiastiche per celebrare i signori e i monaci che lo ospitavano, esse erano di ispirazione religiosa per riflettere sul bisogno di credere e di cercare nella religione un conforto nelle sue sofferenze.
Nel 1594, papa Clemente VIII propose l'incoronazione poetica a Roma, ma Tasso era malato nel convento di Sant'Onofrio sul Gianicolo.
Muore nell'Aprile del 1595.
Contraddizioni e Sofferenze di Tasso
Incarna perfettamente la figura del poeta cortigiano, la sua vita si svolge interamente nella corte ed è legata ad essa materialmente e intellettualmente, tuttavia è lacerato da profonde contraddizioni, da un lato celebra la corte dall'altra ha una segreta avversione.
Le lettere riflettono la tormentata e conflittuale vicenda interiore di Tasso. Dietro al velo culturale possiamo notare l'umana sofferenza del poeta che prova sentimenti di malinconia, sconforto e morte. Oltretutto si abbandona alla religione e ha una condizione di perpetuo bisogno.
Queste lettere sono scritte a Sant'Anna e testimoniano i malesseri fisici e le torture ma soprattutto i turbamenti di una coscienza malata (incubi, ossessioni maniacali e maledizioni)
Venne pubblicata nel 1562. Narra in 12 canti la giovinezza del famoso paladino carolingio e le sue imprese d'armi e d'amore.
Tasso vuole imitare gli antichi, quali Omero e Virgilio; ma anche i moderni come Ariosto.
Si concentra su un solo personaggio al contrario dell'Orlando furioso; manca anche il gioco ironico, tutto appare serio ed elevato. E' un'opera giovanile dai forti risvolti autobiografici. Tasso si rispecchia nell'eroe.
Rime e Liriche di Tasso
Nel 1567 è l'anno del primo gruppo di liriche. Negli anni a Sant'Anna iniziò un riordino generale
-prima parte delle rime: 1591
-liriche d'amore: seconda parte-->1593
Le rime amorose hanno un linguaggio petrarchesco e un'intensa sessualità.
Le rime più suggestive sono le liriche con dei sentimenti delicati, atmosfere indefinite, una natura piena di profumi e paesaggi fantasticamente trasfigurati. Le immagini femminili si confondono con il profilo della natura e a sua volta assume una fisionomia femminile.
Nella lirica encomiastica ha un tono più elevato e maestoso, la lirica sacra è meno profonda, riflette sulla precarietà e vanità delle cose, il senso della colpa e del peccato.
Domande da interrogazione
- Quali sono stati i primi anni di carriera di Torquato Tasso?
- Come ha influenzato la corte di Ferrara la vita e il lavoro di Tasso?
- Quali furono le conseguenze della crisi psichica di Tasso?
- In che modo la religione influenzò gli ultimi anni di Tasso?
- Quali sono le caratteristiche delle rime e liriche di Tasso?
Tasso iniziò la sua carriera a soli 15 anni a Venezia, lavorando al suo primo poema epico sulla prima crociata, "Gerusalemme". Successivamente, si trasferì a Padova per studiare diritto, letteratura e filosofia, e scrisse il poema cavalleresco "Rinaldo" e iniziò a comporre "Rime d'Amore".
A Ferrara, Tasso fu assunto dal cardinale Luigi D'Este e apprezzato per le sue doti poetiche. La corte, amante della letteratura cavalleresca, stimolò Tasso a lavorare al poema epico sulla crociata, culminando nella sua ossessione per "Gerusalemme Liberata".
La crisi psichica di Tasso lo portò a comportamenti irrazionali, come l'irruzione durante il matrimonio del Duca Alfonso d'Este, che risultò nel suo internamento nel manicomio di Sant'Anna per sette anni, dove continuò a scrivere e riflettere sulle sue sofferenze.
Negli ultimi anni, Tasso si dedicò a poesie di ispirazione religiosa, cercando conforto nella fede per le sue sofferenze. Compose poesie encomiastiche per i signori e i monaci che lo ospitavano, riflettendo sul bisogno di credere.
Le rime di Tasso, iniziate nel 1567, presentano un linguaggio petrarchesco e un'intensa sessualità. Le liriche evocano sentimenti delicati e atmosfere indefinite, con immagini femminili che si fondono con la natura, mentre la lirica encomiastica ha un tono elevato e maestoso.