alessandraj10
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Concetti Chiave

  • L'Aminta di Torquato Tasso è un dramma pastorale scritto nel 1573 e pubblicato nel 1580, rappresentato per la prima volta a Ferrara dalla Compagnia dei Gelosi.
  • L'opera si sviluppa in cinque atti, con un coro finale per ogni atto, seguendo il modello della tragedia greca, ma con un lieto fine che la discosta dalla tragedia.
  • L'Aminta esplora il tema dell'amore attraverso personaggi come Aminta e Silvia, ambientato in un mondo favolistico e caratterizzato da dialoghi lirici.
  • La storia culmina con Silvia che, dopo il gesto disperato di Aminta, cede all'amore, rappresentando una polifonia di voci senza gerarchia nell'interpretazione dell'amore.
  • L'opera critica l'ideologia cortigiana, idealizzando la vita pastorale come ritorno alla semplicità, ma denunciando anche le ipocrisie e i conflitti delle corti.

Indice

  1. L'Aminta di Torquato Tasso
  2. Struttura e ambientazione dell'opera
  3. Trama e personaggi principali
  4. Temi e significati dell'Aminta
  5. Critica alla società cortigiana

L'Aminta di Torquato Tasso

In questo appunto viene descritta l'Aminta di Torquato Tasso. L'opera letteraria del Tasso sarebbe stata scritta dall'intellettuale italiano nell'anno 1573 e pubblicata poi nell'anno 1580. Il 31 luglio del 1573 l'opera dell'Aminta fu rappresentata presso il Belvedere di Ferrara.

La Compagnia che la rappresentò è nota come Compagnia dei Gelosi; la rappresentazione dell'Aminta avvenne senza alcun coro e alcun intermezzo. Quest'opera ottenne un grande successo e l'anno successivo fu richiesta una sua rappresentazione presso la corte di Urbino su volere di Eleonora d'Este, duchessa e amica di Torquato Tasso. Dopo la sua pubblicazione avvenuta nell'anno 1580, l'anno successivo l'Aminta fu pubblicata nell'anno 1581 dalla casa editrice dei Manuzio. Nell'edizione a stampa l'opera si articola in cinque atti e si pensa che nei personaggi si nascondano personaggi realmente esistiti e conosciuti bene dal Tasso e facenti parte delle corti in cui lui stesso operava.

vita e opere di Torquato Tasso

Struttura e ambientazione dell'opera

L'Aminta è un dramma pastorale, un’azione teatrale ambientata nel mondo dei pastori. Si articola in cinque atti e ogni atto è concluso da un coro, sul modello della tragedia greca. La complessità culturale dell’opera è dovuta alla fusione delle tradizioni del teatro e della lirica d’amore: prende le caratteristiche della poesia di Teocrito e delle Bucoliche di Virgilio, ma la poesia pastorale era diffusa anche nel ‘400 con Poliziano, Lorenzo il Magnifico e San Lazzaro, il quale aveva scritto un poemetto prosimetro, l’Arcadia, dove descriveva questa regione favolosa in cui i pastori si basavano sul giusto mezzo. È stata scritta nell'anno 1573 e come già accennato è stata rappresentata nei giardini dell’isola Belvedere sul Po, di proprietà della corte estense. Viene pubblicata nel 1580. Si discosta dalle rappresentazioni drammatiche e non può essere definita tragedia perché c’è il lieto fine e i personaggi non raggiungono il sublime, ma non vi è nemmeno un’ambientazione comica né fatti di vita quotidiana raccontati in modo realistico. Inoltre, a differenza delle commedie, vi è il tema patetico, basato sulla sofferenza d’amore, ed è ambientata in un mondo favolistico.

Trama e personaggi principali

Il testo è strutturato in dialoghi ed è scritto per le rappresentazioni teatrali, venendo considerato un testo lirico, ossia un lungo poema in poesia, e aveva come scopo iniziale il divertimento, anche se in seguito acquisì scopo didascalico. Il pastore Aminta ama la ninfa Silvia, ma lei è restia nei suoi confronti e si dedica solamente alla caccia. L’amica di Silvia, Dafne, esperta della passione amorosa, cerca di convincere Silvia ad accettare l’amore di Aminta, mentre Tirsi consiglia al pastore di recarsi alla fonte dove Silvia fa il bagno per dichiararle la serietà del proprio sentimento. Mentre Silvia si trova alla fonte, un Satiro che vuole violentarla la rapisce, e Aminta, trovando un velo sporco di sangue, crede che Silvia sia stata sbranata da un lupo, così per la disperazione si getta da un dirupo, ma viene salvato da un cespuglio.

L'Aminta di Tasso: un dramma pastorale tra amore e critica sociale articolo

Temi e significati dell'Aminta

Allora Silvia, in realtà illesa, viene a conoscenza del gesto del pastore e presa dal rimorso cede all’amore, vivendo così felici e contenti insieme. Siamo in presenza di un’opera polifonica in quanto non è presente un’unica rappresentazione dell’amore, ma si esprimono voci diverse che l’autore non dispone in ordine gerarchico, perciò l’autore non prende nessuna posizione rispetto alle alternative. A recitare il prologo è Amore, che si dichiara motore effettivo della vicenda e afferma in modo utopico che il suo potere annulla le differenze fra gli uomini e li ingentilisce. Il Satiro invece spiega il proprio gesto con ragioni sociali ed economiche: egli è escluso dalle gioie dell’amore a causa della sua condizione di "povero", perciò si ribella e ricorre alla forza per ottenere migliore fortuna. Il monologo del Satiro mette sotto accusa l’ideologia cortigiana e i suoi valori.

Critica alla società cortigiana

Quindi l'Aminta vorrebbe celebrare la vita cortese, ma presenta insofferenze verso i rituali e le convenzioni, verso le ipocrisie, i conflitti e le gelosie tra i cortigiani. In questo senso presenta il mondo pastorale come un ritorno ad una vita semplice, sebbene anche questo si fondi su modelli di rapporti sociali che richiamano a quelli cortesi. Quindi la corte è idealizzata, ma maschera l’ipocrisia dell’ideologia cortigiana, mostrando la falsità e la violenza che sottostanno in merito ai rapporti tra gli individui e tra le classi. Rimpiangendo l’età dell’oro incolpa l’onore di aver trasformato l’amore in un sentimento vissuto come peccato, e tutto ciò che prima avveniva in modo spontaneo ed era fonte di gioia, ora è controllato dalle leggi della morale. Torna il concetto di edonè, quasi con un aspetto paganeggiante. Il coro dei pastori nel primo atto si conclude con l’invito all’onore ad occupare le corti, sedi del potere, lasciando in pace i pastori.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la struttura e l'ambientazione dell'opera "Aminta" di Torquato Tasso?
  2. "Aminta" è un dramma pastorale articolato in cinque atti, ambientato nel mondo dei pastori, con un coro che conclude ogni atto, seguendo il modello della tragedia greca. È ambientato nei giardini dell'isola Belvedere sul Po, di proprietà della corte estense.

  3. Quali sono i personaggi principali e la trama dell'opera?
  4. I personaggi principali includono il pastore Aminta, la ninfa Silvia, l'amica Dafne e Tirsi. Aminta ama Silvia, che inizialmente lo respinge. Dopo vari eventi, tra cui un tentativo di rapimento da parte di un Satiro, Silvia cede all'amore di Aminta e vivono felici insieme.

  5. Quali temi e significati emergono nell'opera "Aminta"?
  6. L'opera esplora temi come l'amore, la sofferenza amorosa e la critica alla società cortigiana. Presenta una visione polifonica dell'amore e critica l'ideologia cortigiana attraverso il monologo del Satiro, che mette in luce le ipocrisie e le convenzioni sociali.

  7. Come viene rappresentata la società cortigiana nell'opera?
  8. La società cortigiana è idealizzata ma anche criticata per le sue ipocrisie, conflitti e gelosie. L'opera suggerisce un ritorno a una vita semplice e pastorale, pur riconoscendo che anche questa è influenzata da modelli sociali cortesi.

  9. Qual è il ruolo del coro dei pastori nel primo atto?
  10. Il coro dei pastori nel primo atto invita l'onore a occupare le corti, sedi del potere, lasciando in pace i pastori, sottolineando il desiderio di una vita semplice e lontana dalle complicazioni della vita cortigiana.

Domande e risposte

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